Dicembre 17, 2021 Grafene, Neurocontrollo, Studi scientifici
Non è necessario possedere una notevole acume per comprendere che la presenza di nano-antenne plasmoniche nei campioni del cosiddetto “vaccino”, siano essi a forma di papillon, di cubo o di prisma, come è stato osservato, è una chiara indicazione della presenza di nanotecnologie non dichiarate.
Nano-rectenne : ulteriori prove che confermerebbero la teoria delle nano-reti incentrate nel corpo umano
La ricerca sulle reti di nano-comunicazione per i nano-dispositivi inoculati nel corpo umano continua a produrre ulteriori prove a sostegno della sua validità.
In questa sede, viene presentato l’articolo intitolato “Nano-rectenna powered body-centric nano-networks in the terahertz band“, redatto da Rong, Z., Leeson, M. S., Higgins, M. D. e Lu, Y. (2018), che fornisce conferma della teoria già verificata in precedenza mediante l’analisi delle immagini dei campioni del cosiddetto “vaccino” ottenute dal Dr. Campra (2021).
Le nano-reti focalizzate sul corpo umano necessitano dell’impiego di nano-antenne operanti nella banda dei terahertz, similmente a quelle presenti nei campioni del cosiddetto “vaccino”.
Nella comunità scientifica, tali nano-antenne plasmoniche sono note anche con il nome di “antenne bowtie” (o nano-antenne plasmoniche a forma di doppio papillon), mentre nell’articolo in esame sono denominate “nano-rectenne“.
La menzione esplicita del tipo di antenna e della tecnologia delle nano-reti intracorporee confermerebbe che i cosiddetti “vaccini” sono, tra l’altro, vettori per l’installazione di nanotecnologie, o nanodispositivi, nel corpo umano.
Tuttavia, oltre a una mera concomitanza, gli autori sottolineano l’impiego del grafene e dei nanotubi di carbonio come componenti essenziali per la rete, elementi che sono stati identificati anche nelle immagini acquisite dal Dr. Campra e che corrispondono alla presenza del grafene nella sua relazione tecnica con la spettroscopia Micro-Raman.
Oltre a quanto già delineato, l’articolo sottolinea che la modalità di comunicazione e trasmissione dati nelle nanoreti si realizza mediante segnali TS-OOK (sequenze di impulsi che trasmettono codici binari), una scoperta che trova pieno riscontro negli studi e nei protocolli di nanocomunicazione esaminati in precedenza, confermando così l’attendibilità di tutte le ricerche condotte finora su questo argomento.
Per confermare ulteriormente la teoria delle nanoreti di comunicazione intracorporea, l’articolo di Rong, Z.; Leeson, MS; Higgins, MD; Lu, Y. (2018) sottolinea l’impiego di nanosensori collegati da segnali elettromagnetici attraverso le già menzionate nanoreti (o nanoantenne bowtie).
Questo evidenzia la necessità di dispositivi di rete chiamati nano-router, che gestiscono il collegamento dati intra-corpo e out-of-body utilizzando il telefono cellulare come gateway.
In considerazione dell’importanza del contenuto dell’articolo, si procederà ad un’analisi approfondita.
Analisi dell’articolo
L’oggetto di ricerca del lavoro di Rong, Z. ; Leeson, MS ; Higgins, MD ; Lu, Y. (2018) è l’analisi comparativa delle capacità di energy harvesting delle nano-rectenne, con l’obiettivo finale della loro implementazione in reti di nanodispositivi wireless e nanotecnologia intracorporea.
Come affermato nell’introduzione dell’articolo : “Nel campo delle applicazioni sanitarie, l’obiettivo è sviluppare una rete di nanodispositivi terapeutici che sia in grado di funzionare nel corpo umano dal suo interno per supportare il monitoraggio del sistema immunitario, il monitoraggio sanitario, sistemi di somministrazione di farmaci e impianti bioibridi“.
Ciò implica che le nano-antenne, denominate in questo contesto nano-rectenne, presuppongono necessariamente la presenza di una rete di nano-dispositivi o nanotecnologie destinate al controllo delle variabili e dei fattori biologici degli individui.
