Settembre 30, 2024 Chiavi dell’Abisso, Il Great Reset del WEF, Totalitarismo
Non sarà nemmeno necessario esprimere un’opinione critica nei confronti del governo per essere soggetti alla censura digitale.
Kill Switch digitali e dissenso politico. Dalla tecno-censura non può certo venire nulla di buono
Cosa impedisce ai governi occidentali di premere il pulsante di arresto e di interrompere le comunicazioni telefoniche e internet in caso di una cosiddetta “crisi” ?
Dopo tutto, episodi come questo non sono infrequenti nel mondo attuale.
I kill switch nelle comunicazioni sono diventati strumenti tirannici di dominazione ed oppressione per soffocare il dissenso politico, spegnere una eventuale resistenza, prevenire una sconfitta elettorale, permettere un colpo di stato militare, e tenere l’intera popolazione isolata, disconnessa da tutto il mondo e al buio, in senso sia letterale che figurativo.
Ecco cosa riporta il Guardian :
Dall’Ucraina al Myanmar, le interruzioni di Internet gestite dai governi si stanno diffondendo sempre più in tutto il mondo.
Nel 2021, si sono verificate 182 interruzioni in 34 Paesi… I Paesi africani e asiatici hanno fatto ricorso a queste misure per controllare il comportamento, mentre l’India, in particolare nella regione del Jammu e Kashmir, afflitta da conflitti, è piombata nell’oscurità digitale più volte di qualsiasi altro Paese lo scorso anno…
In Etiopia e in Kazakistan, i disordini civili hanno provocato la chiusura di Internet nel tentativo dei governi di prevenire la mobilitazione politica e di impedire la diffusione di notizie sulla repressione militare.
In un’epoca connessa a Internet, interrompere la Rete equivale a bloccare praticamente tutto : comunicazioni, commercio, mobilità, rete elettrica.
Di conseguenza, tiranni ed aspiranti tali possono affidarsi a questa “cappa di oscurità” per portare avanti i loro loschi programmi.
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In Myanmar, ad esempio, l’interruzione di Internet è avvenuta nel giorno in cui avrebbe dovuto giurare un governo appena eletto democraticamente.
In quel momento i militari hanno organizzato un colpo di stato, prendendo immediatamente il potere.
Sotto la copertura di un blackout delle comunicazioni che ha praticamente isolato la popolazione dal resto del mondo, nella notte i golpisti hanno compiuto retate per prendere il potere, sfondando le porte delle case per arrestare politici, attivisti ed elementi di spicco anti-governativi.
Queste interruzioni delle comunicazioni imposte dal governo non servono solo a isolare, terrorizzare e controllare la popolazione, ma anche a sottolineare la mancanza di libertà dei cittadini di fronte a un potere governativo illimitato : i pulsanti “di emergenza” non sono più un’esclusiva dei regimi dittatoriali, ma fanno parte degli strumenti a disposizione dei governi “democraticamente eletti”.
L’autoritarismo digitale, come sottolineato dal Center for Strategic and International Studies, implica l’uso di tecnologie IT per sorvegliare, reprimere e manipolare la popolazione, mettendo a repentaglio i diritti umani e le libertà civili, cooptando e corrompendo i principi fondamentali delle società democratiche, tra cui la libertà di movimento, il diritto di esprimere liberamente il proprio dissenso politico e il diritto alla privacy, sia online che offline.
Per coloro che insistono sul fatto che tutto questo non può accadere (e non è mai accaduto) nel nostro “democratico” mondo occidentale, ecco alcuni esempi che dimostrano proprio il contrario.
Nel 2005, il servizio di telefonia mobile è stato interrotto in quattro grandi gallerie di New York, secondo quanto riportato, per evitare “potenziali esplosioni di bombe via cellulare”.
Nel 2009, durante l’insediamento del Presidente Obama, il segnale telefonico dei partecipanti è stato bloccato sempre per la stessa ragione.
Nel 2011, i pendolari di San Francisco hanno visto il segnale dei loro cellulari bloccato, questa volta per impedire eventuali proteste per l’uccisione di un senzatetto da parte della polizia.
Con gli shutdown sempre più difficili da individuare, chi può affermare con certezza che non stiano ancora accadendo e che nessuno di noi se ne possa accorgere ?
