Moral-politica e campagna mediatica

Novembre 30, 2009 Identità di genere, Ologrammi proibiti di vita reale

Sorriso tenero di verde foglia
Dai suoi capelli sfilo le dita
Quando le macchine puntano i fari
Sul palcoscenico della mia vita

Fabrizio de Andrè – Prinçesa


Moral-politica e campagna mediatica

Importante premessa.
Chi scrive questo articolo era naturalmente a conoscenza da anni della situazione degenerata negli ultimi mesi, a causa dei noti fatti occorsi a Roma.
Tale situazione era nota anche a molte altre persone, dell’ambiente e non.

Inoltre, molti di voi ricorderanno che proprio su questo blog, all’inizio del mese di luglio, era stato pubblicato un post dal titolo “Gates of Hell“, con un contenuto piuttosto inusuale e inatteso.

Questo era un classico esempio di messaggio in codice che solo in pochi potevano capire al momento (e sulla veridicità di quanto sto dicendo, basta fare un veloce raffronto fra le date per scoprire che coincidono magicamente).


Moral-politica e campagna mediatica del Biscione


Avevo intuito, sulla base di certi fatti che menzionerò nella seconda parte di questo post, quello che stava succedendo e che, dopo qualche tempo, sarebbe divenuto di pubblico dominio.
Non occorreva essere dei geni per comprendere che dietro a tutto questo c’era una precisa strategia politica.

E la sottoscritta, che da sempre combatte contro le ingiustizie, le cattiverie, le malelingue e le falsità, e che fa parte di una comunità da sempre maltrattata e massacrata, non poteva che sin dall’inizio fare una scelta di campo ben precisa e netta.

All’apparenza assolutamente sorprendente e fuori luogo.
Ma chi ha vissuto a stretto contatto con certe realtà e ne conosce i particolari più intimi e sempre taciuti, non poteva che comportarsi in questo modo.

Ed ancora una volta, questo blog ha previsto in anticipo ciò che sarebbe accaduto nei mesi successivi.

L’Italia è immersa nel gelo.
Un Paese in crisi, che sembra essersi quasi arreso.


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Uno stato in pessima salute.

E l’economia del Paese, che lo Stato italiano non può e soprattutto non vuole tutelare, diventa un gustoso bocconcino per i potentati finanziari internazionali, con la complicità di quelli interni.

Nuove acquisizioni, nuove fusioni, nuove vendite.
Fabbriche che chiudono e lavoratori accompagnati fuori dai cancelli senza tanti complimenti.

Tuttavia, la maggior parte della gente non comprende quello che sta accadendo.
In effetti dovrebbe avere paura, molta paura.
Questo terrore, però, viene erroneamente indirizzato verso i poveri cristi, gli stranieri immigrati clandestini e non.

Ma gli stranieri pericolosi sono altri : quelli che stanno gradualmente acquistando i pezzi più pregiati dell’Italia.

Per questo sfacelo, la politica italiana dovrebbe semplicemente ammettere le proprie colpe.
Nel corso degli anni, governi e opposizioni, nessuno escluso, hanno dato il loro contributo più o meno rilevante.
Corruzione, incompetenza, voracità, avidità, palese disonestà, arroganza, maleducazione, volgarità, ignoranza, ricatti, ricattini e colpi bassi.

Roma è una città simbolo del declino di un Paese intero.
Periferie degradate e squallide, dove le forze dell’ordine non entrano praticamente più di notte.

Nel cuore della notte si vedono uscire gli animali più strani.
Animali notturni.
Predatori e rapaci.

Ma anche e soprattutto prede destinate al sacrificio.

Una umanità ai margini, una umanità che non conosce la legalità di un paese che di suo già non sa nemmeno cosa sia.

La notte spegne le luci.
Nel buio tutti i volti sono simili.

C’è chi organizza convegni eleganti e dispendiosi, circondandosi di disponibili donnine e di escort in cerca di un posto al sole.
E c’è invece chi, di nascosto dalle luci della ribalta, salta il fossato e varca il confine di notte.

Droghe, sesso e alcol.

A divertirsi per prima è l’Italia dei VIP, frivola e leggera : anchorman e presentatori televisivi, cantanti, attori cinematografici e televisivi, calciatori, piloti.

Tutti noti e di successo.
Ma industriali, finanzieri e politici non sono certo da meno.

La cocaina ha ormai una diffusione di massa senza distinzione di classe, ceto, razza o fascia d’età.
Il sesso accompagna le nostre vite, anche se nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di sesso “parlato”, “virtuale” e “non consumato”.

Questi eccessi si configurano come nuove patologie della società postmoderna del benessere.
Ma la festa è finita e i botti della crisi, quella vera e non il sentore che abbiamo solamente avvertito, non sono più così lontani.


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Nella forma dell’amore mercenario offerto dalla prostituzione, i suoi consumatori sono alla continua ricerca di un prodotto nuovo che “faccia tendenza”.

Le transessuali costituiscono una novità relativamente recente nel mercato del sesso.
Si tratta di una merce fresca in una società stretta da una parte dalla transofobia, alimentata dal Vaticano e dalle destre cattolico/bigotte, e dall’altra da una falsa tolleranza, proveniente dalla sinistra, che cela altre forme di sfruttamento molto più nascoste (“The gates of Hell”, come a suo tempo le definii personalmente).

La trans fa tendenza, e molto, soprattutto in questo momento.
Così come avviene in un qualsiasi brand e in una qualsiasi nicchia di mercato, l’offerta si rivolge principalmente dove c’è maggiore richiesta.

Certo, ci sono situazioni e storie come quella di chi sta scrivendo questo post.

Ma la stragrande maggioranza di noi non è purtroppo così fortunata.
Le trans di origine latinoamericana vivono spesso ai margini della società, in clandestinità e costrette esclusivamente dalle circostanze a occupare le periferie cittadine.

Che si tratti di appartamenti o della pubblica via, non fa differenza.
I clienti sono molto importanti : sono persone di classe, abituate a vivere nel lusso.

