Ottobre 30, 2013 MacroEcoAnemia
Lo stato delle grandi aziende tedesche
Definire il sistema industriale tedesco come “corporativo” è un eufemismo : tutto viene tenuto rigorosamente in casa e le reali collaborazioni industriali dell’industria tedesca con aziende straniere si contano sulle dita di una mano.
Il resto delle partnership è costituito prevalentemente da acquisti gestiti direttamente dall’azienda tedesca.
C’è ovviamente una ragione dietro a tutto questo : il ruolo politico e sociale svolto dalle industrie tedesche nel passato.
Per ragioni di impatto sull’occupazione, le sedi locali si “fondevano” lentamente con l’amministrazione del Lander, creando di conseguenza un giro di “inciuci” politici.
Finché l’economia “tira”, questo non è un problema, anzi : il Land sponsorizza l’azienda come può, cedendo terreni e migliorandone lo status su richiesta, avviando collaborazioni di ogni genere (sanità, scuola) e, in cambio, l’industria assume tesserati del partito dominante e apre le nuove divisioni “concordandone” la sede (nelle aree politicamente dominate) per dare lavoro agli elettori giusti.
In pratica, tutte le grandi industrie tedesche sono in uno stato di simbiosi con il Land in cui hanno sede, e questo procura loro ogni genere di vantaggio per ottenere posti di lavoro.
Ovviamente, tutto ciò fomenta anche una corruzione a livelli enormi, perché il dirigente della sede locale è una specie di SuperBoss che, di fatto, regna sul Lander, vista la fusione tra azienda e politica.
Questo sistema ha l’oggettivo vantaggio di generare una quantità enorme di ricchezza e di dare origine a una società apparentemente ricca e felice, ovviamente sempre a patto che non ci sia un periodo di recessione piuttosto lungo.
Ma, come lato negativo, produce aziende che sembrano la copia di un (pessimo) ministero, strutturate per di più a strati :
Pessimo management permanente, voluto dalla politica.
Un management mediocre che prende le decisioni giuste, ma è instabile.Pessimi lavoratori dipendenti (in genere tedeschi), dei veri e propri “caporali”.
Ottimi lavoratori (soprattutto tedeschi e immigrati) che mandano avanti la baracca.
A vigilare su tutto questo ci sono i potenti sindacati tedeschi, che fanno in modo che chi lavora per mandare avanti la baracca abbia uno stile di vita sufficientemente buono da non potersi lamentare.
Di per sé, corruzione a parte, il sistema non è malvagio, ma solo nei periodi di crescita economica ; nei periodi di recessione, i costi enormi del sistema provocano sempre un vero e proprio bagno di sangue.
Il sistema si regge su una piramide composta da fancazzisti e raccomandati tedeschi, a sua volta composta da lavoratori tedeschi e stranieri, più manager politici/sindacali permanenti e manager temporanei/consulenti.
Finché le persone che mandano avanti la baracca (lavoratori tedeschi e stranieri) e i manager temporanei che hanno voglia di lavorare senza vedersi riconosciuti i propri meriti, continuano a farlo, funziona tutto.
Il problema è che gli immigrati che arrivano ora non sono più disposti a fare gli schiavi, o almeno non i loro figli : conoscono i loro diritti e non accettano più la divisione implicita tra tedesco e non tedesco, che implica che il tedesco viva sul lavoro del non tedesco.
Di conseguenza, le grandi aziende hanno perso interesse per il personale migliore e sono rimaste solo con i brocchi.
Risultato : le grandi aziende sono diventate dei parastati, ovvero l’equivalente di un ente regionale.
La composizione interna è la seguente:
Manager eletti dal Land.
Manager che pagano tangenti al Land.
Fancazzisti, tesserati, amici.
Sindacalisti e amici di sindacalisti.
E, ovviamente, è il Lander a pagare l’inevitabile inefficienza.
Questo è lo stato delle vecchie grandi aziende tedesche, specialmente nei settori metallurgico, chimico e automobilistico, ma anche delle grandi banche.