La marcia dei Cavalli

Gennaio 2, 2024 Il lato oscuro degli scacchi, Storia nascosta

Sbagli, t’inganni, ti sbagli soldato
Io non ti guardavo con malignità,
Era solamente uno sguardo stupito,
Cosa ci facevi l’altro ieri là ?

T’aspettavo qui per oggi a Samarcanda
Eri lontanissimo due giorni fa,
Ho temuto che per ascoltar la banda
Non facessi in tempo ad arrivare qua.

Roberto Vecchioni – Samarcanda


La marcia dei Cavalli

Si sono appena conclusi i Campionati Mondiali di scacchi Rapid e Blitz, che quest’anno si sono svolti a Samarcanda.
In entrambe le cadenze, la vittoria è andata al favorito, l’ex campione del mondo di scacchi classici a cadenza “normale” Magnus Carlsen.

Ma alla fine della prima giornata delle partite del Campionato del Mondo Blitz si è verificato un curioso “incidente” (o meglio, un evento di chiara matrice “rituale“) nella partita fra due rappresentanti della Federazione Russa : i Grandi Maestri Dubov (arrivato secondo dietro Carlsen sia nella cadenza Rapid che in quella Blitz) e Nepomniachtchi (finalista dell’ultimo campionato del mondo a cadenza “normale”, sconfitto al Tie Break dal GM cinese Ding Liren).



L’arbitro del torneo, invocando gli articoli 11.1 e 12.9.5, ha dato lo 0-0 per entrambi i giocatori per “condotta antisportiva” e “risultato pre-arrangiato“.


La marcia dei Cavalli


Una decisione che a prima vista può apparire corretta, ma che in realtà non è priva di ipocrisia.
Tutti (a partire dall’arbitro, ovviamente) sanno bene che negli scacchi esistono decine e decine di varianti teoriche che portano rapidamente a una patta, se lo si desidera (senza contare le partite il cui risultato viene pre-arrangiato prima della partita) ; ma di solito non sono così “appariscenti“.

In realtà, molto probabilmente la patta tra Daniil Dubov e Ian Nepomniachtchi (che forse non ricorda le proprie origini) simboleggia l’indisponibilità a combattere di entrambe le “parti in guerra” (la Federazione Russa e l’Ucraina), trascinate in un innaturale conflitto ritualistico cabalistico con torbidi obiettivi talmudici.

La spiegazione più semplice del significato nascosto di questa partita è che Dan e Ivan volevano semplicemente comunicare alla scacchiera nella lingua dei vicoli di San Pietroburgo.

E come dimostra la concreta pratica politica (negromantica), lo YAPP è un misto di yiddish, ebraico e aramaico.

Provo a interpretare il dialogo tra i due giocatori.
Verranno prese prima le lettere dell’alfabeto aramaico e poi si considereranno i valori numerici come designazioni numeriche delle lettere.
Le vocali sono arbitrarie.

1. Nf3 Nf6 2. Nd4 Nd5 3. Nb3 Nb6 4. Nc3 Nc6 5. Ne4 Ne5 6. Ng5 Ng4 7. Nf3 Nf6 8. Ng1 Ng8 9. Nc5 Nc4 10. Na4 Na5 11. Nc3 Nc6 12. Nb1 Nb8

All’inizio tutto è chiaro :

1. Vaffanculo Nepo

Anche alla seconda mossa tutto è più o meno chiaro :

2. Nadad (נָדַד – vagare, errare, emigrare).

Ian raccoglie ed approva immediatamente questa idea :

Nuda (נֻדָּה – essere ritualmente impuro, essere ostracizzato, bandito, ricevere lo status di agente straniero).

Ma già alla terza mossa gli avversari cominciano ad avvedersi, ritirando i loro cavalli sulla terza traversa :

3. Nabag (נבג – spora ; una chiara allusione alla diaspora, all’esilio, alla terra straniera ; ma forse, poiché i cavalli sono già rientrati nella terza traversa + terza mossa, non si tratta di gimel, ma di lamed con il valore gematrico di 30, e quindi è sottinteso nawal (נָבַל), cioè “appassire”, “seccare” (in terra straniera), così come galut, gulah/GULAG, e il destino di GLH/sharikov – canaglia, furfante, pecora nera del chessed – anche נבל – nawal).

C’è anche un nuovo accenno di insulti e parolacce, confermate dalla risposta di Ian Nepomniachtchi :

3… nibu (l) נבול – parolaccia, sporcizia, oscenità.

E così via fino alla fine.
Si può notare che si tratta di una conversazione molto emotiva tra Dan e Ian.

Naturalmente, per poter interpretare appieno il linguaggio nascosto di questa partita rituale, sarebbe necessario l’intervento di un esperto di aramaico (lingua che io non conosco).
C’è qualche lettore in grado di aiutarmi a fornire un’interpretazione più precisa ?



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