Indottrinamento e non insegnamento

Febbraio 14, 2023 Totalitarismo

Sono portato a credere che un grande insegnante sia un grande artista e che siano pochi, proprio come sono pochi i grandi artisti.
Difatti, insegnare è – senza forse – la più grande delle arti, perché i mediatori sono la mente e lo spirito umani.

John Steinbeck


Indottrinamento e non insegnamento

Indottrinamento e non insegnamento
Un fenomeno che si rafforza sempre di più…

Il sistema continua a seminare odio e discordia.
Violenza e insulti.

Un fenomeno che si sta sempre più rafforzando con il passare del tempo.
Ora sta davvero superando ogni limite.

Scuole e università “occupate” da insegnanti e docenti politicamente schierati.
Desiderosi esclusivamente di indottrinare i loro allievi a tutti i costi.

Durante le lezioni vengono fatti riferimenti politici.
Voti assegnati in base alla fede politica degli allievi (vera o presunta, poco importa).

Partecipazione attiva degli insegnanti a manifestazioni politiche.

Con tanto di striscioni elaborati persino da bambini delle scuole materne su indicazione delle maestre.

Sono figlia di un’insegnante all’antica (che amava profondamente il suo lavoro, tanto da rimanere spesso sveglia fino a tarda notte per preparare minuziosamente la lezione del giorno successivo), e sono semplicemente indignata da tutto questo che vedo ormai globalmente.

La scuola dovrebbe insegnare materie come dialettica, retorica e logica, che sviluppano la capacità di ragionamento.
In altre parole, il pensiero critico e autonomo.

Invece, si insegna sempre di più a ragionare per preconcetti, pregiudizi e stereotipi.
Su cui poi, una volta arrivati a un’età adulta, baseranno tutte le loro esperienze successive.

Un difetto di base

Il sistema scolastico andrebbe riprogettato e riformato dalle fondamenta.
Il vero problema, da praticamente sempre, è che viene insegnato un solo credo politico in modo unidirezionale.

Il marxismo.
Questo non è certo diverso dal catechismo che dovevo seguire obbligatoriamente (ai tempi) in preparazione alla Prima Comunione e alla Cresima.

Non è certamente una metodologia di insegnamento corretta affermare che la ragione è solo da una parte e che tutte le altre ideologie sono sbagliate.

Questo è vero sia per la politica, sia per la religione, sia per qualunque altra questione o opinione.

La crescita individuale è particolarmente importante quando si tratta di bambini, ragazzi o adolescenti, perché si tratta di formare le persone che un domani saranno al centro del nostro mondo. La conoscenza delle diverse opinioni (o situazioni) presenti nella vita di tutti i giorni è fondamentale per la crescita individuale.

Una questione annosa (ed anche un po’ noiosa)

Un difetto di base
Il sistema scolastico andrebbe riformato…

Prendiamo ad esempio l’economia.

La sinistra insiste da sempre sul fatto che, per raggiungere i propri obiettivi, ogni forma di opposizione deve essere ad ogni costo soppressa.

Questo principio è assolutamente illiberale nei confronti di chi la pensa diversamente.

Un motivo sufficiente – almeno dal mio punto di vista – per essere contrari a questa insana ideologia che soffoca ogni istinto di libertà e, quindi, ogni forma di vita.

Questo, però, non significa che io abbracci acriticamente tutti i principi della destra, che per certi versi – soprattutto le frange più estreme – presenta gli stessi tratti salienti del comunismo.

Anzi, sono proprio uguali fra di loro.
Dato che il comunismo/socialismo ha la stessa matrice ideologica del nazionalsocialismo.

Secondo costoro, per raggiungere la cosiddetta “uguaglianza“, tutti quelli che amano lavorare più degli altri e che soprattutto possiedono più talento, devono essere letteralmente derubati del frutto del proprio lavoro (e del proprio talento personale, quindi della propria creatività) e il ricavato deve essere ridistribuito ad altri che non hanno nessuna voglia di lavorare o che non possiedono le medesime capacità.

Non è un po’ strano ?
In realtà il problema è semplice.

Persone che vivono fuori dal mondo reale

Tutti questi personaggi, per lo più accademici o, in ogni caso, “professori“, pretendono di insegnare la loro visione della vita senza conoscere nulla del mondo reale.
Non lo conoscono affatto, non l’hanno mai sperimentato in prima persona.

Vivono nella loro torre d’avorio, si incontrano esclusivamente tra di loro.
Parlano solo con persone che la pensano come loro.

Si ritengono moralmente superiori a tutti noi che facciamo parte del mondo reale, e lo fanno capire apertamente.
Se qualcuno di noi desidera scambiare qualche opinione con loro, deve accettare le loro condizioni.
Perché, in fondo, “non siamo in grado di badare a noi stessi” e, in ogni caso, “siamo troppo stupidi per capire ciò che è meglio per noi“.