Sebbene un internet kill switch sia generalmente inteso come un arresto completo di internet, può anche includere un’ampia gamma di restrizioni come il blocco dei contenuti, il throttling, il filtraggio, l’arresto completo e il taglio dei cavi.
Come spiega Global Risk Intel :
Il blocco dei contenuti è un metodo relativamente moderato che impedisce l’accesso a un elenco di siti web o applicazioni selezionati.
Quando gli utenti tentano di accedere a tali siti o applicazioni, ricevono una notifica che indica che il server non è stato trovato o che l’accesso è stato negato dall’amministratore di rete.
Un metodo più sottile è il throttling.
Le autorità riducono la larghezza di banda per rallentare la velocità di accesso a determinati siti web.
Una connessione Internet lenta scoraggia gli utenti dall’accedere a determinati siti web e non desta immediati sospetti.
Gli utenti possono supporre che il servizio di connessione sia lento, ma non possono dedurre che questa circostanza sia stata autorizzata dal governo.
Il filtraggio è un altro strumento per censurare contenuti mirati e cancellare messaggi e termini specifici che il governo non approva.
Quante volte le persone che riscontrano errori di server e lentezza della rete attribuiscono la colpa a un servizio scadente ?
E chi sospetterebbe che gli errori dei server e la lentezza della rete Internet siano causati proprio dal governo ?
D’altronde, questi sono gli stessi governi che hanno imposto ogni tipo di violazione della libertà : lockdown, restrizioni della mobilità, sistemi di tracciamento delle comunicazioni, sorveglianza globale, censura.
Strumenti di dominazione e oppressione in un’epoca in cui Internet è diventata una componente fondamentale della nostra vita.
Non importa quali siano le giustificazioni date dai governi, il risultato finale è sempre lo stesso: un’espansione del potere governativo direttamente proporzionale all’oppressione dei cittadini da parte del governo.
Secondo Global Risk Intel, le motivazioni alla base di queste restrizioni sono molteplici :
Ad esempio, il kill switch serve a censurare i contenuti e a limitare la diffusione delle notizie.
Questo riguarda in particolare le notizie relative alla brutalità della polizia, alle violazioni dei diritti umani o alle informazioni educative.
I governi possono anche usare il kill switch per impedire ai manifestanti che esprimono critiche nei confronti del governo di comunicare tramite applicazioni di messaggistica come WhatsApp, Facebook o Twitter e di organizzare manifestazioni di massa.
Pertanto, le restrizioni a Internet possono essere utilizzate per regolare il flusso di informazioni e ostacolare il dissenso.
I governi ritengono che le limitazioni a Internet possano aiutare a fermare la diffusione delle “fake news” e a rafforzare la sicurezza nazionale e pubblica in tempi di disordini.
In un’epoca di crisi, in cui si assiste alla costruzione di poteri d’emergenza e di un tecnofascismo sempre più diffuso, il governo dispone già del know-how, della tecnologia e dell’autorità necessari.
Ormai gli manca solo la crisi “giusta” per azionare l’interruttore di sicurezza.
Per quanto riguarda gli USA, per esempio (ma analoghe leggi esistono più o meno in ogni paese occidentale), in base al Communications Act del 1934 firmato dal presidente Franklin D. Roosevelt, la legge autorizza il presidente a sospendere i servizi radio e telefonici senza fili “se lo ritiene necessario nell’interesse della sicurezza o della difesa nazionale” durante un periodo di “guerra, o minaccia di guerra, o stato di pericolo pubblico, o disastro, od altra emergenza nazionale, od al fine di preservare la neutralità degli Stati Uniti”.
In caso di crisi nazionale, il Presidente dispone di un vero e proprio arsenale di poteri di emergenza che scavalcano la Costituzione e che possono essere attivati immediatamente : imposizione della legge marziale, sospensione dell’habeas corpus, interruzione di tutte le forme di comunicazione, limitazione della mobilità, un kill switch per le comunicazioni.
L’emergenza nazionale può assumere qualsiasi forma, può essere manipolata per qualsiasi scopo e può essere utilizzata per giustificare qualsiasi obiettivo finale, il tutto su ordine esclusivo del Presidente.