Per il senso di trasgressione, di proibito, per le leggende metropolitane di cui spesso si sente parlare, per l’immaginario erotico portato ai massimi livelli, e contemporaneamente per il senso di rifiuto di tutto questo da ostentare nella vita di tutti i giorni, devono recarsi fuori dal mondo “normale” per vivere – quantomeno per qualche ora – in quello “anormale”.

In questo ambiente imperversavano ignoti – almeno fino a qualche mese fa – carabinieri che hanno varcato il confine tra legalità e illegalità per poter godere degli agi che normalmente un uomo in divisa non può permettersi.

Personaggi tristemente simili agli sbirri corrotti e delinquenziali dei film americani.

I quattro militi avevano infatti costruito un giro di ricatti ed estorsioni con impressionanti possibilità di lucro, come aveva già mostrato in precedenza il “paparazzo” Fabrizio Corona.

Con estrema facilità potevano ricattare ed estorcere denaro a una comunità da sempre ai margini come quella delle trans sudamericane e clandestine, le quali, proprio per la loro intrinseca debolezza, potevano essere facilmente costrette a partecipare ad attività poco edificanti.

Inoltre, grazie alla loro ottima conoscenza del giro di prostituzione nell’ambiente delle trans e alla loro facilissima ricattabilità, i carabinieri avevano la possibilità, e soprattutto i mezzi, per ricattare personaggi dell’Italia “vip” che si erano fatti incautamente sorprendere in compagnia di persone che la nostra bigotta società ritiene equivoche e vergognose.

Infatti, il materiale scottante poteva essere facilmente rivenduto a agenzie fotografiche o a giornaletti scandalistici o “gossippari”, destinati a un pubblico di lettori affamati di storielle morbose e desiderosi di compiacere il loro ipocrita moralismo.

Marrazzo, che per le sue “debolezze” ha pagato rovinando tutto il positivo che aveva fatto negli anni precedenti, è caduto in una rete, in una trappola predisposta e organizzata per motivi ben precisi.

Un gioco già tentato in altre occasioni con successo : il malcapitato di turno veniva sorpreso in uno squallido appartamento con una trans durante un’irruzione simulata e ripreso con un cellulare.
Esposto e vulnerabile, il facoltoso soggetto in questione decideva di cedere al ricatto e di pagare senza sospettare che si trattasse di una trappola.

Peraltro, questi carabinieri mi ricordano quelli dei film di Quentin Tarantino: esibizionisti che non brillano per particolare intelligenza, come si evince dal fatto che abbiano richiesto il pagamento delle somme oggetto di ricatto con assegni.

Le “debolezze” di Marrazzo erano note alla sottoscritta da anni, eppure abito dall’altra parte dell’Italia e non mi reco a Roma da più di venticinque anni.
Le voci circolano e certi fatti sono risaputi in certi ambienti.

Il binomio sesso e droga non incontra infatti il favore solo di una buona parte dell’Italia dei VIP, ma anche di quella delle stanze della “politica che conta”, in modo assolutamente bipartisan.

Nulla di nuovo sotto il sole.

Se in questa storia l’ex Presidente della Regione Lazio, già noto giornalista e conduttore del programma televisivo di denuncia dei raggiri “Mi manda Raitre”, fa la figura dell’ingenuo e dello sprovveduto che si è lasciato fin troppo facilmente irretire da soggetti che non si distinguono per particolare genialità e ingegnosità nel porre in essere le proprie attività criminali, ciò avviene perché l’Italia del Potere – soprattutto in politica – ritiene di essere molto più protetta e coperta dell’altra Italia, quella “vippara”, crapulona e, sotto certi aspetti, più innocua.

Perché Marrazzo paga e non denuncia ?

Inoltre, ci sono molti aspetti poco chiari.
Se il ricatto costituiva una fonte di remunerazione perpetua, perché alzare il tiro e tentare il colpo grosso ?

Perché prendere di mira un personaggio della “politica che conta”, che avrebbe conoscenze e mezzi sufficienti per contrastare agevolmente la situazione ?
Non sarebbe stato più conveniente per i carabinieri mantenere un profilo più basso e continuare con le solite attività estorsive ?

L’impressione è che ci siano degli interessi occulti molto importanti in gioco.

Tutti i protagonisti della vicenda, nell’immediatezza dell’arresto, hanno ripetutamente affermato di essere “entrati in un gioco più grande di loro“.

Ma nel frattempo, da allora, ci sono state due morti : il pusher Cafasso, che pare abbia ripreso con il cellulare Marrazzo, e la trans Brenda.
Queste morti hanno fatto pensare all’intervento di qualche branca dei servizi segreti o di qualche occulta agenzia che si è probabilmente servita di qualche elemento della malavita capitolina pagato per l’occasione.

Inoltre, è certo che la banda abbia avuto degli approcci con l’agenzia fotografica Photo Masi e i giornali di area berlusconiana e di centrodestra (Mondadori e Angelucci, editore di “Libero”).

Inizialmente è Cafasso a contattare “Libero”, all’epoca diretto da Vittorio Feltri, che nel frattempo, chissà come, è diventato direttore de “Il Giornale”, testata che nelle ultime settimane si è distinta per una campagna moralistico/bigotta e per un’informazione assai parziale, caratteristiche che fino a qualche mese fa non si riscontravano.

Quelle immagini erano davvero compromettenti, tanto che il pusher, che forse era presente durante l’irruzione simulata e aveva ripreso l’intera scena, è stato ucciso da un’overdose pochi giorni dopo.

Se di morte provocata si tratta – e da quanto sta emergendo non ci sono molti dubbi – l’autore voleva riparare all’errore di aver riposto “fiducia” in una persona poco affidabile e lanciare un messaggio a tutti coloro che sono coinvolti nel fattaccio.


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Quindi, il primo tentativo di vendere il filmato a Libero va a vuoto, così come quello di rivolgersi al periodico Oggi, edito dalla RCS, gruppo rappresentativo del grande capitalismo italiano che, fra le altre cose, possiede il Corriere della Sera, il Sole 24 Ore e la Gazzetta dello Sport.

Eppure il film fa ugualmente il giro d’Italia ed è visionato da gran parte del giornalismo italiano, soprattutto da chi è vicino al centro-destra.
Ma nessuno pensa mai di informare gli inquirenti.

