Nascita di Gesù. Il 25 dicembre è una data simbolica

Dicembre 24, 2024 Storia nascosta

Molti di questi dèi, una volta uccisi, discendono tutti nella tomba e il periodo tra la morte e la risurrezione è generalmente di tre giorni.

Veronica Baker


Nascita di Gesù. Il 25 dicembre è una data simbolica

Nascita di Gesù. Il 25 dicembre è una data simbolica
Non ci è noto né il giorno né il mese né l’anno in cui è nato Gesù Cristo…

Non ci è noto né il giorno né il mese né l’anno in cui è nato Gesù Cristo.

Gli antichi dotti, con complicati calcoli, hanno assegnato a questo evento varie date.
Génébrard, dopo un’infinità di considerazioni incredibili, giunse alla conclusione che Cristo era nato nel 4090 dopo la creazione del mondo.

Scaligero (figlio) giunse alla conclusione che Gesù era venuto al mondo nel 3948 dopo la creazione del mondo, mentre l’erudito Pico della Mirandola era certo che fosse nato nel 3958.
E tanti altri, con calcoli analoghi ma strampalati, trovarono molte altre date.

Se, come si è visto, c’è molta incertezza nell’individuare l’anno esatto di nascita di Gesù, la confusione è ancora maggiore quando si cerca di stabilire il giorno e il mese.
Non è affatto vero che il Cristo è nato il 25 dicembre, come credono e come si celebra, secondo quanto moltissimi affermano.

Per rendersi conto di quanto la questione sia complessa, è sufficiente pensare che, in passato, alcune sette cristiane calcolarono addirittura centotrentasei date differenti.

Secondo Lightfoot, la data di nascita di Gesù sarebbe stata il 15 settembre, mentre altri parlavano di febbraio o agosto.
Secondo Epifanio, due sette celebravano la nascita di Gesù in due periodi diversi : una in giugno e l’altra in luglio.

Clemente Alessandrino affermò che Gesù Cristo era nato il 25 Pachon, che corrisponde al 20 maggio o il 15 Tybri, cioè il 10 gennaio o l’11 Tybri, il 6 gennaio.

Secondo San Cipriano, la data esatta era il 28 marzo.
Sant’Ippolito era convinto che il Cristo fosse nato il 23 aprile.

La controversa e confusa questione fu risolta dal papa Giulio I nell’anno Domini 337.
San Giovanni Crisostomo, nel 390, spiegò infatti quanto deciso dal papa : “In questo giorno (25 dicembre) anche la natività di Cristo fu ultimamente fissata a Roma…“.

Ancora oggi, tuttavia, alcune chiese cristiane, come quelle copta, armena e ortodossa, celebrano il Natale in un giorno diverso : il 6 gennaio.

Tra il III e il IV secolo, i cristiani scelsero il 25 dicembre come data di nascita del Salvatore, sovrapponendo una festività cristiana alla celebrazione pagana del sole, che si teneva in quasi tutta la penisola.

Stabilirono, quindi, la data della nascita del Redentore il giorno dopo il solstizio d’inverno (25 dicembre), giorno in cui, presso i Romani e non solo, si festeggiava solennemente la rinascita del Sole, il Dies Natalis Solis Invicti (il giorno natale del Sole Invincibile), che riprendeva il suo cammino.

Il sole del solstizio, infatti, ha raggiunto il punto più meridionale della sua orbita, perciò nel punto più a nord si registra il giorno più corto dell’anno.
Da quel momento, il sole inizia lentamente a riprendere il suo tragitto in direzione delle latitudini settentrionali e le giornate, pian piano, si allungano.

Secondo Cattabiani, il Sol Invictus era una “divinità solare di Emesa, introdotta dall’imperatore Aureliano (270-275), che aveva costruito anche un tempio in suo onore nel campus Agrippae, l’attuale piazza San Silvestro“.

Nel culto del Sol Invictus confluirono la dea celtica Mastruca e il germanico Yule (ruota), con esplicito riferimento al sole.
Nigel Pennick spiega : “Lo stesso termine Yule (Anglo-Sassone Geola) significa ‘giogo dell’anno’, vale a dire il punto d’equilibrio che si trova oltre il declino della luce del sole. (…). Il periodo dello Yule inizia quindici giorni prima del solstizio d’inverno, con la festa di San Nicola, associato alla figura sciamanica dello stesso Odino“.

La nascita di Cristo, come si è detto, venne sostituita al giorno dedicato al culto solare, perché, come scrive Gibbon in Decadenza e caduta dell’Impero Romano, “i Romani (Cristiani) ignorando… la data reale della sua (di Cristo) nascita, fissarono la festa solenne al 25 dicembre, il solstizio d’inverno o Brumale, quando i pagani celebravano, ogni anno, la nascita del Sole“.

La Chiesa delle origini sovrappose le celebrazioni cristiane a quelle pagane.
Per fare pochi esempi : la festa di San Giorgio ha rimpiazzato l’antichissima festività della Parilia, i festeggiamenti di San Giovanni Battista hanno sostituito la festa dell’acqua, che era celebrata a mezz’estate, e la festività dell’Assunzione della Vergine ha preso il posto delle celebrazioni in onore di Diana.

Halloween diventò la festa di Ognissanti e così via.

