Negli occhi degli altri

Gennaio 2, 2023 La Medicina dell’Anima

Diamo più importanza a come gli altri ci vedono che a come vediamo noi stessi.
Ma questo equivale a vederci come un oggetto, perdendo di vista il nostro vero sé.

Jean-Paul Sartre


Negli occhi degli altri

Fonte : Brenda Shoshanna, Lo zen e l’arte di innamorarsi

Negli occhi degli altri
Ci siamo semplicemente innamorati di un’immagine di noi stessi e valutiamo il successo del rapporto in base a quanto ci fa sentire speciali…

Tutti vogliamo essere importanti.
Tutti vogliamo essere accolti, apprezzati e desiderati.

E quando un’altra persona ci approva con forza, l’entusiasmo che proviamo viene spesso scambiato per amore.

Molti di noi cominciano a desiderare ardentemente quella persona e a desiderare la sensazione che proviamo in sua compagnia.

Ma ciò che desideriamo non è l’altra persona : bramiamo la soddisfazione che l’altro ci procura, la sensazione momentanea di essere meravigliosi.

Non amiamo davvero, ma ci siamo semplicemente innamorati di un’immagine di noi stessi e valutiamo il successo del rapporto in base a quanto ci fa sentire speciali.

È importante prenderci un momento per riflettere su che cosa sia in realtà questo sentirsi speciali, perché molti ne hanno così bisogno e comprendere la differenza tra questo e l’amare davvero è fondamentale.

Molti di noi dipendono dal senso di benessere che deriva dall’approvazione altrui.

Sin dalla culla ci viene insegnato a mettere in atto ogni tipo di trucco per ricevere amore e attenzione.

L’idea che per essere degni di amore dobbiamo comportarci in un certo modo può durare tutta la vita.

Spesso ci comportiamo in modo da compiacere chi ci è vicino, diciamo una cosa e ne pensiamo un’altra, ci vestiamo nel modo giusto, guidiamo le macchine giuste e vogliamo un partner che ci riempia di orgoglio quando lo esibiamo in pubblico.

Più approvazione riceviamo dagli altri, più pensiamo di essere “grandi”.
Pochi comprendono che si tratta di uno dei maggiori ostacoli all’innamoramento e all’amore.

Parte di questa eccitazione consiste nel vederci attraverso gli occhi degli altri, ma è una spada a doppio taglio.
Se gli altri ci guardano con occhi di apprezzamento, ci sentiamo sicuri di noi; ma se ci guardano in modo critico o con delusione, perdiamo completamente fiducia in noi stessi.

Se gli altri non ci notano affatto, ci sembra di non esistere.

Se il nostro senso del valore dipende dal modo in cui ci vedono gli altri, è molto facile perderlo.
La persona che il giorno prima ci ammirava così tanto, potrebbe non provare più niente per noi il giorno dopo.

Oppure possiamo sviluppare nuove qualità che non le piacciono più.
Può presentarsi un’infinità di cose che le piacciono di più.

Può presentarsi un’infinità di cose che alterano questo equilibrio, facendoci perdere questa nostra meravigliosa sensazione di benessere.

Proprio per questo motivo molti rapporti iniziano in modo meraviglioso, ma dopo qualche mese iniziano a vacillare.
Mentre i partner rivelano sempre nuovi aspetti di sé, iniziano a guardarci con occhi diversi.

Iniziano a emergere le prime critiche.
Il fremito dell’iniziale adorazione inizia a svanire come l’aria che fuoriesce da un palloncino.

Benché dolorosa e spesso scioccante, la fine di quel fremito non è necessariamente negativa.
Se amiamo qualcuno in virtù del suo amore per noi, è evidente che non si tratta di amore.
Non è nemmeno salutare e probabilmente non durerà a lungo.

Una storia zen racconta che una scimmia era seduta sulla sponda di un lago e vide il riflesso della luna nell’acqua.
Incantata, la scimmia entrò in acqua per catturarlo.

Ma più cercava di afferrarlo e più il riflesso si allontanava, frantumandosi in mille riflessi causati dalle onde prodotte dalla scimmia stessa.
La scimmia non riusciva a capire che si trattava solo di un riflesso.

Alla fine, in un ultimo disperato tentativo di afferrare la luna, si tuffò in acqua annegando.
Se avesse smesso di agitare l’acqua e avesse guardato in alto, avrebbe visto la vera luna nel cielo.

Quando smettiamo di agitare l’acqua dell’amore, quando rinunciamo alla nostra folle sete di approvazione e smettiamo di cercare il nostro riflesso negli occhi dell’altro, iniziamo a scoprire chi siamo davvero.

A questo punto ci mancano solo pochi passi per imparare ad amare davvero.
Nella pratica zen, ogni persona è la persona giusta da amare, esattamente per quello che è.

Il senso del sé che si sviluppa con la pratica zen è diverso.
Si fonda su ciò che è reale e durevole, non su qualcosa che si può perdere da un momento all’altro.

Lo zen lo chiama “vero uomo senza rango“.
È il sé che non dipende dall’approvazione degli altri o dalle circostanze esterne per sentirsi completo e felice.

Con il bello e il brutto tempo procede per la sua strada, incontaminato.


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