Perché ?

Pare che un ruolo non secondario sia rivestito da Signorini, il “re del gossip”, uomo di punta della Mondadori e direttore dei settimanali “Chi” e “TV Sorrisi e Canzoni”.

Quando è deflagrato lo scandalo Noemi, Signorini ha curato una minuziosa campagna stampa per recuperare l’immagine di un Berlusconi ottimo padre di famiglia e marito premuroso.

Dopo essere venuto a conoscenza del filmato dei carabinieri, ha avvertito Marina Berlusconi, la quale a sua volta ha informato il padre.

Il Cavaliere è traballante, la sua credibilità è scossa da ripetuti scandali : Noemi Letizia, la D’Addario, le feste in Sardegna, il divorzio della signora Veronica.

Berlusconi comincia a sentirsi franare il terreno sotto i piedi.
Gli attacchi non sono pochi e non provengono solo dai tradizionali avversari dell’opposizione riferibile all’area di Di Pietro o dal gruppo “Repubblica/L’Espresso”.

Si sta combattendo una guerra a colpi di penna e di inchiostro, stilettate sferrate da giornalisti che si dividono tra sostenitori e oppositori di Berlusconi.
Il Cavaliere non si fida molto dei suoi, se in Parlamento è costretto a chiedere ogni volta la fiducia nonostante la larga maggioranza.

Il Cavaliere sa che non può permettersi di perdere il potere perché sarebbe la fine della sua carriera politica.
Per ogni schiaffo è pronto a restituirne dieci e sul fronte “sessuale” è necessario porre rimedio e rintuzzare i colpi degli avversari politici e non.

Tra la fine dell’estate e l’inizio d’autunno è pronta una campagna aggressiva a mezzo stampa.
Berlusconi richiama lo “squadrista mediatico” e propalatore di messaggi intimidatori Feltri, che passa da “Libero” al “Giornale” per sostituire Mario Giordano.

Ogni regola salta e il cannone spara a vista.
La corazzata è compatta e raccolta attorno al premier.

Fra i bersagli, il direttore de “L’Avvenire” Boffo, costretto alle dimissioni, il giornalista di “Repubblica”, già volto familiare di Raitre, Corrado Augias, accusato di avere un passato da spia al soldo dei comunisti cecoslovacchi, e lo stesso Gianfranco Fini, ansioso di sganciarsi e prendere le distanze dal leader della sua coalizione.

Feltri non si risparmia, intingendo la sua penna nel veleno a cui è abituato.

Le teste che cadono su questo campo di battaglia sono alte.

Boffo e Marrazzo, le cui storie sono caratterizzate da inclinazioni sessuali e frequentazioni che sono quotidianamente oggetto di scherno, pregiudizio e ipocrisia da parte dell’Italia più moralista e bigotta.

La stessa che, allo stesso tempo, non si curerebbe se – per caso – i festini berlusconiani coinvolgessero davvero minorenni e cocaina.

Far scoppiare il caso Marrazzo è utile al Cavaliere per colpire un avversario politico, sottrarre al centrosinistra la regione Lazio e distogliere l’attenzione mediatica dalle proprie vicissitudini.

Tuttavia, qualcosa va storto, perché i carabinieri, ancora impegnati nella trattativa, vengono pedinati da alcuni colleghi.
Qualcosa sta per accadere.

Solo allora Berlusconi telefona personalmente a Marrazzo, ingenuamente ignaro di quello che si stava consumando alle sue spalle, lo informa e lo convince a recuperare il filmato presso la Photo Masi, che aveva avuto un ruolo nella mediazione fra i militari e i giornalisti.

Giochi di potere e “politica sporca e dei colpi bassi”, così in voga in Italia.
A peggiorare la situazione, ci sono due morti più che sospette.


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L’incidente occorso a Brenda assume un significato più profondo in questo contesto.
Si sospetta che chi ha inscenato la morte della trans abbia voluto eliminare una testimone fondamentale e coprire i nomi delle personalità di spicco coinvolte come clienti.

Due cellulari sarebbero spariti e il PC di Brenda sarebbe stato gettato nel lavandino del suo appartamento con il rubinetto aperto.
Ma ancora una volta i conti non tornano.

Già minacciata e picchiata da ignoti balordi probabilmente su commissione, era però senza alcuna protezione pur essendo un’importante testimone del caso che ha determinato le dimissioni del Presidente della Regione Lazio.

Ma chi avrebbe dovuto preoccuparsi di più della sua testimonianza, i “ricattati” o i “ricattatori” ?
Inoltre, è più rilevante la scomparsa dei cellulari o il PC rimasto in bella vista e quasi collocato con un pizzico di platealità ?

Per quanto l’incarico possa essere stato commissionato a piccoli delinquenti o balordi da strada, è davvero difficile concepire persone così pasticcione e malaccorte.

Chi ha lasciato quel PC in quel lavandino, aveva previsto tutte le conseguenze.

Sapeva che l’attenzione dei media si sarebbe concentrata sulla lista piuttosto che sulla banda che si è servita dei diversi personaggi.

La storia raccontata da giornali e televisioni è stata data in pasto a un pubblico che ormai non si fa più domande, ma recepisce esclusivamente.

Il fantasma dei servizi segreti è sempre più presente.
E, cosa ancor più inquietante, ci sono molte coincidenze con il tristissimo fatto accaduto allo stesso numero civico, poco più di trenta anni fa : il sequestro e l’uccisione di Aldo Moro.

Questo dato è ancora più inquietante se si considera che molti immobili locati in questo indirizzo appartenevano, ed appartengono tuttora, a società gestite da fiduciari dei servizi segreti civili.
Oltre al fatto che il PC abbandonato nel lavandino, completamente inzuppato d’acqua, richiama alla mente il misterioso allagamento che portò alla scoperta del covo brigatista di via Gradoli.

Misteri dei quali, molto probabilmente, non avremo mai nessuna risposta certa.
Esattamente come allora.

L’unica cosa certa è l’incredibile e, al tempo stesso, incresciosa campagna mediatica perpetrata dal gruppo Mediaset nei confronti di una comunità già fra le più deboli e bersagliate.