Per quanto riguarda il 25 dicembre, in pochi sanno che quasi tutti i popoli del mondo hanno sempre festeggiato, in questa data, la nascita di un dio.
In Egitto, per esempio, si festeggiava la nascita del dio Oro, corrispondente, all’epoca, al nostro Natale.
Si credeva che anche il padre di Oro, Osiride, fosse nato nello stesso periodo.

In Babilonia, il 25 dicembre, si celebrava il dio Tammuz, “Unico figlio” della dea Istar, rappresentata con il figlio divino tra le braccia e con un’aureola di dodici stelle intorno alla testa.

Sempre in occasione del solstizio d’inverno, in Persia nasceva il dio Mithra, noto anche come Salvatore.
Le più antiche testimonianze di questo dio risalgono al I secolo a.C. e sono contenute nei Rgveda o Veda della Lode, testi sacri indiani scritti in sanscrito fra il 1600 e il 600 a.C.

Nascita di Gesù. Il 25 dicembre è una data simbolica
La vera data della nascita di Gesù. In occasione del solstizio d’inverno, in Persia nasceva il dio Mithra, noto anche come Salvatore…

A Roma il culto di Mithra fu introdotto dalle legioni romane e assunse caratteristiche proprie, al punto che si può, senza tema di errare, parlare di una religione dei Misteri Mitriaci Romani.
Nella stessa data, nell’antico Messico, era nato il dio Quetzalcoatl.

Nello Yucatán si celebrava la nascita del dio Bacab, che si credeva venuto al mondo da una vergine di nome Chiribirias.
Anche il dio azteco Huitzilopochtli nasceva in questo periodo.

Gli scandinavi festeggiavano il dio Freyr, figlio di Odino e di Freya.
In Grecia, il 25 dicembre, nasceva Bacco, mentre in Siria Adone.

Williamson, nella “Legge suprema”, scrive : “…alcuni dei primi Padri della Chiesa Cristiana asseriscono che la grotta di Betlemme, in cui si celebravano i misteri di Adone, fosse quella in cui era nato Gesù”.

A questo punto, è impossibile non rimanere quantomeno sorpresi dal fatto che quasi tutti i popoli abbiano fatto nascere la loro divinità più importante in questa data.
Il 25 dicembre è stato celebrato come giorno sacro fin da tempi antichissimi ; basti pensare che la nascita del dio semitico Shamash veniva fatta cadere in questa data tremila anni prima della nascita di Cristo.

Oltre alla nascita, la morte e la resurrezione del dio o uomo divino presentano molte somiglianze.

Williamson scrive : “Noi riteniamo che Krishna, Osiride, Tammuz, Adone, Mitra, Ati, Bacco-Dioniso, Baldur, Quetzalcoatl e Gesù discendano tutti nella tomba (e alcuni nelle regioni infernali) e che il periodo tra la morte e la risurrezione è generalmente di tre giorni, mentre la risurrezione avviene di regola all’equinozio di primavera, o a pochi giorni di distanza da esso“.

Ecco qualche esempio.
Mitra, nato come Cristo il 25 dicembre, fu sepolto dai suoi discepoli nel periodo corrispondente alle festività pasquali.

E loro gioivano : “Rallegratevi, perché è risorto il vostro dio dalla morte. Le sue pene e le sue sofferenze saranno la vostra salvezza” (Dupuis, Origine di tutti i culti, vol. V).

Il dio Ati, che era celebrato nell’antica Frigia con gli appellativi di “Figlio unigenito” e di “Salvatore”, era simbolizzato con un agnello.
Frazer scrive : “Ati era per la Frigia ciò che Adone era per la Siria.
Come per Adone, la sua morte e risurrezione erano commemorate ogni anno in primavera con una festa. (…). Le cerimonie celebrate in occasione della festa di Atis non sono perfettamente note, ma sembra che la celebrazione della sua risurrezione seguisse immediatamente quella della sua morte” (Golden Bough, vol. I).

In Irlanda, la religione dei Celti celebrava il dio Samhein, il cui mito narra che, dopo tre giorni, risorgeva dalla morte.
Il dio Bacco, ucciso dai Titani, fu fatto risorgere da Giove dopo tre giorni.

Analogamente, sotto le altre sue sembianze di Dioniso, è detto : “…subito dopo la sua sepoltura, egli risuscitò dalla morte e salì al cielo” (Macrobio, Commentarium in Somnium Scipionis. Origine, Contra Celsum).

Infine, Williamson scrive : “Nel Nord abbiamo Baldur, il bello, il dio bianco, giusto e benefico, che i missionari cristiani trovano rassomigliare a Gesù.
Egli muore ucciso da una freccia scoccata dal cieco Hoerder, dio delle tenebre.

Questa freccia era fatta di legno di vischio.
Baldur giace morto per quaranta giorni, poi, alla fine di questo periodo, si risveglia e regna. (…).
La rozza e superficiale allegoria qui è abbastanza chiara : a 68 gradi di latitudine, il sole muore per 40 giorni, ucciso dalle tenebre dell’inverno.

La freccia di legno di vischio era il primo indizio di una nuova vita che proveniva dalla morte stessa (e attraverso la soglia di essa), poiché il vischio era chiamato anche “pianta del freddo e gelido inverno” e “pianta salutare”.

Baldur era anche chiamato “Figlio dell’Uomo”. (…). …egli risorse, come era stato profetizzato dalla terza Sibilla del Volospa : «I campi non seminati daranno il loro prodotto. Tutti i dolori saranno sanati. Baldur ritornerà“.


BannerVeronica 1