Maggio 23, 2022 Chiavi dell’Abisso
Siamo, indubbiamente, in interazione con il nostro Sole più di quanto immaginiamo.
L’enigma delle macchie solari
Un paio di decenni fa, quando ancora si poteva discutere liberamente, in due delle principali riviste scientifiche italiane – “Nexus. New Times Magazine” (Ed. Italiana), n. 5, Maggio-Giugno 1996 ed “Oltre la conoscenza“, n. 19, Dicembre 1997 – fu pubblicato un interessante articolo a cura del giornalista/ricercatore Giuseppe Cosco sulle macchie solari.
Il contenuto, pur se davvero molto datato, presenta degli spunti decisamente attuali.
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Il sole non è solo fonte di luce e calore, essenziali per la vita sul nostro pianeta, ma interferisce pericolosamente con tutti i processi vitali del nostro pianeta.
Studi molto seri attribuiscono all’attività solare effetti negativi sulla psiche umana e provocherebbe epidemie e sconvolgimenti sociali.
Prima di tutto, ecco qualche dato essenziale per conoscere alcuni aspetti importanti del nostro sole.
Dalla sua superficie, chiamata fotosfera, si diffondono sulla Terra luce, calore, onde di frequenza simile a quella delle onde radio e radiazioni corpuscolari.
Il peso di materia che il Sole irradia nello spazio sotto forma di luminosità ogni secondo è di quattro milioni e mezzo di tonnellate.
Ogni giorno, sulla Terra, arrivano 160 tonnellate di luce.
A questo punto, vale la pena constatare che l’energia utilizzata da tutti gli abitanti del nostro pianeta in un secondo non supera il miliardesimo di grammo.
Questo dato fa riflettere sull’imponenza dei processi nucleari all’origine dell’attività solare.
Osservando con attenzione una foto del sole in cui erano presenti delle macchie scure, l’astronomo Paul Muller descrisse il fenomeno, già notato da tempi lontanissimi, nel modo seguente :
“Si tratta di buchi o di depressioni considerevoli che vanno da qualche centinaio a diverse migliaia di chilometri; nel più grande di essi, tutta la Terra entrerebbe agevolmente”.
Sotto la cromosfera si estende la fotosfera, che è possibile osservare durante le eclissi di Sole.
Qui avvengono le eruzioni solari, ovvero getti di materia incandescente che possono raggiungere altezze di molte centinaia di migliaia di chilometri.
Le macchie solari sono state osservate per la prima volta dai cinesi nel 165 a.C.
La scoperta della periodicità delle macchie solari, con un ciclo undecennale, fu documentata e descritta per la prima volta da un astronomo dilettante, H.F. Schwabe, nel 1843.
Le particelle elettrizzate scagliate dal Sole sulla Terra suscitano tempeste magnetiche.
A questo proposito, H.J. Eysenck e D. K. B. Nias hanno scritto :
“Oggi sappiamo che le macchie solari sono aree della superficie solare in cui un freddo anormale è associato a un’intensità magnetica molto alta e in cui si verificano grandi emissioni di altre radiazioni e di particelle cariche.
Le radiazioni impiegano circa otto minuti a raggiungere la Terra, mentre le particelle cariche un giorno o più.
Le macchie solari producono anche un aumento del “vento solare”, una corrente continua di gas ionizzato che fuoriesce dal Sole.Non si sa perché il sole abbia le macchie e non si sa con certezza in cosa consistano realmente.
Le macchie solari appaiono e scompaiono continuamente.La loro durata è soggetta a una grande variabilità : alcune durano solo un paio di giorni, mentre altre possono durare oltre un mese.
Tuttavia, nel loro insieme, presentano un andamento ciclico che aumenta fino a un massimo di attività ogni 11,1 anni”.
Lorenzo Pinna su “Focus” (N. 58 – agosto 1997) invece ha riportato :
“Nel frattempo, si indaga sulle macchie solari con la tecnica dell’eliosismologia’.
Uno speciale telescopio, chiamato Michelson doppler Imager, controlla una griglia di un milione di punti sulla fotosfera.Gli astrofisici hanno così scoperto che i gas si propagano nella zona convettiva a oltre un chilometro al secondo, cioè più velocemente di un jet militare, e che forti campi magnetici si creano dove i flussi di gas convergono.
Sarebbero cioè i gas, nel loro moto turbolento, a “comprimere” le linee dei campi magnetici, creando zone di magnetismo più intenso : le famose macchie”.
Esiste una relazione tra l’intensità delle macchie solari e le alterazioni psichiche ?
Sembrerebbe proprio di sì.
Per quanto riguarda i suicidi (e non solo), significative relazioni erano state ipotizzate già da tempo.