Questo sarà il tema predominante della seconda parte di questo lungo articolo.

Una mistificazione della realtà

Ho visto più puttane nei salotti che sui marciapiedi.

Sui banchi del parlamento vendendo la dignità della gente.
Nelle fabbriche arricchendosi sfruttando chi stava alla catena di montaggio.
Nei cantieri gonfiando i loro portafogli con il lavoro di uomini sconosciuti caduti dalle impalcature.
Nell’indifferenza, negli occhi abbassati, nelle spalle girate di chi preferisce la sicurezza dell’anonimato o di chi vede, ma fa finta di non vedere.

Ridere sulle tragedie altrui.
Denigrare chi non aveva niente, se non se stesso.

Ho visto tante puttane nell’anima.
Più delle vere puttane.

Veronica Baker

Questa è la seconda premessa più importante per poter affrontare la seconda parte di questo articolo.
In cui si tratteranno argomenti, da un certo punto di vista, ancora più scottanti e in controtendenza.

In questo post il linguaggio potrà essere talvolta crudo e sconveniente.
Per la prima volta nella storia di questo blog, le argomentazioni e i temi trattati potranno essere adatti solo a un pubblico adulto in certi passaggi.

Ma il compito di questo blog, il mio compito, la mia missione, è sempre quello di fornire informazioni corrette in ogni situazione.
Anche quando possono risultare sconvenienti.

Non ho mai preteso – né mai lo pretenderò nella mia vita – di essere seguita per tutto quello che dico e faccio.
Ma penso di avere già dimostrato a sufficienza che quando parlo di un argomento, qualsiasi esso sia, so sempre quello che sto dicendo.
E soprattutto lo faccio in modo concreto ed inequivocabile, sempre e comunque.

A quel punto il mio compito è finito.
Io devo informare e nulla più.
Spetta poi al lettore decidere se quanto ho scritto è corretto o meno.

Dopo questo importante incipit, posso finalmente passare al cuore di questo post.

Un esempio di informazione tendenziosa, falsa, bugiarda, ipocrita e bigotta è quella che oramai ci viene proposta dai mass media (giornali e soprattutto televisioni) del gruppo Mediaset, che non fa altro che calcare la mano sulla vicenda Marrazzo, scendendo in particolari sempre più morbosi.


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Trasmissioni e giornalisti filo-governativi non perdono inoltre occasione per seguire l’onda e speculare sull’argomento con le loro crociate oscurantiste : l’obiettivo è naturalmente la tutela e soprattutto la ricostruzione mediatica dell’immagine di un Cavaliere che, ogni giorno che passa, appare sempre più debole agli occhi di tutti, nonostante l’ampia maggioranza che lo sostiene al Governo.

Anche a sinistra, come purtroppo ho potuto constatare di recente in più di un’occasione soprattutto negli ambienti più vicini ai sindacati e al pensiero marxista, non si fa nulla per combattere la situazione : sia perché da un certo punto di vista sarebbe la fine del loro predominio, quantomeno ideologico, che hanno sempre avuto nel nostro Paese (con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti), sia perché piano piano la verità su alcune questioni collaterali (cure mediche, protocolli in primis, ma anche ragioni puramente estetiche) è venuta, sia pur indirettamente, a galla.

Questioni che tutti i frequentatori dell’ambiente conoscono da almeno venti anni, se non da più tempo, ma che nessuno aveva mai messo in rilievo.

In termini puramente merceologici, il “made in Italy” nel settore non ha mai “tirato” più di tanto, anzi, per dirla tutta, proprio non ha mai funzionato, salvo rari casi.
In pratica, è considerato il classico “made in China” nell’abbigliamento o nel retail : un prodotto in genere di scarsa qualità.


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Occorrerebbe tristemente ammetterlo, assumersi le proprie responsabilità e rivedere tutto ciò che sta alla base.

È semplicemente una questione di “qualità” del prodotto.
Il marchio di qualità “made in Brasil” è assolutamente predominante, principalmente per una questione puramente estetica.
Chi ne ha la possibilità e conosce la situazione, infatti, si rivolge sempre a centri esteri.

In questo contesto si inserisce quindi tutta una serie di articoli altamente denigratori sul fenomeno delle trans latinoamericane, utili al centrodestra per screditare gli avversari in parlamento e per rimarcare ancora una volta il fenomeno di morbosità che tanto sta a cuore alle televisioni del Cavaliere.

A titolo di esempio, riporterò un articolo pubblicato dalla testata “Il Giornale” il 26 novembre scorso, in versione esclusivamente cartacea, e scritto dalla deputata del Pdl Melania Rizzoli, medico di professione.

Sorprende la sua scarsissima preparazione sull’argomento, talmente lacunosa e al limite del ridicolo che quasi sembra che l’articolo sia stato scritto su commissione.


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La dott.ssa Rizzoli è inoltre ritenuta una “progressista” del Pdl, una persona dalle idee libere.



Già l’incipit è all’altezza dell’articolo che seguirà.

[…] I trans ? Altro che donne, sono uomini che si prostituiscono […]

Un tale titolo, al di là dell’uso del maschile, che lo ripeto ancora, non è solo una questione di scherno e di derisione, ma è proprio un errore scientifico che un qualsiasi medico non dovrebbe mai fare : si tratta infatti della generalizzazione del peggior luogo comune esistente sulla faccia della terra.
Per la dott.ssa Rizzoli, quindi, anche la sottoscritta batte sulla pubblica via.

Ma qualcuno l’ha mai avvertita che nel mondo ci sono molte persone transessuali che non si sono mai prostituite e non hanno mai avuto intenzione di farlo nella loro vita ?
E che coloro che finiscono in tale mondo nella stragrande maggioranza dei casi non farebbero mai questa scelta se avessero realmente la possibilità di scegliere ?

Dott.ssa Rizzoli, penso che dovrebbe già vergognarsi sin dall’inizio per l’incredibile generalizzazione che ha fatto.
Si informi, apra un libro, chieda un consulto, accenda il computer.
Ma faccia qualcosa, urgentemente…

L’articolo prosegue poi con un tono arrogante e presuntuoso.