Una spiacevolissima esperienza personale

Ho già raccontato più volte delle sgradevoli esperienze che mi sono capitate spesso in questo tipo di ambienti.

Una delle peggiori è quella che mi è capitata circa vent’anni fa (anzi no, solamente sedici) con un’accademica di basso livello (Massa Morella), che era mia parente lontana (cugina di primo grado della mia mamma).

Un difetto di base
La mia risposta fu lapidaria (e leggendaria, dal mio punto di vista) …

Un bel giorno, all’improvviso, ebbe il coraggio di dirmi che, se volevo ancora la sua amicizia, avrei dovuto tesserarmi immediatamente per il “partito” e soprattutto cambiare al più presto professione, perché ero una “sporca capitalista che viveva alle spalle della gente povera e bisognosa“.

Altrimenti, la nostra amicizia sarebbe “finita“.
Ovviamente non mi disse queste cose di persona, ma telefonicamente.

Tralasciando il fatto che in quel momento lei possedeva ben quattro appartamenti di pregio (più un pingue conto in banca) contro il mio unico immobile, che peraltro non avevo ancora finito di pagare, il suo era un ragionamento decisamente parziale.

Però, secondo la sua “particolare” opinione, io ero una “sporca capitalista” e lei una “pulitissima immobiliarista“.

Ma ciò che mi aveva gelato le vene era la sua affermazione che la mia “amicizia” sarebbe finita se non mi fossi iscritta al “partito“.

Ovviamente, la mia risposta fu lapidaria (e leggendaria, dal mio punto di vista) : gli ho sbattuto violentemente il telefono in faccia.
E da allora non l’ho più sentita.
Non so che fine abbia fatto.

Non intendo commentare il suo comportamento.
A mio avviso, si commenta da solo.

Ma è interessante notare come certi personaggi assai “sinistri” abbiano sempre la medesima tristissima abitudine.
Sono sempre e comunque intolleranti nei confronti di chi la pensa diversamente da loro.

Inoltre, guardano con malcelato disprezzo coloro che ritengono “inferiori“.
Possono negarlo all’infinito, ma non è così.
Ma il loro comportamento è inequivocabile.

In questo particolare caso, ad esempio, la signora non si è mai sposata perché il padre, almeno finché è rimasto in vita, ha sempre fatto in modo che si lasciasse con tutti i suoi (pochi) fidanzati perché “non gli piacevano“.

Questo anche quando lei aveva circa 35-40 anni.
Non certo un’adolescente alle prime cotte.

In poche parole, tutte queste persone indottrinate da tale ideologia malsana pretendono che tutti gli altri debbano prendere ordini da loro, esattamente come hanno sempre fatto loro con le autorità “superiori“.
Accettando di diventare tutti dei loro servi della gleba, sottomessi alle loro direttive e folli ideologie, e “tappandosi la bocca“.

Ancora una volta, qualcosa non torna.

Un altro esempio

Sempre dallo stesso paese, una piccola cittadina in provincia di Livorno, una regione (la Toscana) ormai irrimediabilmente distrutta da 75 anni di pensiero a senso unico marxista.

Una ragazza sui 40 anni, di nome Adele, impiegata all’anagrafe (e sindacalista del “partito“) in un comune non proprio vicinissimo (Casciana Terme), è diventata mia amica dopo che l’ho conosciuta – in modo del tutto casuale – nel mio vecchio blog (molto seguito) che tenevo una quindicina di anni fa.

Una delle prime cose che mi raccontò è che si era sposata con suo marito non certo per amore.
Perché era del “partito“.
E quindi aveva in comune con lui qualcosa di “veramente importante“.

Naturalmente, fra di loro non avevano mai avuto rapporti.
Né da fidanzati né da sposati.
Però (almeno) andavano in bicicletta insieme.
Probabilmente discutevano del “partito” e dei comizi dei loro leader.

Ovviamente, ben presto anche lei iniziò a convincermi della bontà delle loro idee e a fare una vera e propria propaganda politica nei miei confronti.
Il finale fu lo stesso.

Anche se, stavolta, ci fu prima una discussione piuttosto animata (pubblica) sul mio vecchio blog riguardo una questione piuttosto spinosa.
Di questo fatto sicuramente ne riparleremo in futuro.

Purtroppo il mondo dell’insegnamento è viziato da questo difetto di base.
Il concetto di uguaglianza che viene insegnato è esclusivamente di stampo marxista.

Certamente tutti devono godere degli stessi diritti umani.
Ma non tutti abbiamo lo stesso talento e le stesse capacità.

La nostra società dovrebbe garantire ben altri diritti inalienabili.
Come la Vita, la Libertà e il (proprio) diritto alla ricerca della Felicità.
Invece, non fa altro che opprimerli.


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