Inoltre, (Rong, Z.; Leeson, MS; Higgins, MD; Lu, Y. 2018) affermano che “esistono due approcci principali alle comunicazioni wireless su scala nanometrica, vale a dire le comunicazioni molecolari ed elettromagnetiche (EM)” (Akyildiz, IF; Jornet, JM 2010).
Quest’ultima opera comunemente nella banda dei terahertz (THz) (0,1-10 THz) ed è una tecnica promettente per supportare lo scambio di dati in reti di nanosensori per applicazioni sanitarie o nano-reti centrate sul corpo.
Tuttavia, a causa delle dimensioni previste dei nanosensori, la frequenza irradiata dalle loro antenne si collocherebbe tipicamente nella gamma ottica, causando un’attenuazione del canale significativa che potrebbe rendere irrealizzabile la comunicazione wireless su scala nanometrica.
Per superare questa limitazione, sono state sviluppate antenne a base di grafene, in grado di operare nella banda THz, a una frequenza fino a due ordini di grandezza inferiore rispetto a un’antenna metallica delle stesse dimensioni.
La presente spiegazione fornisce conferma dell’esistenza di due tipi di comunicazione intracorporea : quella molecolare, impiegata per il monitoraggio e la neuromodulazione del tessuto neuronale e del sistema nervoso centrale (Akyildiz, IF; Jornet, JM; Pierobon, M., 2011; Malak, D.; Akan, OB, 2012; Rikhtegar, N.; Keshtgary, M.). 2013 | Balasubramaniam, S .; Boyle, NT; Della-Chiesa, A .; Walsh, F .; Mardinoglu, A .; Botvich, D .; Prina-Mello, A. 2011) e quella elettromagnetica, concepita per il controllo di variabili e fattori biologici nel resto del corpo, mediante nano-nodi (detti anche nano-dispositivi, nano-biosensori, ecc.).
La conferma è stata inoltre fornita riguardo alla banda operativa in cui opera la nanorete intra-corpo, con un intervallo che va da 0,1 a 10 THz, come precedentemente indicato in questo blog da (Abbasi, QH; Nasir, AA; Yang, K.; Qaraqe, KA ; Alomainy, A. 2017 | Zhang, R.; Yang, K.; Abbasi, QH; Qaraqe, KA; Alomainy, A. 2017 | Yang, K.; Bi, D.; Deng, Y.; Zhang, R. ; Rahman, MMU; Ali, NA; Alomany, A. 2020).
Si evidenzia inoltre che la rete di nano-dispositivi, denominati “nanosensori“, opera nella banda dei THz mediante l’impiego di antenne di ridotte dimensioni, pari a pochi micron, che presentano la capacità di ritrasmettere segnali e di accumulare energia per il funzionamento della rete.
Tali proprietà uniche sono il risultato dell’effetto plasmonico indotto dalla scala delle nanoantenne, che conferisce a questi dispositivi caratteristiche fisiche e quantistiche particolari, come ampiamente documentato in diverse pubblicazioni scientifiche (Jornet, JM; Akyildiz, IF 2013 | Nafari, M. ; Jornet, JM 2015 | Guo, H.; Johari, P.; Jornet, JM; Sun, Z. 2015).
Nella dissertazione introduttiva, Rong, Leeson, Higgins e Lu (2018) sottolineano un aspetto fondamentale : “Lo scambio di informazioni tra nanosensori impiantabili [iniettabili] riveste la massima importanza, poiché consente il controllo e il monitoraggio del rilascio o del flusso molecolare, dei composti biochimici e di altre funzioni cruciali all’interno dell’organismo umano“.
La rilevanza di tale affermazione è fondamentale, in quanto postula che i dispositivi nanotecnologici debbano essere installati, iniettati o impiantati nel corpo umano, e che sia necessario ricevere i segnali e i dati generati da tali dispositivi per effettuare un monitoraggio adeguato, anche a livello di flusso molecolare e composti biochimici, quali i neurotrasmettitori prodotti dal tessuto neuronale o dal sistema nervoso (Abd-El-atty, SM; Lizos, KA; Gharsseldien, ZM; Tolba, A.; Makhadmeh, ZA 2018).
Questa premessa è fondamentale per comprendere la necessità di introdurre grafene, nanotubi di carbonio e derivati per catturare questi segnali e marcatori bioelettrici al fine di ottenere le informazioni, nonché di una nanorete wireless che consenta la trasmissione di tali dati al di fuori del corpo umano.