[…] Una volta c’era Eva Robin’s, transessuale dal corpo armonico e delicato di ragazza, androgino, longilineo, pelle lisce, lunghi capelli, seno e gambe tornite, broncio pronunciato e sguardo malizioso, ma si trattava di un risultato farmaceutico spettacolare dal punto di vista scientifico, prodotto dal sapiente mix di di ormoni femminili assunti da un uomo, alla nascita chiamato Roberto, che producevano una coabitazione in quel corpo di organi sessuali femminili e maschili in una irresistibile armonia che ne fece all’epoca un famoso fenomeno […]

Ma cosa dice questa deficiente di quinta categoria?
Non solo racconta fregnacce, il che sarebbe in fondo il meno.
Questa è una vera e propria mistificazione della realtà.


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È evidente che sin dall’inizio la dottoressa deve difendere l’operato dei centri italiani, nella stragrande maggioranza dei casi scadenti e non aggiornati con i moderni protocolli medici.
Se si trattasse solamente di protezionismo, potrei anche capirlo, chi non difenderebbe le glorie locali e l’operato dei propri colleghi ?

Anche se a riguardo avrei molto da dire.
Prima di tutto, vorrei ringraziare la dott.ssa Rizzoli per il simpatico ritratto che ha fatto di qualunque trans con un aspetto femminile come potrebbe essere la sottoscritta : “un risultato farmaceutico spettacolare dal punto di vista scientifico, prodotti dal sapiente mix che producevano una coabitazione…“.

Un attimo che telefono alla Schering : in effetti sono loro cliente abituale da anni e potrei propormi come testimonial pubblicitaria per dimostrare l’efficacia di alcuni farmaci da loro prodotti.
In fondo, anche io sono un “fenomeno”, irresistibilmente paranormale.

Ma questa c’è o ci fa ?
Per me è la seconda opzione, e posso facilmente dimostrarlo sulla base della mia esperienza personale.
L’anno scorso, proprio in questo periodo, mi sono recata presso una clinica di Milano specializzata in endocrinologia per un check-up di routine.
La prima cosa che volevano cambiarmi era la cura ormonale, prescritta dalla mia endocrinologa di fiducia, brasiliana.

Preciso che non avevo mai avuto problemi di tolleranza alla terapia e che, al limite, avrei semplicemente dovuto iniziare a ridurre i dosaggi, che fino a quel momento erano stati molto aggressivi.

Detto, fatto : il primo farmaco che il centro italiano voleva prescrivermi era un antiandrogeno che la FDA americana ha bandito almeno dieci anni fa a causa degli effetti collaterali pericolosissimi, come insonnia e stati depressivi che, in alcuni casi, hanno portato alcune pazienti al suicidio.


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Per non parlare del fatto che si tratta di un farmaco vecchio e non più utilizzato all’estero (tranne che da noi, ovviamente).
Inoltre, il dosaggio consigliato non era certo in piccole quantità, ma in dosi da cavallo.

E gli estrogeni ?
Questi sparivano o quasi dalla cura, ed erano sostituiti con altri di origine sintetica.

Questa era la cura “moderna”, come il dottore mi ripeteva continuamente, e non quella “vecchia” che stavo seguendo.

Proprio vero, per noi trans – che ricerchiamo la femminilità – devono essere dati pochi estrogeni e soprattutto dosi da cavallo di antiandrogeni, perché il nostro unico problema è la negazione della mascolinità e quindi va solo abbattuto il testosterone.
Generazione di fenomeni.

Tutto questo perché ?
Per le motivazioni tristemente già raccontate più volte : questioni oscurantiste e questioni politiche.

Solo che, a causa dei ben noti fatti di cronaca, il bluff che dura da anni è stato scoperto e molte persone si stanno rendendo conto di questo fatto sostanziale.

[…] Oggi abbiamo le Natalie, le Michelle, le Barbara, sudamericani maschi travestiti da femmine, in corpi massicci con seni e natiche gigantesche, sproporzionati esiti interventi di chirurgia plastica e di errati e sballati dosaggi di estrogeni che producono grottesche caricature di transessuali, esasperate da una volgare isteria, dal persistere in quei fisici di voci, di muscoli e di aggressività maschile, che si chiamano fra di loro con nomi di donna e si parlano al femminile, mentre si prostituiscono in stivali di vernice taglia 44/45 e tacco 12 […]

Secondo la dott.ssa Rizzoli, quindi, tutte le trans sudamericane sarebbero solo delle caricature di uomini che hanno assunto ormoni “sballati” ; sarebbero tutte sproporzionate, volgari, isteriche e aggressive.

Ma questa vive su un altro pianeta ?
Ha mai acceso un computer in vita sua e visitato un sito a caso fra i tanti che esistono in internet ?

Si rasenta la diffamazione a mezzo web e, soprattutto, si dice palesemente il falso.
La dott.ssa Rizzoli mente spudoratamente, per di più sapendo di mentire.
Ha mai sentito parlare di Roberta Close ?


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Lei è la più famosa di tutte, quindi forse può essere considerata fuori concorso.

Ma di bellezze locali ce ne sono a centinaia, basta solo cercare sul web.
Ma non l’ha mai informata nessuno, dott.ssa Rizzoli, che alcuni dei migliori chirurghi estetici del mondo sono proprio in Brasile ?
Eppure lei è una donna, dovrebbe conoscere piuttosto bene certi argomenti.

Non l’ha mai informata nessuno che le persone trans in quel paese sperduto e poco noto fanno parte da almeno quaranta anni della società civile e molte di loro hanno una vita assolutamente normale e integrata come tutte le altre persone ?

E, soprattutto, nessuno l’ha mai informata (o meglio lo sapete benissimo voi politici di ogni schieramento, ma glissate sempre) che il governo Lula ha promulgato l’anno scorso una legge per cui la determinazione del proprio genere sessuale è un diritto ?

Il Brasile è stato il primo stato ad averlo inserito nella propria costituzione.
E che anche le persone che “fanno la vita” sono rispettate come esseri umani esattamente come chiunque altro ?

