La BCE sorprende ancora (in negativo)

Novembre 6, 2008 MacroEcoAnemia


La BCE sorprende ancora (in negativo)

Questa volta non ho proprio indovinato.

La BCE ha tagliato i tassi monetari dal 3,75% al 3,25%, con un calo di soli 50 punti base.
Al momento, sembra che il mercato non gradisca affatto questa decisione, ma è ancora presto.


La BCE sorprende ancora (in negativo)


Aspettiamo di sentire la conferenza stampa di Trichet per capire il perché di questa decisione, a questo punto “inconsueta“.

Intanto, la Svizzera ha deciso di tagliare i tassi (a sorpresa) di 50 punti base.

Indipendentemente però dai prossimi inutili discorsi di Trichet, la reazione negativa dei mercati è abbastanza comprensibile se si considera la situazione da un punto di vista psicologico.

La sensazione è più o meno questa.

Fino a poco tempo fa si parlava di “azione congiunta delle banche centrali“.
Poi, però, si vede che ciascuna banca ha preso decisioni in modo autonomo.


euro


Per cui il ragionamento che si fa è il seguente:

“Ma le banche centrali non decidevano congiuntamente?
Se la BOE taglia di 1,5%, vuol dire che in Inghilterra ci sono problemi molto più grandi che in Europa (ma non hanno il carico di CDS che sta mettendo a rischio l’Europa, è ovvio che molti Hedge hanno sede proprio a Londra)”.

Se invece la BCE oggi avesse tagliato di un punto, il ragionamento sarebbe stato :

“Bene, hanno il controllo della situazione congiuntamente.
La ripresa partirà in fretta, le cose potranno solo migliorare”.

Sono proprio dei dilettanti allo sbaraglio.

Hanno ripetuto all’infinito le solite barzellette sul controllo dell’inflazione.
Hanno continuato a farlo mentre si andava allegramente in deflazione, sbagliando (anzi, fingendo di sbagliare) tutte le analisi.

Adesso che la deflazione ci sta spazzando via e rischia di trasformarsi in una (Grande) Depressione, intervengono “alla viva il parroco“.
In questo modo riusciranno forse nel capolavoro – difficilmente ripetibile nei prossimi secoli – di creare inflazione tossica (cioè non legata alla crescita economica) in un periodo deflattivo.

E per cosa ?
Nel tentativo di sostenere il mercato, mandando i rendimenti dei BOT o dei titoli monetari, al netto dell’inflazione, e sperando che la gente comune investa in asset meno rischiosi.


il pensiero di 01.725.561


Ma la gente penserà, più o meno:

“E chi se ne frega dell’inflazione: teniamoci i nostri soldi – magari sotto il materasso – e se valgono un po’ meno pazienza.
Ma col Kaiser che li rimetto in mano a quei ladri di banchieri”.

Quando si vuole (s)vendere qualcosa, se si esagera con le lamentele sul prezzo, la controparte – se non è completamente addormentata – pensa che magari quel prodotto non ha neanche il valore che si chiede, e subito si insinua il dubbio che ci sia qualcosa che non va.


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