Le 10 regole del controllo sociale

Novembre 28, 2022 Totalitarismo

Un meccanismo geniale, un controllo molto più subdolo ed efficace di quanto il grande Orwell fosse riuscito a immaginare.

Veronica Baker


Le 10 regole del controllo sociale

Un tema decisamente noto.
Ma è sempre meglio ricordare come funzionano certi “meccanismi”.


Le 10 regole del controllo sociale


Noam Chomsky, professore emerito al Massachusetts Institute of Technology, ha elaborato da tempo una lista di 10 regole del controllo sociale.
Si tratta delle strategie utilizzate per manipolare l’opinione pubblica attraverso i mass media.


La strategia della distrazione

L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia della distrazione.

In poche parole, deviare l’attenzione del pubblico da problemi importanti e dai cambiamenti decisi dalle élite politiche ed economiche attraverso continue distrazioni, informazioni insignificanti e temi senza vera importanza.

Una strategia indispensabile per impedire al pubblico di interessarsi alle conoscenze essenziali nell’area della scienza, dell’economia, della psicologia e della neurobiologia.

Creare problemi e poi proporre soluzioni

Questo metodo è anche chiamato “problema – reazione – soluzione“.

Si crea un problema, una situazione che si prevede causerà una reazione (prevedibile) da parte del pubblico, con lo scopo di far sì che sia proprio il pubblico a richiedere l’adozione delle misure che si desidera far accettare.

La strategia della gradualità

Per far accettare una misura inizialmente inaccettabile, è sufficiente applicarla gradualmente, per diversi anni consecutivi.
È così che, durante il decennio degli anni ’80 e ’90, condizioni socio-economiche radicalmente nuove come il neoliberismo sono state imposte.

La strategia del differire

Un altro modo per far accettare una decisione impopolare è presentarla come dolorosa e necessaria, ottenendo l’applicazione pubblica, nel presente, di un’applicazione “futura“.

Infatti, è più facile accettare un sacrificio “futuro” anziché uno “immediato“.
Il pubblico, la massa, tende a sperare ingenuamente che “domani andrà meglio” e che, quindi, il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato.

Questo dà più tempo per “abituarsi” all’idea del cambiamento e accettarlo quando arriverà il momento “giusto“.

Rivolgersi al pubblico come se fosse composto da bambini

La maggior parte della pubblicità utilizza discorsi, argomenti, personaggi e, soprattutto, un tono di voce infantile, quasi lo spettatore fosse un bambino.
Più si cerca di ingannare, più si usa un tono infantile.

Infatti, in base alla suggestionabilità, la gente tenderà a rispondere (o reagire) come un bambino.

Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione

Sfruttare l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito nell’analisi razionale.
Inoltre, l’uso del registro emotivo permette di aprire la porta di accesso all’inconscio, dove è possibile impiantare ed iniettare idee, desideri, paure e timori.

Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità

In altre parole, bisogna fare in modo che il pubblico non comprenda i metodi e le tecnologie usati per il suo controllo e la sua schiavitù.
La qualità dell’istruzione fornita alle classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile.

Stimolare il pubblico a essere compiacente con la mediocrità

Spingere il pubblico a ritenere che sia di moda essere stupidi, volgari e ignoranti.

Rafforzare l’auto-colpevolezza

Far credere a un individuo che è esclusivamente lui il responsabile dei propri problemi.
In questo modo, invece di ribellarsi, l’individuo si svaluta e si incolpa, cosa che a sua volta crea uno stato depressivo, uno degli effetti del quale è l’inibizione delle sue possibili azioni contro il “sistema”.

Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano

I rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e soprattutto utilizzate da chi detiene il cosiddetto “potere“.

Infatti, grazie alla biologia, alla neurobiologia e alla psicologia applicata, il “sistema” possiede conoscenze approfondite dell’essere umano, sia della sua forma fisica che psichica.

Questo significa che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore (e di conseguenza un enorme “potere“) sugli individui, decisamente maggiore rispetto a quello che gli stessi individui possano esercitare su di sé.


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