Agosto 16, 2011 EcoAnemia, Storie di sport e di vita
La lezione di Xavi Poves
Ha solo 24 anni, ma il calcio non lo appassiona più.
Sia chiaro, però : non si tratta del classico viziato che ha bisogno di essere “gestito” o del genio incompreso che vorrebbe più spazio e più soldi.
Al contrario, stiamo parlando di un giocatore che si è stancato delle basi su cui si fonda il mondo del calcio e di tutte le implicazioni nell’appartenere allo star system.Poteva essere l’inizio di una carriera di maggior rilievo, invece Javi ha deciso di dire basta.
Aveva già annichilito il suo club qualche tempo prima avanzando due richieste fuori dall’ordinario.La prima era quella di sospendere il pagamento del suo stipendio tramite transazioni bancarie, perché non voleva che si speculasse sul suo denaro ; la seconda fu quella di poter restituire l’automobile che il club gli aveva regalato : lo turbava l’idea di essere una persona sola e di possedere invece due vetture.
Così, ecco arrivare il momento della svolta, accompagnato da parole durissime.
“Ciò che si vede da dentro chiarisce molto : il calcio professionale è solo denaro e corruzione.
È capitalismo, e il capitalismo è morte. Non voglio stare in un sistema che si basa sui guadagni della gente grazie alla morte di altre persone in Sudamerica, Africa o Asia”.Il suo pensiero è davvero estremo.
“A che mi serve guadagnare 1000 € invece di 800, se sono macchiati di sangue, se si ottengono con la sofferenza e la morte di molta gente? La fortuna di questa parte del mondo è la disgrazia del resto: ciò che si dovrebbe fare è andare in ogni banca, bruciarla e tagliare teste”.Propositi sanguinari ?
Tutt’altro. “Antisistema o anarchico ?Non so chi sono, so solo che non voglio prostituirmi come fa il 99% della gente”, spiega, aggiungendo che tra i suoi progetti futuri c’è anche quello di studiare storia all’università o di trasferirsi in una delle parti povere del pianeta. “Voglio conoscere veramente il mondo e vedere quello che c’è”, conclude, assicurando che non gli servirà molto denaro.
“Sono stato in Turchia in ostelli da 3 €”, racconta.
Questa sua scelta drastica suona decisamente strana per molti, soprattutto per chi invece avrebbe voluto essere al suo posto. Per chi non si sente in pace con se stesso, però, rinunciare è l’unica scelta possibile.
Fonte : Eurosport-Yahoo
Il messaggio di Javi Poves è solo utopia (qui l’intervista completa al quotidiano abc.es per chi mastica lo spagnolo) o c’è qualcosa che non è riuscito a spiegare o, peggio, che i giornalisti hanno travisato nelle sue parole ?
Probabilmente entrambe le cose.
Ecco cosa ne penso della vicenda e quali pensieri ho avuto nel leggere questa notizia.
1. All’improvviso, in molti si sono (ri)scoperti anticapitalisti, ma hanno tre cellulari, due PC e vivono nell’agiatezza.
Io li manderei volentieri a Cuba, dove avrebbero uno stipendio medio di 10€ al mese e una razione di riso giornaliera decisa dallo Stato.
È troppo facile fare gli pseudo-moralisti dietro lo schermo di un PC, tra quattro mura di casa e con uno stipendio che entra nel loro conto corrente, anche se basso.
Ma d’altra parte sono lo specchio dei contestatori italiani, come Beppe Grillo (che possiede un superattico con vista lago a Paradiso del valore di qualche milione di CHF, più vari conti correnti in banche cantonali), o Italia dei Valori Mobiliari (c’è bisogno di aggiungere qualcosa ? ), o il leader di SEL (che ha perso milioni di € in speculazioni sbagliate sul Forex e poi ha negato di averle fatte, affermando che erano fondi regionali, perché tanto la SIM con cui operava era nel frattempo fallita), o il maghetto di Sondrio (che di lavoro faceva la consulenza per i grossi patrimoni a una celeberrima banca sita nella piazza principale di Lugano vicino al casinò e che sicuramente, a fine mandato politico, ci tornerà).
Potrei continuare all’infinito con la lista dei cosiddetti contestatori, ma conniventi in tutto e per tutto con il sistema. E questo sarebbe il nuovo da contrapporre al nano ? No, è uguale al vecchio.
