Ottobre 10, 2024 Erotismo d’autore, Film
Una pellicola che ha saputo rendere estremamente vividi i tratti di una mentalità meridionale che anima personaggi reali in un contesto decisamente molto vicino alla realtà.
Non si sevizia un paperino (1972). I personaggi sono reali e il contesto è decisamente molto vicino alla realtà
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Una provincia italiana terribile, un vortice di orrore, dove imperano ipocrisia, perversione e bigottismo.
E, come origine di tutti i mali, la grossolana stupidità della gente che si manifesta in vari modi : dal cinismo dei giornalisti al pregiudizio degli ignoranti, fino alla chiusura mentale della Chiesa cattolica.
Quello che poteva essere, all’inizio degli anni ’70, semplicemente un feroce pugno nello stomaco, continua tuttora a inquietare, anche a distanza di oltre 50 anni.
Un film girato in un piccolo paese del foggiano, con un’ambientazione tipicamente italiana, ma al tempo stesso profondamente originale, che indubbiamente lascia il segno.
“Non si sevizia un paperino” è una pellicola che ha saputo rendere estremamente vividi i tratti di una mentalità meridionale che anima personaggi reali in un contesto decisamente molto vicino alla realtà.
Opera di grande impatto drammatico, con un cast di alto livello (Florinda Bolkan, Barbara Bouchet, Irene Papas, Tomas Milian, Marc Porel) e che segue i meccanismi dei gialli classici, riuscendo a mantenere il mistero sull’identità dell’assassino fino alla fine.
Una storia cruda, ispirata a un fatto realmente accaduto a Bitonto, in Puglia, nel 1971, dove erano misteriosamente scomparsi alcuni bambini. Il film non si preoccupa di scandalizzare il pubblico raccontando di ripetuti infanticidi, ma aggiunge una certa morbosità con la figura della Bouchet (nuda davanti a un bambino e per questo convocata in tribunale prima di dimostrare che, nelle scene insieme, quello di spalle era un nano adulto).
Tomas Milian, che nel film interpreta un giornalista de “La Notte” giunto sul posto per far luce sul caso, ai tempi ha dichiarato di apprezzare in particolare l’italianità del film.
E in effetti “Non si sevizia un paperino” non avrebbe potuto essere girato in nessun altro luogo.
Davvero di alta qualità la fotografia di Sergio D’Offizi e le musiche di Riz Ortolani, nonché alcuni effetti splatter (fra cui spicca quello di Carlo Rambaldi).
Ma, naturalmente, ciò che più spicca è la regia magistrale di Lucio Fulci.
E l’indagine nel film ?
Poca sostanza, ma non è un problema.