La salute dei mari e degli allevamenti ittici contraddice le previsioni degli allarmisti climatici

Ottobre 16, 2024 Global Warming

 Ancora una volta, la realtà contraddice la falsa crisi climatica che, ormai, domina ogni giorno l’attenzione sia dei media che della politica.

Veronica Baker


La salute dei mari e degli allevamenti ittici contraddice le previsioni degli allarmisti climatici

La salute dei mari
La salute dei mari. Il numero di catture da stock biologicamente sostenibili è in aumento…

Gli oceani sono ancora avvolti nel mistero per l’umanità.

Tuttavia, le prove emerse dagli studi scientifici dimostrano che la vita marina potrebbe addirittura trarre vantaggio dal relativo aumento delle temperature moderne

Contrariamente alle iperboli dei giornalisti sul clima, non si è mai verificato un aumento allarmante delle temperature globali della superficie del mare.

Ed anche se queste ultime dovessero aumentare in modo sostanziale, i pesci migrerebbero semplicemente verso acque più fresche.

I pesci possiedono anche meccanismi di adattamento naturali.
Fin dalla loro comparsa nelle acque terrestri, si sono evoluti geneticamente in modo da poter sopravvivere e prosperare in una varietà di ambienti.

Oltre alla capacità di adattamento genetico a livello generazionale, i pesci mostrano anche una plasticità fenotipica a breve termine che consente loro di adattarsi alle temperature e ad altri agenti atmosferici.

Quando questi meccanismi agiscono insieme, forniscono una protezione contro gli effetti negativi dell’ambiente.

Nonostante tutto ciò, non è certo raro leggere notizie relative a un prossimo crollo delle attività ittiche a causa della cosiddetta crisi climatica.
Tuttavia, i dati reali contraddicono queste notizie negative, indicando invece che nei prossimi decenni si assisterà a un aumento.



Uno studio scientifico del 2016 ha raccolto il più grande database del suo genere e lo ha abbinato a modelli bioeconomici all’avanguardia per più di 4.500 attività di pesca in tutto il mondo, evidenziando come, a livello globale, le attività ittiche trarranno profitto dall’aumento delle specie marine.

Naturalmente, la portata del successo commerciale dipenderà dalle leggi emanate dai singoli Stati.



Nel 2020, si è registrata una produzione record di 214 milioni di tonnellate, provenienti sia dalle attività di pesca selvatiche che dall’acquacoltura.
Secondo il rapporto The State of World Fisheries and Aquaculture del 2022, tale produzione dovrebbe crescere ulteriormente del 14% entro il 2030.

Inoltre, secondo l’OCSE e la FAO, che hanno pubblicato le loro ultime ricerche sull’argomento nel loro più recente Agricultural Outlook, il pesce dovrebbe diventare anche più conveniente, con una probabile diminuzione dei prezzi tra il 2024 e il 2029.

Nel 2017, circa il 65% degli stock ittici era biologicamente sostenibile.
L’indice che misura la salute della popolazione ittica globale è definito dal Maximum Sustainable Yield (MSY), ovvero il punto di equilibrio in cui il patrimonio ittico è in grado di sostenersi senza restrizioni alla pesca.

L’ultimo rapporto pubblicato nel 2022 afferma che è in crescita anche il numero dei pesci pescati da riserve biologicamente sostenibili.
Ciò significa che è possibile aumentare le quantità di pesce pescato senza mettere a rischio la singola specie (o la pesca in generale).

Sebbene permangano alcune preoccupazioni per alcune specie, gli studi dimostrano che la maggior parte degli stock ittici è stabile o in miglioramento nelle regioni in cui sono disponibili dati di alta qualità sulle popolazioni.



In breve, le minacce alla pesca non provengono certo da mari “vuoti”, ma piuttosto dall’impatto di attività come la pesca illegale e il sovrasfruttamento delle risorse ittiche.
È inoltre ormai certo che il pesce, una importante fonte di proteine, rimarrà disponibile a lungo e in grandi quantità.

Quindi, ancora una volta, la realtà contraddice la falsa crisi climatica che, ormai, domina ogni giorno l’attenzione sia dei media che della politica.


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