B. e T. Dull, più di sessanta anni fa, dopo anni di studi, comunicò di aver osservato un sensibile aumento di suicidi, pari all’8%, in giorni di grande attività solare.
Un altro settore di ricerca ha individuato perturbazioni di questo tipo quale causa di incidenti.
Due ricercatori, Tromp (1963) e Lynn (1971), hanno pubblicato lavori simili.
Nel primo studio, R. Reiter, dopo aver studiato 362.000 incidenti accaduti nell’industria in due anni, aveva scoperto che questi avevano subito un incremento dal 20 al 25% in periodi di intensa attività solare.
Reiter ottenne analoghi risultati in un secondo studio relativo a 21.000 incidenti stradali.
Sono state trovate relazioni anche tra gli infarti cardiaci e le perturbazioni solari.
Nel 1959, sul Bollettino dell’Accademia di Medicina del numero di marzo, il dott. M. Poumailloux, presso l’ospedale parigino Saint-Antoine, scriveva :
“Le nostre osservazioni hanno messo in luce una correlazione davvero impressionante tra l’aumento degli infarti al miocardio e le fasi di massima attività solare e di picchi di agitazione geomagnetica”.
Inoltre, già nel 1945 era stato osservato che la curva della mortalità per malattie cardiache nell’ex Unione Sovietica era stata in stretta relazione con l’indice delle macchie solari. (Fonte: Pejarskaia, citato da N. Schulz, Annales médicales de Nancy, maggio 1962, pag. 182).
In India, uno studio in tal senso è stato condotto dai dottori Malin e Srivastava nel 1979.
Il periodo preso in considerazione va dal 1967 al 1972.
I due studiosi hanno analizzato 5.000 casi di ricovero per infarto avvenuti in due ospedali e li hanno messi in relazione con l’indice giornaliero di attività geomagnetica terrestre e con l’intensità delle macchie solari.
I due studiosi giunsero a una conclusione molto significativa.
Lo scienziato sovietico A.L. Tchijewsky (1897-1964), professore presso la Facoltà di medicina dell’Università di Mosca, che aveva a lungo studiato il problema, raccogliendo dati da 72 paesi fin dal 600 a.C., scoprì un evidente parallelismo tra epidemie, guerre, grandi migrazioni e rivoluzioni, e il ciclo undecennale del sole.
Secondo Tchijewsky, tutte le epidemie e i grandi cambiamenti sociali mostrano una periodicità di undici anni.
Era nota da tempo la periodicità di circa undici anni per la difterite, ma se ne ignorava il motivo.
Tchijewsky ne evidenziò il parallelismo con il ciclo undecennale del sole.
Identica relazione evidenziò lo studioso russo per la meningite cerebrospinale, che studiò in diversi Paesi, e per i cicli delle macchie solari negli anni 1800-1920.
Il dott. B. Rudder, direttore della Clinica Pediatrica dell’Università di Francoforte, confermò le conclusioni di Tchijewsky con successive e più estese ricerche.
Altri lavori hanno documentato un rapporto tra il ciclo undecennale solare e l’infezione difterica e il numero dei casi verificatisi a Vienna e a Budapest (osservazioni fatte sugli anni: 1885 – 1900 – 1905 – 1910 – 1915 – 1920 – 1925 – 1930 – 1935). (Fonte: H. Berg, Symposium international sur les relations entre phénomènes slaires terrestres en chimie-physique et biologie, Presses Académiques Européennes, Bruxelles, 1960, pag. 160).
Nel 1915 Alexander Tchijewsky pubblicò un lavoro dal titolo “Influenza periodica del Sole sulla biosfera“, nel quale dimostrava la relazione tra i fenomeni di perturbazione solare e la vita sul nostro pianeta.
Tchijewsky scoprì anche una significativa coincidenza con le maggiori epidemie di peste e la periodicità delle macchie solari.
Per questo studio, risalì fino al VI secolo d.C.
Studiò ottanta epidemie di peste, verificatesi tra il VI e il XIX secolo in Europa, e scoprì che ben 52 di queste, il 65%, si erano scatenate in periodi di massima attività solare.
Secondo Tchijewsky, le epidemie, come il Sole, hanno una periodicità di circa undici anni.
