Aprile 14, 2010 Ologrammi proibiti di vita reale
La prevenzione si fa tutti i giorni
Il numero dei casi di abuso sessuale su minori fa paura, e soprattutto è in forte crescita.
Non solo a causa dei recenti scandali venuti alla luce nella Chiesa cattolica, ma è tristemente diffuso in tutti gli strati sociali,da quelli più abbienti a quelli meno abbienti.
L’ampiezza di questo dramma non può essere però esclusivamente definita da cifre e numeri allarmanti.
I veri problemi si chiamano omertà e tabù , che nascondono infatti la vera entità di questa terribile piaga sociale.
Ma soprattutto , in più della metà dei casi registrati è una persona che fa parte della cerchia della famiglia – e non un “orco” estraneo – il molestatore.
Naturalmente tanti genitori si sentono impreparati di fronte a questa situazione sconcertante e si chiedono come proteggere i propri figli dagli abusi sessuali.
Per questo motivo, fra i tanti articoli a riguardo presenti in rete, ho scelto di riportarne uno della psicoterapeuta svizzera Brigitte Seifert, che vanta una lunga esperienza nella terapia di bambini, adolescenti e adulti con alle spalle esperienze traumatiche.
La prevenzione si fa tutti i giorni
Come è possibile prevenire un abuso sessuale ?
Brigitte Seifert : La prevenzione avviene soprattutto nella vita di tutti i giorni, a scuola e a casa, attraverso il rispetto dei limiti, anche in ambito sessuale.
È importante dedicare tempo e attenzioni ai figli. Si rischia altrimenti che i bambini cerchino di soddisfare il bisogno di affetto al di fuori della stretta cerchia familiare.
Lo sviluppo di una sana autostima e la consapevolezza del proprio corpo permette ai figli di percepire i limiti.
I genitori devono prendere sul serio sensazioni ed emozioni provate in determinate situazioni dai propri figli e invitarli a esprimerle.
Ciò permette loro di riconoscere quando si trovano di fronte a una situazione spiacevole e di difendersi da un possibile abuso.
Varie associazioni organizzano corsi di prevenzione che coinvolgono i bambini.
Qual è la loro efficacia ?
B.S.: I corsi sono utili soprattutto ai bambini che non presentano dei deficit nell’autostima e nella conoscenza delle proprie emozioni e sensazioni.
Durante un programma di prevenzione imparano delle strategie per dire «no», per difendersi.
Per i bambini che crescono in una famiglia incapace di dedicare loro la giusta attenzione e di insegnare loro a fidarsi delle proprie sensazioni di «pancia», in dieci ore non credo che sia possibile recuperare questo vuoto.
Ma come distinguere un pedofilo ?
B.S.: Non c’è uno stereotipo e non sarebbe giusto crearne uno.
Inoltre, se fino a poco tempo fa si considerava la pedofilia un problema prettamente maschile, oggi si sa, che questa devianza sessuale tocca anche le donne, anche se in maniera minore.
Quando si può parlare di abuso sessuale su minori ?
B.S.: L’abuso sessuale c’è quando un adulto interagendo con un minore si sente eccitato sessualmente.
Quando un bambino viene coinvolto in attività sessuali che quest’ultimo non comprende, per le quali non sa dare risposte adeguate.
Quali sono le conseguenze per la vittima?
B.S.: L’abuso sessuale provoca sempre un trauma e segna pesantemente l’esistenza futura della vittima.
Le conseguenze dipendono da vari fattori, quali l’età della vittima, la relazione esistente fra i soggetti coinvolti, la frequenza, la durata.
Numerosi studi dimostrano che i bambini subiscono gravi disturbi nello sviluppo del comportamento, della personalità, della sessualità e che denotano difficoltà a stabilire rapporti di fiducia con il prossimo.
Lo spettro delle conseguenze è però molto più ampio.
Per la vittima è inoltre difficile parlare di ciò che ha vissuto.
B.S. : Sì, molte donne che seguiamo in terapia parlano dei loro sensi di colpa e del fatto che non hanno opposto resistenze e che anzi si sentivano gratificate dalle attenzioni che ricevevano.
Interpretano così in modo sbagliato le intenzioni dell’abusante nel quale avevano fiducia e dal quale non si aspettavano niente di male.
Le vittime sono completamente disorientate e insicure.
Oltre ai sensi di colpa, si aggiunge anche una grande vergogna, sentimenti che impediscono alle vittime di rompere il silenzio e di passare alla denuncia.
Con la denuncia inizia un altro traumatico capitolo per la vittima. Perché?
Molto spesso la vittima svela il suo segreto ad anni di distanza dall’abuso sessuale.
Con la denuncia, sporta da un amico, da un conoscente o da un insegnante, le sofferenze vissute in passato vengono fatte riaffiorare e i sensi di colpa ritornano a farsi strada.
La vittima non sa inoltre come andrà a finire, se l’abusante verrà condannato e come reagiranno le persone che la conoscono.
Come ci si deve quindi comportare se si viene a conoscenza di un caso di abuso ?
B.S.: Per me è importante che la vittima sia disposta ad affrontare il peso di un’eventuale inchiesta penale.
Denunciando, infatti, si rischia di sommare altra violenza a quella già vissuta in precedenza.
La vittima deve poter parlare della sua esperienza senza la paura di vedersi coinvolta immediatamente in una procedura penale.
Deve essere accompagnata da uno specialista nel difficile processo che porta alla denuncia.
Si rischia altrimenti che la vittima mantenga il segreto sul suo drammatico vissuto perché ha paura delle conseguenze e non vuole più riaprire ferite psicologiche ed emotive che era riuscita parzialmente a chiudere.