I fatti sono quindi due, dott.ssa Rizzoli : o il Brasile è un paese di depravati dediti esclusivamente alla sodomia e ad altre pratiche sessuali poco ortodosse, oppure è un paese all’avanguardia nei diritti sociali e civili, dove il suo popolo è talmente evoluto da accettare e rispettare tutte le persone, chiamandole nel genere cui si sentono di appartenere anche nel caso la loro “passabilità” non sia delle migliori.

Quale delle due risposte è corretta ?
La risposta è la numero uno o la numero due ?
La seconda.
Ok, la accendiamo.

E, dott.ssa Rizzoli, vorrei vedere cosa farebbe se non avesse un lavoro fisso e si trovasse in un paese straniero che non è nemmeno in grado di garantire i più elementari diritti umani agli italiani come noi.

E per finire : fisici, voci, muscoli, aggressività maschile e risultati sproporzionati?
Ma è proprio il contrario.

Certo, quando si vive ai margini della società e si fa un certo tipo di vita, è tristemente facile perdersi nell’alcol e nella droga che, naturalmente, hanno effetti distruttivi sia sul fisico sia sull’umore e sul carattere delle persone.
Ma ne parlerò successivamente, perché sono motivazioni piuttosto facili da comprendere.

Ok, la modulazione della voce a volte può condannare, ma solo questo.
Le trans sudamericane spesso assumono ormoni sin dall’età adolescenziale e in questo modo fanno subito effetto sull’organismo, modellando subito il corpo e dando risultati estetici molto spesso sublimi.
La chirurgia estetica, poi, aiuterà a perfezionare ulteriormente i risultati.

[…] La madre del tristemente famoso Brenda ha chiesto di riavere il corpo del “figlio”…lei ha partorito un maschio e per lei sarà sempre tale […]

Come si fa a partorire frasi come quella del corpo del figlio nato maschio ?
Ecco, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata questa.



Prinçesa, la famosa canzone di De André, ispirata alla triste vita reale della transessuale Fernanda Albuquerque.

La parolina magica è : rispetto per le persone, sempre e comunque.
Poi, quando si tratta del dolore di una madre che vuole dare degna sepoltura alla persona che ha portato in grembo e ha fatto nascere, bisognerebbe semplicemente rispettare e perlomeno tacere.

Oppure vegliare la povera Brenda e pregare per lei, come hanno fatto le trans che lei tanto vitupera e denigra.
Queste ultime hanno senz’altro molta più fede e credono in Dio in modo molto più sincero di persone come lei che magari la domenica va a messa solo per compiacere il suo ego.

E lei sarebbe paladina del cattolicesimo ?
Sì, di quello oscurantista e clerical-bigotto, degno dell’attuale stato pontificio che avrebbe bisogno di una seconda Porta Pia.

È risaputo che nel nostro Paese, dal punto di vista legislativo, una trans che non abbia avuto rettifica nei documenti (badi bene, rettifica nei documenti, che tecnicamente avviene in ogni caso dopo l’eventuale operazione di SRS) sia chiamata dalla legge al maschile.
Ma c’è una differenza tra la legge, che è fredda, e il rispetto della persona, che probabilmente lei non sa nemmeno cosa sia.
Ed infatti :

[…]I transgender, i transessuali, i travestiti, i viados, sono comunque degli uomini che si atteggiano da donne, che si sentono psicologicamente femmine, che cercano di diventarlo con terapie e chirurgie varie, ma sono nati uomini, hanno precisi geni e cromosomi maschili nel loro corredo, hanno testicoli e pene, hanno prostata e vescicole seminali.

I transgender che arrivano alla chirurgia degli organi sessuali sono pochi, perchè sanno che avranno fattezze esterne solo simili ai genitali desiderati […]

Ma lei sa di cosa sta realmente parlando, oppure blatera termini a casaccio senza sapere nemmeno quello che dice ?
Harry Benjamin non l’ha mai sentito nominare nemmeno di sfuggita, eppure ha scritto il suo primo trattato nel 1966.
Dott.ssa Rizzoli, se volesse, potrebbe leggere qualche pagina di questo blog e la sua mente potrebbe finalmente essere illuminata.

Non voglio rovinarle la sorpresa, né naturalmente ripeterle concetti che ho già spiegato più volte in questo blog.

Le posso però già anticipare che coloro che di noi decidono di sottoporsi a un intervento di riassegnazione (tecnicamente chiamato SRS) e si rivolgono a centri specializzati esteri (e non italiani, purtroppo) ottengono un risultato che è tecnicamente perfetto (ormai fanno parte della letteratura scientifica i casi in cui i ginecologi non hanno riscontrato alcuna “anomalia” al primo esame).


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Inoltre, contrariamente a quanto ritengono la maggior parte dei medici disinformati sull’argomento, il genere di una persona risiede nel cervello e non negli organi genitali.

Il discorso dei cromosomi è invece assolutamente irrilevante, perché difatti si devono correggere gli errori che madre natura talvolta compie.
Per questo motivo le dedico la seguente frase che ho scritto proprio qui sul mio blog :

“Non ci sarà invece mai una cura per l’ignoranza e la stupidità, e probabilmente non sarà mai trovata.
Spesso la stupidità umana non conosce limiti.
Anche dopo una perfetta cura e una completa armonia tra il proprio corpo e la propria anima, alcuni affermano che non è possibile alcuna cura”.

Questi sono i messaggi importanti, le informazioni che devono essere diffuse per contrastare l’ignoranza e dare spazio a persone competenti in materia che sappiano esprimerle in maniera chiara e limpida come me o come molte altre.

Non bisogna partecipare a inutili talk show mediatici/scandalistici che non servono altro che a creare ulteriore confusione.

Purtroppo in Italia si commette sempre lo stesso errore : chi afferma di voler fare contro-informazione in realtà non la fa proprio.
Cambiano i campi, ma il risultato è sempre lo stesso: nessun cambiamento.

[…] Molte sono le cosiddette varianti sessuali denunciate e sbandierate, ma i sessi in natura sono sempre stati due mentre gli altri sono soprattutto varianti di natura psicologica, senza una base genetica e scientifica […]

Dott.ssa Rizzoli, la prego, legga il mio blog oppure faccia una veloce ricerca in rete : di basi scientifiche ce ne sono talmente tante che sono stati scritti centinaia di trattati sin dagli anni ’70.