Si evidenzia, pertanto, la necessità di comprendere che le nano-antenne (o nano-rectenne) deputate alla ripetizione dei segnali potrebbero non solo svolgere tale funzione dall’interno, ma essere altresì in grado di effettuare il processo inverso, alterando, ad esempio, la sinapsi neuronale.
Inoltre, (Rong, Z .; Leeson, MS; Higgins, MD; Lu, Y. 2018) sostengono che un problema significativo nelle nano-reti intra-corporee è la disponibilità di energia (Bouchedjera, IA; Aliouat, Z .; Louail, L. 2020 | Fahim, H .; Javaid, S .; Li, W.; Mabrouk, IB; Al-Hasan, M .; Rasheed, MBB 2020), per i quali sono stati sviluppati protocolli e processi di routing efficienti (Sivapriya, S.; Sridharan, D. 2017 | Piro, G .; Boggia, G .; Grieco, LA 2015) che rendono plausibile il funzionamento della nanorete.
Relativamente alle nano-antenne o nano-rectenne, Rong e il suo team sostengono quanto segue : “Una delle maggiori sfide nelle nanogriglie centrate sul corpo è causata dallo stoccaggio di energia molto limitato di una nano batteria…Poiché le onde elettromagnetiche trasportano non solo informazioni ma anche energia, le nano-rectenne possono funzionare a frequenze THz e microonde, consentendo loro di funzionare durante la notte.
Poiché le onde elettromagnetiche veicolano non solo informazioni, ma anche energia (Varshney, LR 2008), le nano-rectenne possono condividere lo stesso segnale utilizzato per il trasporto di informazioni all’interno delle nanoreti.
Di conseguenza, l’informazione wireless simultanea e il trasferimento di potenza (SWIPT) si configurano come tecniche fondamentali per alimentare le nanogriglie, offrendo una soluzione promettente per superare i colli di bottiglia.
Un significativo vantaggio di tale tecnica risiede nella capacità delle nano-rectena proposte di convertire un segnale EM in corrente continua senza necessità di alimentazione esterna del sistema.
Inoltre, la conversione energetica ottenibile raggiunge circa l’85% di efficienza“.
Le suddette affermazioni si rivelano di fondamentale importanza per confermare che le onde elettromagnetiche EM, o più comunemente note come microonde, sono in grado di veicolare sia energia che dati, operando nella banda THz, compatibile con la rete wireless intracorporea.
Questo risultato conferma quanto già emerso in studi precedenti, in particolare quello sulle reti di nanocomunicazione per le nanotecnologie nel corpo umano, già pubblicato su questo blog.
Il fenomeno del trasporto simultaneo di energia e dati, noto come SWIPT (Simultaneous Wireless Power Transfer), è caratterizzato da nano-antenne o nano-rectenne che presentano questa proprietà.
Gli autori sostengono che queste strutture siano in grado di convertire un segnale elettromagnetico (EM) in corrente continua senza necessità di alimentazione esterna, con un’efficienza notevolmente elevata.
Questo processo potrebbe spiegare l’accumulo di energia sufficiente per il funzionamento della rete intracorporea.
Inoltre, secondo Zainud-Deen et al. (2017), le nanoantenne dotate di un diodo geometrico, come il papillon (bowtie) o altri dispositivi poligonali a base di grafene, non si limitano alla raccolta delle onde elettromagnetiche EM (microonde), ma sono in grado di captare anche lo spettro infrarosso (El-Araby et al., 2017, 2018), garantendo un flusso energetico costante.

D’altra parte, (Rong, Z.; Leeson, MS; Higgins, MD; Lu, Y. 2018) definiscono il concetto di rectenna come “una combinazione di un’antenna e di un dispositivo raddrizzatore, generalmente un diodo, con lo scopo di raccogliere energia in e verso i nanofili, in modo tale che le onde elettromagnetiche (EM) vengano ricevute da una nano-antenna e quindi accoppiate ad un raddrizzatore… questo rende possibile che siano utilizzate per raccogliere energia da THz e frequenze superiori.
Poiché le antenne di dimensioni nano operano nella banda THz, i loro diodi raddrizzatori associati necessitano di una risposta rapida per poter reagire adeguatamente al segnale in arrivo e fornire un segnale DC (Direct Current).Il raddrizzatore può raccogliere energia dal segnale THz o dall’energia residua nell’ambiente“.