Di seguito, uno specchietto relativo a epidemie di colera ed attività solare, tratto dal suo lavoro in lingua russa “Trattato di climatologia biologica e medica” (1934), al capitolo “Azione dell’attività solare sulle epidemie” (pagg. 1034-1041) :
Attività solari epidemie di colera
Massima Minima Inizio Massimo Fine
1816 1823 1816 1817 1823
1830 1833 1827 1829-31 1833
1837 1837
1848 1856 1844 1848 1857
1860 1867 1863 1863-66 1875
1870 1878 1870-72
1883 1889 1883 1883-86 1889
1894 1900 1890 1892-94
A questo proposito, Lev Brovov scrisse :
“La commissione, presieduta dal prof. B. M. Kedrov, concluse che i lavori e le idee di Tchijewsky avevano un notevole valore scientifico”.
Altri studiosi continuarono le ricerche di Tchijewsky, ottenendo sempre risultati che dimostravano un’effettiva influenza solare sulla vita del nostro pianeta.
Per più di 20 anni, il biologo giapponese Maki Takata (1951) lavorò al test per misurare l’albumina nel siero sanguigno.
Il test, denominato Reazione di Takata, consente di calcolare l’Indice di flocculazione dell’albumina nel sangue.
L’indice è piuttosto costante nei soggetti maschili sani, mentre nelle donne è influenzato dalle mestruazioni.
L’indice di flocculazione varia improvvisamente in alcuni periodi.
Takata scoprì che queste improvvise impennate dell’indice avvenivano parallelamente su scala mondiale, poiché si verificavano in più persone, anche molto distanti tra loro.
Lo scienziato giapponese pensò che il fenomeno fosse correlato all’attività solare.
In una serie di lavori, studiò e descrisse il fenomeno :
“L’indice aumenta ogni volta che l’attività solare è massima o quando le eruzioni o le macchie solari appaiono al centro del disco solare…”.
Anche i venti solari influenzano il sangue.
Schulz aveva osservato che “la composizione del sangue delle persone sane è soggetta a continue modificazioni che dipendono anche dalla variabilità delle radiazioni solari“.
È indubbiamente evidente che il Sole, con le sue eruzioni, è strettamente legato alle epidemie più gravi, come il colera, la difterite e il tifo.
Anche la malattia influenzale è più virulenta negli anni di massima attività solare.
Nel 1957, anno di massima attività solare, si manifestò l’influenza asiatica che causò, solo in Italia, 10.000 decessi in eccesso rispetto alla media.
L’Hong Kong nel 1969-70 ne causò 20.000.
Negli anni 1989-90 è stata la volta della Cinese, che, oltre a provocare una vera e propria ecatombe in Inghilterra, ha colpito non meno di 2 milioni di italiani e milioni di americani.
“L’influenza è spaziale, affermano due scienziati inglesi”.
Così titolava un articolo su “la Repubblica” del 26 gennaio 1990.
Nel pezzo si riportava quanto pubblicato dal prestigioso settimanale di scienza “Nature“.
L’articolo precisava:
“Secondo Fred Hoyle e Chandra Wickramasinghe, il fatto che le ultime cinque epidemie d’influenza più gravi, compresa l’attuale, si siano verificate ogni undici anni, quando l’attività del sole è stata maggiore, non è una semplice coincidenza.”
La grande intensità che raggiunge il vento solare ogni undici anni causerebbe le epidemie più gravi”.
A.L. Tchijewsky estese le sue ricerche anche ai grandi cambiamenti sociali, come guerre e rivoluzioni, e nel 1926 scrisse :
“Dobbiamo pensare che esista un potente fattore esterno alla nostra Terra che governa lo sviluppo degli eventi nelle società umane e li sincronizza con l’attività del sole; e dobbiamo anche pensare che l’energia elettrica del sole è il fattore extraterrestre che influenza i processi storici”.
Sembra un’affermazione alquanto azzardata, eppure, con le sue ricerche, lo scienziato trovò ed elencò tutta una serie di fatti che gli danno ragione.
Eccone alcuni riportati da G.L. Playfair e S. Hill :
Nel 1917, la rivoluzione bolscevica si verificò in concomitanza con un’insolita attività solare, come era già successo nel tentativo fallito del 1905.
Nel 1922, aveva realizzato un diagramma che dimostrava che un periodo di almeno 2400 anni di ‘movimenti di masse’, comprese tutte le guerre più gravi, le battaglie e le rivoluzioni registrate nella storia di tutti i popoli, rivelava non solo dei cicli regolari, ma anche dei cicli in fase con quelli del Sole. (…)Le rivoluzioni francesi del 1789, 1830 e 1848, le agitazioni locali del 1870 e le due rivolte russe del 1905 e del 1917 ebbero luogo tutte in periodi di massima attività solare. (Come, del resto, lo scoppio della seconda guerra mondiale, i colpi di stato comunisti di molte nazioni dell’Est europeo, l’invasione sovietica della Cecoslovacchia e il periodo di agitazioni studentesche del 1968)”.