2. Sono una persona giovane che ha avuto la fortuna di iniziare a ottenere utili dalla mia attività abbastanza presto, ma sono pienamente d’accordo con Xavi.
La validità di un sistema politico-economico, sia di destra che di sinistra (c’è qualche differenza oggi nel mondo, sinceramente ?), si misura dal grado di benessere medio che genera e dalle opportunità di sviluppo che crea. Il nostro mondo, Occidentale (USA inclusi), ha fallito in tutto e per tutto.
Sono stati completamente ribaltati i bisogni e le necessità, sono stati confusi affinché le logiche del profitto annientassero completamente quelle dell’etica.
La parabola esponenziale del progresso e dello sviluppo degli ultimi 20-30 anni non ha certo migliorato le condizioni di vita della stragrande maggioranza della popolazione : invece di lavorare di meno, la gente è costretta a lavorare sempre di più per mantenere un tenore di vita troppo elevato.
E chi è più ricco ?
Chi guadagna 300 € al mese e ne spende 50 per l’affitto o chi ne guadagna 1.300 e ne paga 1.000 ?
E questo senza contare tutte le spese per beni superflui e indotti.
3. Tutti sono talmente assorbiti dall’indifferenza da pensare esclusivamente al proprio tornaconto.
Questo, però, non farà altro che renderli ancora più infelici.
Molta gente si rovina con i soldi, con la droga, con la gelosia, con sentimenti che solo distruggono la loro vita.
Perché comprare sempre l’ultimo modello di computer, cellulare, macchina, orologio, profumo e tante altre cose banali che hanno solo l’effetto di rendere più poveri ?
4. Personalmente sono d’accordo su tutto, compresa la necessità di “distruggere le banche“.
Da leggere ovviamente in modo metaforico, perché un mondo senza banche sarebbe un mondo senza circolazione di denaro, quindi primitivo e arretrato.
Ma una bella ridimensionata a gente come Pandit, Cassano, Blankfein, Paulson e simili sarebbe proprio necessaria.
Non sarebbe necessario tagliare le loro teste, basterebbe mandarli a lavorare sul serio anziché a speculare in derivati finanziari al fine di affossare intere economie di paesi e poi prendere possesso per quattro soldi dei loro beni.
E non in fabbrica, ma con uno stipendio da 3.000 euro al mese (quindi più di tre volte tanto la media italiana).
Per questa gente sarebbe una punizione più grande della pena di morte..
5. Quanti sarebbero stati in grado di pensare e agire allo stesso modo ?
Quanti rinuncerebbero alla propria fama e al proprio denaro ?
Xavi Poves ha avuto il coraggio di opporsi al sistema.
Ovviamente, la cosa più facile è che la gente pensi che sia tutta una farsa, un complotto per raggiungere fini reconditi.
E sapete perché la pensa così ?
Perché non sarebbero mai in grado di imitare il suo gesto.
Nessuno (o quasi) riesce a opporsi al sistema in cui vive per paura di perdere quello che ha ottenuto e che gli garantisce la sopravvivenza, ovvero lo stipendio che gli passa il padrone, il favore che gli fa l’amico.
Sono dei codardi, corrotti e corruttibili, spesso disonesti e incuranti di ciò che li circonda nell’atto di arraffare quanto più possibile.
Bravo Xavi, al di là delle tue idee politiche che non condivido, ammiro la coerenza, un valore non in vendita.
La tua scelta, infatti, è quella di una persona libera da tutti gli orpelli della società e da tutte le convenzioni più o meno scritte che esistono.
Sono sicura che i tuoi orizzonti saranno sempre luminosi e irradieranno luce, perché la coerenza verso se stessi è un faro di luce.
E se per me non è stato difficile, dato che essere libera da ogni convenzione societaria è una diretta conseguenza delle mie vicende di vita, per te deve essere stato tremendamente difficile.
L’unica differenza è che io ho deciso di combattere il sistema dall’interno, continuando a combattere le malefatte, a denunciarne le inefficienze e a segnalare le truffe, ma senza farne in alcun modo parte.
Ma ambedue non ne sentiamo la mancanza.
E soprattutto non abbiamo paura di finire dall’altare alla polvere.