Tuttavia, è noto che le rectenne sono anche in grado di trasmettere e raccogliere energia e dati nella banda GHz, come illustrato nei lavori di Suh, YH; Chang, K. (2002) e di Abdel-Rahman, MR; Gonzalez, FJ; Boreman, GD (2004).
In tale ambito, merita di essere menzionato il contributo di (Khan, AA; Jayaswal, G.; Gahaffar, FA; Shamim, A. 2017), nel quale viene dimostrato che le nano-rectenne sono in grado di raccogliere energia da radiofrequenze ambientali (RF) mediante l’impiego di diodi a tunnel, che presentano un consumo energetico estremamente ridotto durante il processo di conversione in corrente continua.
Questi diodi a tunnel, noti anche come diodi MIM (metal-insulator-metal), sono in grado di fornire una rettifica a polarizzazione zero, permettendo loro di operare su una gamma di frequenza compresa tra 2 e 10 GHz, garantendo un’impedenza di ingresso ottimale.
Infatti, Khan e il suo team sostengono che, “sebbene il vero vantaggio dei diodi MIM sia nelle alte frequenze (in gamma THz), la loro capacità di rettifica a polarizzazione zero può rivelarsi utile anche per la ricezione e l’alimentazione wireless a frequenze RF.
La caratterizzazione di DC (corrente continua) ha indicato che il diodo MIM potrebbe fornire una reattività di polarizzazione zero di 0,25 V -1 con una discreta resistenza dinamica di 1200 (Ohm).
La caratterizzazione RF (Radiofrequenza) metallo-isolante-diodo-metallo è stata eseguita utilizzando due metodi : 1) misurazioni del parametro S (spessore della barriera del tunnel del diodo) da 500 MHz a 10 GHz e 2) rettifica RF a DC con polarizzazione zero.
I risultati dell’impedenza di ingresso presentati possono risultare utili per l’integrazione di diodi MIM (Metallized-Film) con antenne per applicazioni di raccolta.
La seconda parte della caratterizzazione RF ha verificato una rettifica da RF a DC di zero bias“.
In altre parole, i ricercatori confermano che le nano-rectenne possono funzionare in gamme di frequenza inferiori e persino a radiofrequenza, il che le rende il metodo ideale per alimentare le nano-reti wireless e le loro applicazioni di connessione IoNT (Internet of NanoThings).

Ritornando all’analisi di Rong, Z.; Leeson, MS; Higgins, MD; Lu, Y. (2018), la suddetta indaga il confronto tra due tipi di rectenna orientate per l’impiego in nano-reti intracorporee.
Una di queste è la nano-rectenna basata su nanotubi di carbonio, che corrisponde esattamente alle identificazioni osservate nei campioni del cosiddetto “vaccino“.
In merito, Rong e il suo team fanno riferimento al lavoro di Sharma et al. (2015), nel quale si propone l’impiego di rectenne di CNT (Carbon Nanotube) “composte da milioni di nanotubi che funzionano come nano-antenne, con le punte realizzate in Metallo Isolante (IM) per comportarsi come diodi.
Le rectenne CNT hanno mostrato un notevole potenziale per applicazioni di nanodispositivi centrati sul corpo e raccolta di energia EM wireless“.
Questo potrebbe confermare che i nanotubi di carbonio e le nano-antenne plasmoniche osservate hanno lo scopo, fra gli altri, di fornire energia alla nano-rete installata con le diverse inoculazioni del cosiddetto “vaccino“, un aspetto che spiegherebbe la necessità di diverse “dosi” fino a completare l’approvvigionamento energetico di base per il suo perpetuo mantenimento operativo.
L’elaborazione delle retini di nanotubi di carbonio rivela che “quando i CNT assorbono radiazioni EM, una corrente continua viene generata dopo la rettifica dall’area della punta.
Tale corrente, successivamente convertita, viene impiegata per la carica di un condensatore.
Il processo di conversione in corrente continua (DC – Direct Current) viene eseguito mediante l’impiego di un segnale THz all’interno del sistema e dell’ambiente elettromagnetico libero, pertanto la fonte di alimentazione di tale generatore di nano-rectenna non richiede l’impiego di un’ulteriore fonte di alimentazione esterna specifica“.