Le più importanti osservazioni di Tchijewsky lo portarono a constatare che :
“In 2400 anni di storia del mondo, i grandi movimenti sociali (guerre, rivoluzioni, invasioni, ecc.) si verificano con maggiore frequenza ogni 11 anni, in periodi di massima attività solare.
Dall’anno 1000 al 1900, il 72% di tutte le epidemie psichiche coincide con i periodi di massima attività solare, mentre il 28% coincide con i periodi di minima attività solare”.
Infine, due esempi di Tchijewsky che chiariscono l’influenza del metronomo solare : le immigrazioni degli ebrei in America sono più massicce, in particolare, nei periodi di grande attività solare.
In Inghilterra, tra il 1830 e il 1930, l’alternarsi dei ministeri liberali e conservatori seguirebbe la seguente regola : negli anni di massima attività delle macchie solari liberali al potere, i conservatori sarebbero al potere negli anni di minima attività.
Nel 1926, sulla base delle sue teorie, Tchijewsky azzardò delle previsioni per gli anni 1927-29, assicurando che in essi avremmo osservato “un’attività umana della più grande importanza storica” che avrebbe dato un nuovo volto al mondo.
E aveva ragione.
In Portogallo, in quel periodo, arrivò al potere Antonio de Oliveira Salazar, che avviò una lunga dittatura fascista e corporativa.
In Cina, a Pechino, il generale Chiang Kaishek formò un governo nazionalista a Nanchino e condusse la guerra civile contro i comunisti.
In Italia, sempre in quel periodo, si dava vita a un parlamento fascista e si preparava la strada a Mussolini.
In Germania, Hitler raggiungeva il potere.
In Russia, Stalin arrivò al vertice del potere dopo aver soppresso Trockij.
In America, nel 1929, si verificò il grande crollo di Wall Street, il più grande disastro economico della storia del Paese.
Eysenck e Nias sottolineano che “si è anche sostenuto che esiste un ciclo di guerre della durata di 11 anni, corrispondente alla lunghezza media del ciclo delle macchie solari…“.
Anche i terremoti sembrano essere influenzati dai capricci del Sole.
A questo proposito, G. L. Playfair e S. Hill scrivono :
“Gli astronomi e i geofisici sovietici hanno affermato che l’attività sismica complessiva sulla Terra ubbidisce allo stesso ritmo dell’attività solare.
Il portavoce più autorevole di questa teoria è A. D. Sytinsky dell’Istituto di ricerche Artiche e Antartiche di Leningrado, che ha affermato che i fenomeni sismici sulla Terra dipendono dall’attività solare”.
Lo stesso discorso vale per i tornado : il flusso di energia prodotto dalle eruzioni solari, infatti, contribuisce a originare le trombe d’aria e i cicloni.
Siamo, indubbiamente, interagenti con il nostro Sole più di quanto immaginiamo.
Ed è innegabile la sua influenza su tutto ciò che vive e sulla stessa materia.
Il professor Giorgio Piccardi dell’Università di Firenze affermò :
“Tutti gli esseri viventi sono legati al mondo esterno in modo molto più stretto di quanto si possa pensare”.
Lo scienziato ha inoltre spiegato che :
“Per essere soggetti agli effetti cosmici, gli esseri umani non hanno bisogno di essere lanciati nello spazio; non è neppure necessario che escano di casa”.
Ora, il punto è capire se le energie scaturite dalle perturbazioni del nostro sole ci obbligano a fare determinate cose o se, più semplicemente, ci rendono inclini a compiere determinate azioni.
La risposta spetta alla scienza, ma, sfortunatamente, nonostante questo settore della ricerca sia di grande importanza, H. J. Eysenck e D. K. B. Nias purtroppo sono stati costretti a riportare queste amare parole :
“È sconfortante constatare che ricerche interessanti e ben condotte che portano a conclusioni importanti non sono state replicate o approfondite, probabilmente perché gli scienziati temono di essere etichettati come ciarlatani creduloni se esaminano dei presunti fenomeni per i quali ancora non esiste nessuna spiegazione fisica”.
Fonti consultate
Colqhoun W.P., Biological rihytms and human performance, Academic Press, New York 1971.
Eysenck H.J. – Nias D.K.B., Astrologia, scienza o superstizione ?, Astrolabio, Roma 1983.
Gauquelin M., Ritmi biologici – ritmi cosmici, Faenza Editrice, Faenza 1976.
Playfair G.L.- Hill S., Gli influssi del cosmo sulla via terrestre, Meb, Torino 1981.
Tchijewsky A.L., “The terrestrial echo of solar storms, Moscow, Mysl 1973. (Russian). Seconda edizione, 1976.