Invidia ed ipercompetitività

Luglio 6, 2009 Riflessioni di una eretica


Invidia ed ipercompetitività

Invidia ed ipercompetitività

Si tratta di una problematica di cui si parla pochissimo, ma che in Italia è sempre presente in moltissimi ambienti : l’invidia.

In Italia mille buone idee e mille progetti finiscono nel nulla a causa della mentalità diffusa (spesso di tipo sinistroide post-comunista) che spinge all’invidia verso ciò che di buono fanno gli altri e che porta a denigrarli.

Questo atteggiamento si riscontra in molti settori, nei quali si cerca sempre di livellare tutto verso il basso (tipicamente sovietico) e, non appena qualcuno fa qualcosa di buono, viene emarginato e si cerca di distruggerlo e ridicolizzarlo.

Nel mondo degli scacchi e dello sport in generale, il discorso dell’invidia va di pari passo con l’ipercompetitività malsana che impedisce di giocare in modo sportivo e rilassato, rovinandosi la salute nel processo.

Un esempio è la finale di Wimbledon.

Sono rimasta colpita da un fatto : Federer è un grandissimo atleta, ma anche lui ha una calma e una serenità incredibili, anche nei momenti decisivi.

Quando l’hanno intervistato alla fine, ha dichiarato che ama giocare a tennis e si diverte, sia quando vince il torneo sia quando non lo vince (è chiaro che preferirebbe vincere).

Mentre Roddick, pur avendo giocato molto bene e avendo in più occasioni meritato più di Federer, alla fine ha perso proprio perché ha perso la calma nei momenti decisivi.

La sua eccessiva competitività lo ha tradito.

Ecco allora un’ulteriore dimostrazione di come invidia e ipercompetitività siano aspetti distruttivi che finiscono per rovinare gli sportivi, e non solo.


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