Questo suggerisce che non siano necessari altri componenti per il funzionamento.

Oltre alle nano-rectenne CNT (Rong, Z. ; Leeson, M. S. ; Higgins, M. D. ; Lu, Y., 2018), le stesse vengono messe a confronto con la loro proposta principale, le “nano-rectenne bowtie“, con due sezioni triangolari.
L’antenna presenta uno spessore di 100 nm e i nano-diodi, realizzati in grafene e situati al centro della zona di vuoto dell’antenna bowtie, sono responsabili dell’azione della rectenna.
Inoltre, i nano-diodi hanno la capacità di connettersi tra loro, formando un array o un array nano-rettilineo.
L’antenna a dipolo a cravatta a farfalla, d’altra parte, è in grado di ricevere la radiazione EM e convertire il segnale in flusso CA (corrente alternata) al nano diodo.
Il diodo, successivamente, rettifica la corrente alternata (CA) in corrente continua (CC).
Un ulteriore aspetto rilevante è che le nano-rectenne possono operare in una matrice o in un array.
Questo implica che migliaia di rectenne possono operare in modo contemporaneo, come confermato da Rong e dal suo team : “Poiché la potenza di uscita di una singola rectenna è di 0,11 nW (approssimativamente), l’impiego di un array di queste linee consente di soddisfare le prestazioni e le dimensioni richieste dalla nano-rete… Un aumento del numero di elementi collegati in serie può incrementare la produzione di corrente e potenza“.
Queste affermazioni trovano conferma nel lavoro di Aldrigo e Dragoman (2014), intitolato “Graphene-based nano-rectennas in the far-infrared frequency band“, in cui gli autori dimostrano che le nano-rectenne sono in grado di raccogliere il calore umano nella banda di frequenza dell’infrarosso, e che il modello proposto è promettente sia in termini di corrente rettificata da una singola nano-rectenna che di potenza rettificata da un macro-sistema che unisce migliaia di nano-rectenne.
Questo evidenzia che le nano-rectenne non sono un elemento isolato, ma sono in realtà più comuni e numerose di quanto si possa pensare.
È possibile che una singola dose del cosiddetto “vaccino” coinvolga un numero che varia da migliaia a milioni di nano-rectenne, a seconda della scala considerata.
L’articolo di Rong fornisce indizi significativi, in questa occasione relativi alle rectenne CNT, indicando che “la tensione di uscita generata dalla rectenna CNT è dell’ordine delle decine di millivolt…lo schema di accesso al canale per le comunicazioni sarà basato su impulsi di femtosecondi al nanofilo…Si osserva che l’impulso è di durata considerevole, mentre le cifre 0 vengono trasmesse come silenzio.
Poiché il tempo di separazione tra bit adiacenti è pari a 1000 volte la durata dell’impulso (Ts = 100 ps), la potenza media tornerà al livello nW.
Di conseguenza, la potenza di uscita della rectenna CNT è in grado di soddisfare i requisiti di potenza del sistema (della nanorete)“.
L’affermazione in questione sembra fornire una conferma agli esiti già rilevati in studi antecedenti, in base ai quali le reti di comunicazione di scala nanometrica operano tramite segnali TS-OOK per il trasferimento di pacchetti di dati (come emerso in post quali : ” Reti di nanocomunicazione wireless interagenti con il corpo umano“, “Sistema di routing CORONA per nanoreti di grafene nel sangue“, “Nanorouters nei cosiddetti “vaccini” , Bit software : software di nanonetwork (o nanoreti) elettromagnetici) grazie alla sua semplicità e ridotti consumi energetici.
Inoltre, tale affermazione conferma che i nanotubi di carbonio possono operare nella trasmissione di segnali e dati, nonché nella raccolta di energia, come era già stato riscontrato nello studio riguardo i nanopolpi e nanotubi di carbonio.

Secondo i calcoli di Rong, “per un dispositivo rectenna CNT, la tensione di uscita massima riportata è 68 mV e per un array rectenna bowtie a 25 elementi è 170 mV.
Pertanto, secondo lo studio (9), l’array di rettangoli bowtie fornisce una carica superiore rispetto al rettangolo CNT.