Come possiamo appunto verificare leggendo la direttiva pubblicata qui sopra, le basi di questa follia risalgono a circa vent’anni fa, quando George W. Bush ha emanato furtivamente due direttive presidenziali che concedevano al Presidente il potere di dichiarare unilateralmente un’emergenza nazionale, definita in modo approssimativo come “qualsiasi incidente, indipendentemente dal luogo, che provochi livelli straordinari di vittime di massa, danni o interruzioni che colpiscono gravemente la popolazione, le infrastrutture, l’ambiente, l’economia o le funzioni governative degli Stati Uniti”.
Queste due direttive (National Security Presidential Directive 51 e Homeland Security Presidential Directive 20), che non necessitano dell’approvazione del Congresso, forniscono un quadro schematico delle azioni che il Presidente può intraprendere in caso di “emergenza nazionale”.
Il tipo di azioni che il Presidente intraprenderà una volta dichiarata l’emergenza nazionale non è molto chiaro da queste scarne direttive.
Tuttavia, una cosa è certa : in caso di emergenza nazionale, tali direttive conferiscono al Presidente un potere esecutivo, legislativo e giudiziario praticamente incontrollato.
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Il Paese sarebbe quindi soggetto alla legge marziale per impostazione predefinita, la Costituzione e il Bill of Rights verrebbero immediatamente sospesi.
Il kill switch di Internet sarebbe solo uno dei tanti strumenti per mettere a tacere la nazione e istituire la legge marziale.
Leggi di questo tipo sono ormai in vigore in tutti i paesi dell’Occidente “democratico”.
È molto probabile che esistano molte altre leggi segrete che i presidenti possono istituire in tempi di cosiddetta crisi senza la supervisione del Congresso, dei tribunali o dell’opinione pubblica.
Infatti questo tipo di leggi emanate da un singolo presidente non decadono al termine del suo mandato, ma continuano a rimanere in vigore, in attesa di essere usate (o meglio, abusate).
Considerata la propensione da parte dei governi a strumentalizzare una crisi nazionale dopo l’altra per espandere i propri poteri e giustificare ogni sorta di tirannia governativa nel cosiddetto nome della sicurezza nazionale, è solo questione di tempo prima che questo specifico potere di emergenza di bloccare la rete Internet venga attivato.
D’altra parte, un blackout totale delle comunicazioni è solo una forma più estrema di tecno-censura che stiamo sperimentando da anni per mano dei governi e dei loro alleati.
Ad esempio, anche se presentata come uno strumento per controllare la diffusione di informazioni false o fuorvianti (“fake news”) in nome della sicurezza nazionale, la limitazione dell’accesso ai social media è diventata un mezzo popolare di censura di Internet.
D’altra parte, tutte queste situazioni sono al centro di diversi casi cruciali all’esame della Corte Suprema degli Stati Uniti riguardo al diritto di controllare, regolare o rimuovere i contenuti condivisi su Internet.
Tuttavia, dalla tecno-censura non può certo venire nulla di buono.
Come ha scritto Glenn Greenwald su The Intercept :
La palese falsità che sta sempre alla base dei sentimenti a favore della censura è la credulona, illusoria convinzione che i poteri di censura saranno utilizzati solo per sopprimere le opinioni sgradite, mai le proprie.
Facebook non è un genitore benevolo, gentile e compassionevole, né un attore sovversivo e radicale che controlla il nostro discorso per proteggere i deboli e gli emarginati o per esercitare un nobile controllo sulle malefatte dei potenti.
Spesso, faranno esattamente il contrario : proteggeranno i potenti da chiunque tenti di minare le istituzioni elitarie e di mettere in discussione le loro ortodossie.
I giganti tecnologici, come tutte le aziende, sono tenuti per legge ad avere un obiettivo primario: massimizzare il valore per gli azionisti.
Useranno sempre il loro potere per compiacere i soggetti che ritengono esercitino il maggior potere politico ed economico.
Se poi a tutto questo si aggiungono le tecnologie di intelligenza artificiale, i sistemi di credito sociale e la sorveglianza di massa, non sarà nemmeno necessario esprimere un’opinione critica nei confronti del governo per cadere nella rete della censura digitale.
Alla fine sarà come aveva previsto George Orwell :
Telling the truth will become a revolutionary act.