Provare invidia è come provare dolore fisico.
Quell’emozione meschina e negativa che ci spinge a desiderare il male per gli altri e a sminuirli per non ammettere che sono migliori di noi è l’equivalente della slogatura di una caviglia o della bruciatura di un dito.
I ricercatori hanno anche scoperto che il dolore altrui provoca autentico piacere nell’invidioso, la stessa sensazione di appagamento che si prova mangiando cioccolato o facendo sesso.
La prova è arrivata dalla risonanza magnetica.
Nel primo caso, è stata riscontrata un’attività maggiore nella corteccia cingolata anteriore dorsale, la stessa area che “si accende” quando ci si fa del male.
Nel secondo caso, invece, è lo striato ventrale a essere più attivo, associato all’appagamento.
Bertrand Russell affermava : “L’invidia è una terribile fonte di infelicità per moltissima gente“.
L’infelicità non è una sofferenza astratta dell’anima, ma un dolore concreto e pungente.
Ecco perché le persone profondamente infelici sono anche le più invidiose.
Anche se, a dire il vero, io l’ho sempre saputo e l’ho sempre ritenuto vero solo sulla base dell’esperienza diretta.
