Ottobre 24, 2021 Testimonianze di un genocidio
La gran massa dei tedeschi ignorò sempre i particolari più atroci di quanto avvenne più tardi nei Lager.
Lo sterminio metodico e industrializzato sulla scala dei milioni, le camere a gas tossico, i forni crematori, l’abietto sfruttamento dei cadaveri, tutto questo non si doveva sapere, ed in effetti pochi lo seppero, fino alla fine della guerra.Per mantenere il segreto, fra le altre precauzioni, nel linguaggio ufficiale si usavano soltanto cauti e cinici eufemismi.
Non si scriveva “sterminio” ma “soluzione definitiva”, non “deportazione” ma “trasferimento”, non “uccisione col gas” ma “trattamento speciale”, e così via.
Le pagine della vergogna
Ancora una volta, eruzioni cutanee diffuse dopo la inoculazione del veleno…
I magnetometri rilevano radiazioni dai cosiddetti inoculati.
Pili, 55 anni, racconta la sua “esperienza” con il veleno Pfizer.
Dall’essere in buona salute a non essere più se stessa : mal di testa, vomito, stanchezza, letargia, emorragia mestruale dopo la menopausa, orticaria sul corpo, dolore al petto, soffocamento.
Suo padre è morto un mese dopo essere stato “vaccinato” a causa di un ictus.
Pili è una nonna e chiede vivamente di non inoculare i bambini.
Un’altra testimonianza reale.
Altra giovane di 17 anni vittima del veleno.
Tragedia in un campo di calcio : muore calciatore della Dinamo Bucarest di 26 anni per “improvviso arresto cardiaco”.
Ovviamente la causa è “ritardo nei soccorsi”.