Giugno 15, 2012 EcoAnemia
Manuale di sopravvivenza
Nei giorni scorsi ho redatto una sorta di manuale di sopravvivenza del piccolo imprenditore ( o per chiunque abbia un’attività indipendente ) riassunto in pochi – ma salienti – punti :
Fare impresa senza alcun tipo di aiuto da parte delle banche e soprattutto esclusivamente con fondi propri : l’impresa creata sarà sana sin dall’inizio e non verranno sperperati fondi che non verranno mai restituiti e che causeranno solo alte spese di interessi passivi. Una piccola impresa/artigiano/commerciante che non si serve di nessuna banca per il proprio business ma solo di un conto corrente in attivo risparmia almeno dai 1000 ai 10000 € (o Chf) minimo l’anno (in pratica un mezzo stipendio).
Farsi pagare in anticipo se si vende un prodotto, se invece si vende un qualsiasi tipo di servizio farsi pagare alla fine del lavoro od al massimo a fine giornata. Le perdite devono essere vicine allo zero.
Non avere dipendenti, ma offrire solo saltuariamente lavoro ad altri (aziende con partita Iva o semplicemente privati cittadini pagati ad ore) impegnandosi molto di più da soli facendo uso principalmente delle proprie forze e delle proprie capacità personali.
Far uso di professionisti esclusivamente lo stretto necessario : informarsi personalmente studiando da soli tutte le leggi e novità che ormai si trovano facilmente su internet e pagare i professionisti solo per consulenze mirate e soprattutto specifiche.
Usare internet per i propri adempimenti, ma soprattutto dedicare almeno un paio di giorni al mese allo studio delle normative e soprattutto delle leggi che riguardano il proprio business.
Diversificare : l’elasticità del proprio business e la mobilità da un settore all’altro sono decisamente importanti in un mondo che brucia sempre più velocemente modelli vincenti anche a discapito di novità altamente discutibili, ma che attirano l’attenzione della potenziale clientela.
Se ti mancano alcune di queste caratteristiche, il tuo business è a rischio.
Poi però non ti lamentare se le cose andranno sempre peggio.
Basta con gli imprenditori che poggiano il proprio business con i soldi degli altri.
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Invito tutti a farcela (sia pure con grossa difficoltà ad andare solamente in pareggio come in questo momento) con i propri mezzi ed a chiudere tutti i conti passivi con la propria banca.
A meno che non siano acquisti a rate o in leasing (in ogni caso da sempre assai sconsigliabili, soprattutto in periodi stagflazionistici come questo), le banche non servono per fare picccola impresa, ma servono solo a dare una visione distorta del proprio business.
Chi ha un’impresa sana non ha certamente bisogno delle banche.