[…] Solo gli ermafroditi veri possono “vantare” dalla nascita di un cromosoma sessuale alterato, un’anomalia che produce la disarmonica coesistenza nello stesso individuo di organi ed ormoni sessuali dei due sessi, e difficilmente trattabile sia terapeuticamente che chirurgicamente.
Inoltre gli ermafroditi veri non si mettono in mostra non si prostituiscono, perchè sono consci della loro patologia […]


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Ma che persona squallida è la dott.ssa Melania Rizzoli ?
È anche profondamente ignorante in materia.

Ermafroditi ?
Ma conosce il termine della parola o sta sparando frasi senza senso a caso ?
Copio ed incolla dal mio blog (che a sua volta aveva preso la fonte dal sito sulla Sindrome di Morris quando ho trattato il caso Semenya – per la cronaca insabbiato dalla IAAF ):

“L’ermafrodita è una creatura mitologica e non esiste tra gli esseri umani: nessuna persona ha al tempo stesso organi genitali completi sia maschili, sia femminili.
Questo termine è stato utilizzato dalla medicina nell’800 ed è stato ormai abbandonato dalla medicina moderna.

Inoltre, i termini “ermafrodita” e “pseudo-ermafrodita” sono molto offensivi per le persone con disordini della differenziazione sessuale.
La maggior parte di queste persone appartiene al genere femminile o a quello maschile (nonostante possano manifestare problemi di infertilità e carenze ormonali) e conduce una vita relazionale normale.

L’uso di questi termini allude invece a una condizione “mostruosa” che suscita la morbosità dei lettori.
I medici che usano questi termini probabilmente non sono aggiornati e/o non hanno contatti con i pazienti e non conoscono le loro esigenze”.

Sarebbe opportuno informare la sig.ra Chelagna di aggiornarsi e di tornare alle scuole medie, se non addirittura alle elementari.

Patologia ?
Di patologico c’è solo il suo cervello bacato e null’altro.

Ma il peggio deve ancora venire nella frase successiva :

[…] I transessuali, i travestiti, i viados, sono invece uomini che si prostituiscono, per denaro, in genere con gli uomini, e spesso non sono nemmeno omosessuali.
I loro clienti invece, spesso sono degli omosessuali latenti, che negano a loro stessi di esserlo, che hanno ancora una sessualità incerta, e si convincono di aver bisogno di emozioni forti, che non provano con le donne, ma che ricercano in persone acconciate da iper femmine, che però hanno un ruolo attivo nei rapporti sessuali consumati. […]

Ma nemmeno quella idiota della Mussolini era arrivata a dire queste sciocchezze.
In pratica, secondo la sua esperienza, siamo tutte (pardon, tutti) uguali.

Ma questa qua è davvero una dottoressa ?
La laurea gliel’ha davvero data Pupone de Roma al CEPU.

È vero, le trans non sono omosessuali, perché, indipendentemente da tutto, sono eterosessuali.

Per favore, ditelo a chi continua a dire l’incredibile stronzata proveniente da Botteghe Oscure che ancora crede e specula, per motivi numerico/politici, su teorie degli anni ’70 già superate da almeno tre decenni, e cioè che noi transessuali siamo un particolare “tipo” di gay.


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Ed effettivamente la dottoressa Rizzoli e tutti i mass media hanno glissato elegantemente su alcuni particolari ben noti a tutti coloro che frequentano o conoscono l’ambiente, ma che – evidentemente – non si possono dire perché “non si deve”.

In quello che io chiamo cabaret e presentazione di mercato, così come in qualsiasi brand, di nicchia o meno, l’offerta si rivolge principalmente dove c’è la maggiore richiesta.
Se il mercato dice che le richieste vanno in un certo senso – magari non il più gradito – chi offre il prodotto si adeguerà, bene o male, a ciò che viene richiesto maggiormente.
Solo il mercato, niente di meno, niente di più.
Pecunia non olet, specialmente se sei in indigenza e non hai altre possibilità.

Ma veniamo al punto.

Se le trans si presentano in modo iperfemminile e offrono un certo tipo di prestazioni, è solo perché il mercato richiede questo.
Infatti, la cosa che nessuno o quasi sa è che tale ruolo è solitamente rivestito, chiaramente con le dovute eccezioni, solo ed esclusivamente nell’espletamento della eventuale attività professionale e non certo quando devono scegliere il loro partner, dove il ruolo sarà femminile.
I motivi sono ovvi : basta pensare al nome di battesimo e al genere ricercato.

Tutte le altre situazioni richieste (foto, film, s/m, travestimento dei clienti in privato e le altre mille altre possibili varianti) non sono altro che un allargamento del campionario e delle proprie linee di offerta.
Poi, certo, come in un qualsiasi legame sentimentale fra uomo e donna, le possibili varianti e i giochi all’interno della coppia potranno essere diversi e cambiare, esattamente come accade in qualsiasi altra coppia.


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Ma la dott.ssa Rizzoli ignora tutto questo, o finge di ignorarlo.

È evidente che il discorso sull’immaginario erotico a livelli parabolici, il senso di trasgressione e di proibito, contribuiscono notevolmente ad alimentare le leggende metropolitane di cui spesso si sente parlare.
Ma se si prendessero al di fuori di tali situazioni, molti scoprirebbero che la stragrande maggioranza delle trans desidera essere completamente anonima nella vita di tutti i giorni e, soprattutto, avere una vita normale.

C’è molto di più nell’animo profondo, spesso ipersensibile, che porta tante di loro a perdersi a causa del tipo di vita che le consuma, le stressa e le deprime fino a spingerle a bere, assumere droghe e farmaci in modo eccessivo.
Oltre al fatto che praticamente tutte soffrono di solitudine per la mancanza di amore e di affetto da parte di qualcuno che le voglia bene e non le sfrutti esclusivamente come un giocattolo sessuale.

