Giugno 7, 2008 EcoAnemia
Imagination
Come funziona un future sulle materie prime ?
A differenza delle azioni o di qualunque altro bene, come un immobile, che puoi vendere e comprare anche se non esiste fisicamente, a patto di non portarlo alla scadenza naturalmente, è molto semplice e comune effettuare un rollover fra l’ultimo contratto trattato e quello successivo poche ore prima.
Se si acquistano azioni di un certo titolo, il flottante è sempre e comunque predeterminato : più azioni si acquistano, più il prezzo aumenta e semplicemente il prezzo dell’azione aumenta sempre di più rispetto agli utili.
Nel caso di un future, invece, è possibile acquistarne una quantità infinita, basta trovare qualcuno che te lo venda ed è un’operazione elettronica ; infatti non esiste un numero massimo di contratti.
Un esempio è il petrolio (crude oil).
Lo stesso esempio potrebbe essere fatto per qualunque materia prima, oro compreso.
Negli USA si consumano 20 milioni di barili al giorno (di cui 12 o 13 milioni si importano), ma si scambiano globalmente 200 o 250 mila futures al giorno, che corrispondono a 250 milioni di barili.
La differenza è data solo dall’Open Interest, cioè dal numero totale di contratti trattati.
I futures esistono naturalmente anche sugli indici di borsa, ma il loro prezzo è determinato dal paniere di azioni del sottostante ; per cui, se non vengono acquistate azioni del paniere sottostante, il future inevitabilmente scenderà.
Per le commodities, invece, non esiste alcun parametro di riferimento e il prezzo di un future può aumentare senza limiti.
Esiste solo la domanda e l’offerta elettroniche.
Ma se il prezzo di un titolo triplica o decuplica, per l’economia reale non cambia nulla, mentre se invece il future sul petrolio sale da 80 a 130 $ (come è successo negli ultimi mesi), le contrattazioni di petrolio fisico “devono” seguire questo prezzo, perché in ogni caso una parte dei partecipanti al mercato (Nymex o Ice) sono produttori, raffinerie e altre industrie.
Ora, però, sono in minoranza : anche se utilizzano o producono questa materia, il prezzo lo fanno i partecipanti finanziari (fondi e banche) per i quali non esistono limiti ai prezzi, con il risultato di deteriorare loro stessi l’economia reale.