Febbraio 25, 2012 Internet e virtual life
Leggende metropolitane su FB
Non sono una fan di Facebook e non credo alle storie sul genio di Zuckerberg (ne ho già parlato a lungo: il maggior azionista e finanziatore di FB è la CIA, inoltre Zuckerberg stesso è stato invitato alla riunione della più potente lobby mondiale economico/finanziaria, cioè il Bilderberg, per altro in buona compagnia dei CEO di Amazon e Google).
Ne diffido perché, attraverso il grimaldello ludico, Facebook sta schedando tutti noi (e infatti personalmente mostro su FB solo ciò che voglio veramente mostrare e condividere, indipendentemente dal fatto che io non ho davvero nulla da nascondere): sa i nostri gusti, conosce i nostri amici, dove andiamo, le nostre tendenze sessuali, scheda ogni post e ogni foto, senza dover rispondere a nessuna autorità.
E censura, eccome se censura (ovviamente principalmente i contenuti dei gruppi in chiaro, quelli di cui ha maggiormente il controllo).
Grazie all’ostinazione di una precaria pagata un dollaro all’ora, è saltato fuori il manuale che rivela la politica aziendale su come trattare i presunti abusi commessi dai suoi clienti.
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A fin di bene, naturalmente.
Si puniscono il razzismo, le molestie sessuali e le minacce.
Ok, fin qui tutto bene, siamo tutti d’accordo.
Il manuale prevede inoltre che non si possano fare inviti sessuali espliciti, rappresentare giocattoli e feticci erotici in contesti sessuali, utilizzare immagini ritoccate con Photoshop in negativo, usare un linguaggio esplicito e violento.
Ancora tutto ok, nulla da dire.
Ma il divieto di pubblicare foto di donne che allattano al seno, per esempio, è una cosa decisamente dubbia (non mi pare che possano essere immagini volgari o dal contenuto erotico, ma sono di una dolcezza infinita) soprattutto considerando che si possono pubblicare immagini contenenti fluidi corporei di ogni genere e teste spappolate.
Mi sembra la classica censura all’americana, dove in “Tivvù” è vietato il turpiloquio, ma poi mandano in onda macabri servizi ai limiti dell’etica (chi abbia mai visto almeno una rete televisiva USA sa di cosa sto parlando).
Inoltre, questo potere censorio, che è universale ma non ha alcuna legittimità formale, potrà essere usato per censurare idee scomode, denunce contro certi potenti e movimenti di protesta.
Facebook è potenzialmente un nuovo Grande Fratello, ma così utile e divertente (oltre che molto alla moda) che quasi nessuno ne individua e ne denuncia la pericolosità.
Occhio, non aiutiamoli a lavarci il cervello.