Ottobre 2, 2008 EcoAnemia
Mercatopoli ed il banchiere Moprofu
Siamo a Mercatopoli, una nazione baciata dal sole e dai turisti, forse un po’ indebitata, ma tranquilla e ridente.
I giornali e la televisione raccontano sempre alle persone che il domani sarà migliore, inutile preoccuparsi.
In questa città c’è una banca (la Banca di Mercatopoli).
Oggi questa Banca è in gravi situazioni finanziarie, ma fino a ieri era una delle principali banche dell’intero pianeta.
La gente, incredula, si domanda come sia potuto accadere.
Cosa può essere cambiato nel giro di due o tre mesi.
In realtà è cambiato il mondo.
Cercherò di spiegarvelo con un semplice esempio.
Partiamo dal bilancio della Banca di Mercatopoli.
Il capitale sociale della nostra banca è di 10 miliardi di euro.
La banca ha nel portafoglio assets (attivi) per 100 miliardi di euro.
Tutto questo è normale nel mondo bancario degli ultimi anni.
Vediamo come sono composti questi attivi:
- 10 miliardi di obbligazioni corporate
- 30 miliardi di SIV (veicoli in cui ha inserito mutui, finanziamenti, immobili vari ecc ecc)
- 10 miliardi di azioni di società quotate e non.
- 40 miliardi di finanziamenti alle imprese
- 10 miliardi di finanziamenti a personaggi che investono in azioni
La banca, a fronte di questi attivi ha la seguente struttura del passivo
- 10 miliardi di capitale sociale
- 10 miliardi di soldi che arrivano dai depositi dei correntisti
- 30 miliardi da obbligazioni emesse
- 50 miliardi di indebitamento a breve
Fino a 12 mesi fa era una manna.
Indebitarsi a breve non costava nulla o quasi.
Il costo del debito era bassissimo.
La Banca di Mercatopoli guadagnava miliardi di euro allanno.
I suoi azionisti erano felici, il prezzo delle azioni saliva e i dividendi arrivavano copiosi.
Andava tutto talmente bene che il CEO della Banca, il famoso Moprofu, uomo di provata esperienza, decise, prima di comprare una Banca nel confinante Paese di Teutonica, e non contento, decise anche di rilevare una banca concorrente locale, la Banca Capitopoli.
Gli analisti gongolavano e tutto era perfetto.
Moprofu divenne il banchiere dell’anno.
Ma nell’agosto del 2007 qualcosa cambiò nella lontana terra di Americopoli.
Alcuni poveracci straccioni non riuscivano a pagare più il mutuo per la casa.
Bisognava forse preoccuparsi di questa piccola sofferenza ?
Apparentemente no, ma in realtà il mutuo non era più della banca ma era stato venduto, con un’obbligazione, a un fondo d’investimento che aveva deciso, a sua volta di indebitarsi per comprarne molte di quelle obbligazioni.
Era perfetto, ci si indebitava al 4% e le obbligazioni legate ai mutui rendevano il 6%.
Indebitandosi per 10 volte il capitale si riusciva ad ottenere un rendimento netto del 20% annuo senza fatica.
Ma ora, per colpa di alcuni straccioni che non pagavano più il mutuo, le obbligazioni improvvisamente perdevano di valore.
Il fondo che ne aveva comprate per 10 volte il suo capitale dovette dichiarsi fallito nel giro di pochi giorni.
Da quel lontano giorno d’agosto la storia finanziaria del mondo è cambiata.
I quattro straccioni sono diventati un esercito, tutti coloro che avevano degli attivi finanziati dal debito, vedevano giorno dopo giorno scendere il valore degli attivi e quindi il rischio di insolvenza aumentava.
Moprofu, solidamente al comando della Banca di Mercatopoli, cominciava ad essere preoccupato, ad un certo punto pensò anche di chiedere al mercato un aumento di capitale, ma dopo ci ripensò : se chiedo un aumento di capitale, pensò fra se e se, il numero di azioni mi aumenta, il reddito d’impresa rimane uguale e quindi il dividendo scenderà, i miei azionisti si potrebbero arrabbiare e io essere mandato via.
Meglio allora andare sul mercato e vendere ai propri correntisti e a soggetti finanziari istituzionali miliardi e miliardi di obbligazioni, poi tutto si aggiusterà, pensava Moprofu.
Ma si sa, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi.
I fallimenti nel mondo cominciarono ad arrivare copiosi. Improvvisamente l’attività della banca era considerata un’attività rischiosissima.
Ritorniamo ora agli attivi della nostra banca di Mercatopoli e vediamo cosa è successo negli ultimi mesi.