In fondo, basterebbe poco, molto poco, per allontanarle da quel mondo, come ho avuto modo di constatare molto spesso di persona nel corso degli anni.
Purtroppo, però, questo non accade solitamente.

Soprattutto nel nostro paese moralista e bigotto, che condanna immediatamente al rogo chiunque voglia avere un rapporto alla luce del sole con una di noi, nessuna esclusa, comprese tutte coloro che hanno una normale esistenza e professione.


il blog di andrea predica


[…] I frequentatori dei trans, infatti, non vanno mai con gli omosessuali dichiarati perchè rifiutano di esserlo o di poterlo divenire loro stessi, considerano la loro trasgressione forte di pura sessualità maschia.

I clienti dei trans si rifugiano nel rapporto breve e fugace, anche se ripetuto con frequenza nel tempo, proprio perchè non ammettono la propria indole omosessuale.
Il loro ruolo nel rapporto sessuale è spesso passivo e spesso viene aiutato da alcool e stupefacenti.

Sono rari i casi di uomini non omosessuali che frequentano i trans per sapere cosa più gli piace […]

Minkia, ne avesse azzeccata una in quest’articolo.
È proprio l’opposto.
I gay non provano nessuna attrazione per noi trans e un uomo che cerca una trans, in un rapporto mercenario o meno, non cerca affatto un rapporto gay.
Cerca la iperfemminilità, che è l’esatto opposto.
Inoltre, desidera morbosità e trasgressione (magari con l’uso di droghe e alcol), ma mai un rapporto omosessuale.

La maggior parte degli uomini che cercano queste situazioni sono di solito insoddisfatti della propria vita coniugale o sentimentale, non si identificano completamente né nell’una né nell’altra sfera, e cercano qualcosa di diverso.

Spesso cercano la iperfemminilità che non trovano in famiglia e vogliono semplicemente confidarsi e trovare ciò che non hanno a casa.
A volte hanno enormi problemi interiori.
Raramente sono omosessuali latenti ; il più delle volte sono eterosessuali con una naturale propensione alla bisessualità.
Talvolta, ma molto più raramente, possono esserci dei conflitti interiori di genere.

Acconciatura, immaginario, vestiario, oggettistica e altro ?

Dott.ssa Rizzoli, si aggiorni e lo faccia pure lei.

Mi sa che non possiede la femminilità, l’anima, la sensibilità, l’immaginazione.
Tutte cose di cui c’è bisogno sempre in un qualsiasi rapporto di coppia, ma che evidentemente persone che ragionano con la sua testa non hanno mai posseduto e non potranno mai possedere.
E di cui tutti hanno davvero una fottuta paura di parlare allo scoperto.

[…]Le donne non vanno con i trans. Le donne che riconoscono la propria omosessualità scelgono le loro simili senza remore e senza paure. […]

È ridicolo e palesemente falso, come potrei facilmente dimostrare con esempi pratici, dato che la sottoscritta ha ricevuto avance (da me rifiutate) solo nell’ultimo anno da due donne.

[…] Molti uomini , invece, ad un certo punto della loro vita sono trascinati da un impulso compulsivo :il rapporto trasgressivo con una “donna munita di genitali maschili attivi”.
Naturalmente non ne parlano, ed apparentemente questi uomini possiedono una cosiddetta stabilità affettiva familiare […]

… che s’innamori di te quella che fa carriera,
quella col pisello e la bandiera nera.
La cantatrice calva e la barricadera,
Che non c’è mai la sera…

Così dice Vecchioni.

Non ne parlano in pubblico semplicemente perché dopo due secondi sarebbero stati messi al rogo con tanto di rosmarino in quantità industriale e avrebbero immediatamente finito la propria carriera nel mondo “normale”.
Lo stesso vale per noi trans, che è praticamente impossibile fare carriera presso una qualsiasi istituzione, salvo le eccezioni di cui ho parlato diffusamente nei mesi scorsi.

Per cui, o riesci ad avere un lavoro autonomo come freelance, oppure, soprattutto in questo Paese, finisci per strada senza passare nemmeno da Vicolo Corto e da Corso Impero.

[…] Oggi è diventato normale accettare e riconoscere come normale ciò che normale non è.
I transessuali venivano chiamati pervertiti, invertiti, femminielli o ermafroditi, o peggio malati.

Oggi siamo pieni di neologismi che non esistono né sui vocabolari né sui trattati scientifici (vedi transgender) ma dei quali parliamo con naturalezza e competenza.
Quello che dovrebbe colpire, invece, è l’aumentata fragilità del maschio, le sue debolezze dichiarate, la sua ricerca di certezze e di affettività, sempre di più esercitata alla larga delle donne, quelle stesse donne che comunque continuano a partorirli […]

Questa non solo è deficiente, ma rosica come un castoro.
Non riesce a distinguere nemmeno fra bianco e nero, cestina subito tutto ciò che è appena di un colore diverso in nome di una dicotomia mai esistita.

Le definizioni sui trattati scientifici non esistono ?
Ok, lei è rimasta ancorata ai trattati medici degli anni Cinquanta.
Bisognerebbe dirle che i tempi sono cambiati.


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Harry Benjamin non la conosceva affatto, eppure ha scritto il primo trattato sul tema nel lontano 1966.

Persone malate ?
Sì, una : lei.

Ma io mi domando : perché non fanno mai parlare qualche psicologa esperta della tematica come la dottoressa Ribàli, ad esempio (che ho conosciuto personalmente), e invece danno voce a politici da strapazzo come la Mussolini, Gasparri, la Carlucci, psicologi da strapazzo come Morelli, anchorman e presentatori come Vinci, Vespa e altri idioti simili ?

Ma chi li sceglie, questi imbecilli da mandare in Parlamento ?
Noi italiani, purtroppo.

Peraltro, il messaggio che i giornali vicini al Pdl, e la dott.ssa Rizzoli segue gli ordini della politica fedelmente, vogliono far passare è il seguente :

“Noi del centro destra siamo puttanieri, ma siamo gente normale ; nel centrosinistra invece sono drogati, puttanieri e soprattutto pervertiti”.

Sbattendosene altamente di tutto il resto.
Povera Italia, che fine hai fatto.



Veronica