Tuttavia, quando questi due dispositivi di rettangoli vengono utilizzati per caricare lo stesso ultracapacitore (9nF), emerge che il rettangolo CNT richiede un tempo di carica maggiore (superiore a 6 minuti), a causa della sua resistenza di giunzione significativamente più elevata.
Tale resistenza risulta significativamente più elevata nel caso del dispositivo bowtie, mentre la rectenna bowtie presenta una resistenza di giunzione notevolmente più bassa, richiedendo solo circa 6 millisecondi per fornire energia al condensatore”.
Questa considerazione assume particolare rilevanza nel confronto tra i due tipi di rectenna per le nano-reti intra-corporali.
Le nano-rectenne bowtie array, infatti, hanno dimostrato una superiore efficienza rispetto a quelle basate sui nanotubi di carbonio, richiedendo solo 6 millisecondi per la carica di un nano-capacitore.
Questo aspetto è particolarmente rilevante se si considera la presenza di questi componenti nei campioni del cosiddetto “vaccino“, sia su micro che su nanoscala.
Inoltre, è rilevante menzionare l’impiego di ultra-nanocondensatori per eseguire il test di carico.
I condensatori rappresentano dispositivi elettrici passivi capaci di immagazzinare energia attraverso la conservazione di un campo elettrico.
Questo potrebbe dar luogo alla seguente domanda : qual è la localizzazione dell’energia immagazzinata nelle reti intra-corporee di natura nanoscopica ?
La risposta a tale interrogativo è estremamente intuitiva.
Tale elemento è stato rinvenuto in quantità significativa e, in particolare, è stato identificato in tutti i cosiddetti “vaccini“.
Il grafene stesso.
I nanofogli e le maglie di grafene, infatti, sono in grado di funzionare come condensatori, come evidenziato nel lavoro di Bai, Zhong, Jiang, Huang e Duan (2010), poiché “i nanonastri di fogli di grafene con larghezze inferiori a 10 nm sono in grado di creare un gap di banda sufficientemente grande per funzionare come transistor a temperatura ambiente“.
Questo processo è alla base della generazione di un campo magnetico, per effetto della carica elettrica trasmessa dalle nano-rectenne.
Inoltre, tale fenomeno potrebbe spiegare l’insorgenza delle braccia magnetiche, così come di altre parti del corpo, in seguito all’inoculazione dei cosiddetti “vaccini“.
L’osservazione della figura 5 rivela una nano-maglia diffusa (grafene) che sembra corrispondere a quella descritta in literatura scientifica, potenzialmente funzionando come un condensatore.
In numerosi casi, tali forme sono state riscontrate in prossimità di poligonali, oggetti quadrangolari e nano-antenne, suggerendo una possibile funzione nel fornire un residuo energetico alle nano-griglie.

In conclusione, Rong e il suo team evidenziano quanto segue : “Insieme al continuo progresso della tecnica SWIPT (informazione wireless simultanea e trasferimento di potenza), la pionieristica CNT array rectenna e la bowtie array nano-rectenna aprono la porta all’alimentazione wireless dei nanosensori”.
Questo perché una nano-rectenna è in grado di alimentare nanosensori senza alcuna fonte esterna, e inoltre la sua proprietà a banda larga consente alla rectenna di essere un modo molto efficiente e promettente per alimentare nanodispositivi impiantati nel corpo umano.
L’array rectenna di CNT ha dimostrato di poter fornire con successo la potenza richiesta dalla nanorete wireless corpo-centrica umana, stimata a circa 27,5 nW.
Nonostante le nano-antenne non siano in grado di fornire una tensione così elevata rispetto a un nanogeneratore piezoelettrico, un array di nano-antenne bowtie si è dimostrato altamente efficiente nel produrre DC (corrente continua) direttamente dal segnale THz all’interno del sistema (il corpo umano) e dal segnale EM ambientale, senza necessità di ulteriori alimentazioni esterne.
Questo suggerisce che le nano-antenne bowtie siano particolarmente adatte per l’implementazione di reti intra-corporee di nano-dispositivi e nano-sensori.
Non è richiesta una competenza specialistica per comprendere che la presenza di nano-antenne plasmoniche nei campioni del cosiddetto “vaccino“, indipendentemente dalla loro forma, come papillon, cubo o prisma, come è stato osservato, è una chiara indicazione della presenza di nanotecnologie non dichiarate.
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