- 10 miliardi di obbligazioni corporate.Purtroppo, i 10 miliardi sono diventati 8. I tassi sono aumentati e i corsi delle obbligazioni in portafoglio sono scesi.
- 30 miliardi di SIV (veicoli in cui la banca ha inserito mutui, finanziamentti , immobili vari). Anche qui la nostra banca ha lo stesso problema, il SIV oggi non vale più 30 miliardi, dentro ci sono delle perdite. Oggi a venderlo non si incassa che 25 miliardi.
- 10 miliardi di azioni di società quotate e non. Anche qui la Banca deve arrendersi, i prezzi della azioni in portafoglio sono crollati. Oramai la perdita arriva a 3 miliardi.
- 40 miliardi di finanziamenti alle imprese.
Qui, almeno per ora, grossi fallimenti non ci sono stati. Tuttavia, le perdite di bilancio della nostra banca la obbligano a richiedere agli imprenditori il rientro dalle linee di credito in tempi brevi.L’imprenditore è preoccupato, se deve rientrare dal finanziamento deve ridurre in maniera sostanziale la sua attività, probabilmente dovrà licenziare, sicuramente i suoi profitti crolleranno.
In alternativa può andare da un’altra banca, ma tutte le banche oggi hanno lo stesso problema.Il credito quindi o non si trova o costa molto di più.
Purtroppo, alla fine…alcuni imprenditori dovranno chiudere l’azienda per mancanza di credito, e molti saranno i fallimenti.Purtroppo per la banca di Mercatopoli questo significherà che nel futuro vedrà delle ulteriori perdite da fallimenti dei propri clienti industriali.
- 10 miliardi di finanziamenti a personaggi che investono in azioni. Anche qui la nostra Banca si era fatta prendere la mano finanziando, negli anni d’oro, gente come Zalettone, finanzieri d’assalto che usando il debito facile avevano comprato miliardi di euro di titoli azionari.Questi titoli venivano dati in garanzia dei soldi ricevuti.
Purtroppo le Borse sono scese e i titoli in pegno hanno un valore inferiore al debito concesso verso quei soggetti.Se poi la nostra banca volesse rendere eseguibile il pegno e vendesse i titoli sul mercato, i prezzi scenderebbero ancor più rapidamente.
Quindi per ora la Banca di Mercatopoli ha una perdita di altri 2miliardi su questa posizione.
Se facciamo bene i conti, le perdite oggi arrivano alla cifra di 12 miliardi.
Povero Moprofu, il capitale della banca si è volatilizzato in un attimo.
E non è finita qua.
Vediamo infatti cosa sta accadendo nel lato delle passività.
- 10 miliardi capitale sociale. Oramai non ci sono più.
- 10 miliardi che arrivano dai depositi dei correntisti .2 miliardi si sono già volatilizzati (vedi le perdite precedenti). Ma i correntisti sono preoccupati e stanno spostando i soldi in un’altra banca. Altri due miliardi hanno preso il volo.
- 30 miliardi da obbligazioni emesse. Questi soldi oramai sono nelle tasche della Banca di Mercatopoli, fino alla scadenza, nessuno potrà portarle via.
- 50 miliardi indebitamento a breve.
Qui le cose sono problematiche, infatti il finanziamento avveniva tramite pronti contro termine o ricorrendo al mercato interbancario.Ma in questi giorni il mercato ha percepito il rischio di possibile fallimento per la banca di Mercatopoli.
Il credit default swap è salito vertiginosamente.I credit officers delle banche locali hanno tagliato le linee di credito, oppure lavorano solo se in cambio dei prestiti la Banca di Mercatopoli possa offrire garanzie maggiori.
Purtroppo Moprofu non sa più cosa fare.
Nei giorni scorsi ha lanciato messaggi rassicuranti, ma non è servito a nulla.
Oggi è assediato nel suo bellissimo ufficio in centro città.
Dalla finestra scorge decine di giornalisti che cercano di capire cosa dovranno raccontare sui giornali domani.
La Banca centrale di Mercatopoli gli ha promesso degli aiuti, forse verso sera la sua banca verrà nazionalizzata.
Sono finiti i tempi dei derivati, delle polizze Unit Link, dei prodotti strutturati.
Miliardi di commissioni arrivavano copiosi.
Oggi non è rimasto che un arido deserto.
Un popolo di risparmiatori impoveriti e incattiviti.
Al Signor Moprofu non resta che fare un passo indietro.
Dimettersi e trascorrere la sua vecchiaia fra Portofino e Saint Moritz.
Ma forse al Sig. Moprofu, la cosa non dispiace più di tanto, sempre che i sui risparmi siano sul conto della Banca di Velopoli.
Bibliografia : “Libero Mercato”, di Oscar Giannino
Articolo all’interno modificato.