One Night in Bangkok (1984). Un testo sempre in bilico tra doppio senso e ambiguità

Novembre 28, 2024 Il lato oscuro degli scacchi, Musica, Storia nascosta

Un continuo dilemma tra carnalità e storia.

Veronica Baker


One Night in Bangkok (1984). Un testo sempre in bilico tra doppio senso e ambiguità

One Night in Bangkok (1984). Un testo sempre in bilico tra doppio senso e ambiguità
One Night in Bangkok. Pubblicato dopo circa un mese e mezzo dall’inizio del match per il titolo mondiale fra Karpov e Kasparov…

Nei primi giorni di novembre del 1984, dopo circa un mese e mezzo dall’inizio del primo match per il titolo mondiale fra Karpov e Kasparov, un brano decisamente originale entrò nelle classifiche inglesi e divenne presto molto famoso in tutta Europa, anche perché faceva parte della colonna sonora di un musical molto atteso a Londra, che raccontava una storia decisamente fuori dal comune per i canoni dell’epoca.

Il suo interprete era piuttosto noto in Inghilterra, ma era assolutamente sconosciuto nel resto del continente, mentre i due autori, Benny Andersson e Björn Ulvaeus, erano noti in tutto il mondo, essendo stati due membri del gruppo musicale svedese ABBA, scioltosi nel 1982.

Sto naturalmente parlando di One Night in Bangkok, tratta dalla colonna sonora del musical Chess e cantata da Murray Head.

Il musical Chess (almeno in apparenza) non era altro che un’enorme metafora sul tema della Guerra Fredda, e raccontava un ipotetico match fra un russo ed un americano (esattamente come nel 1972 fra Spassky e Fischer), giocato a Bangkok, capitale della Thailandia e città simbolo non solo di arte, cultura e meravigliosi scenari naturali, ma anche di voluttà, piacere e perdizione.

In poche parole, un luogo dove il campione del mondo poteva perdere la concentrazione, non solo nei bar e nei centri massaggi, ma anche nella sede in cui si svolgeva l’incontro.

Il testo della canzone è sempre in bilico tra doppio senso e ambiguità, non tanto per quanto riguarda la Guerra Fredda, quanto piuttosto per il contrasto tra il mondo scacchistico, apparentemente serio e rigoroso, e una realtà (almeno per Bangkok) fatta di sensualità e tentazioni :

You’ve seen one crowded, polluted, stinking town
Tea girls, warm and sweet (Warm, sweet)
Some are set up in the Somerset Maugham suite
Get Thai’d! You’re talking to a tourist
Whose every move’s among the purest

I get my kicks above the waistline, sunshine

E anche se il protagonista dichiara di preferire il fitness cerebrale ai vecchi fiumi sacri e fangosi o alle statue dei Buddha reclinati…

Since the Tyrolean Spa had the chess boards in it
All change, don’t you know that when you
Play at this level, there’s no ordinary venue?

It’s Iceland, or the Philippines, or Hastings, or
Or this place

…il ritornello narra un continuo dilemma tra carnalità e storia, dove è molto facile imbattersi in kathoey.

One night in Bangkok and the world’s your oyster
The bars are temples but their pearls ain’t free
You’ll find a god in every golden cloister
And if you’re lucky, then the god’s a she
I can feel an angel sliding up to me

Come era ovvio che fosse, One Night in Bangkok incontrò notevoli problemi in Thailandia, dove fu censurata non solo per il suo testo, ma soprattutto per il modo in cui Murray Head sembrava prendere in giro i fiumi sacri, i templi e altri elementi della realtà thailandese, compreso l’uso del nome Siam e il riferimento a Yul Brynner, che aveva interpretato il re del Siam in un altro musical e nel film che successivamente era stato girato, il re ed io.



Ma, approfondendo ulteriormente, si può facilmente constatare che la reale spiegazione del testo è decisamente molto più esoterica.

Di questo ne parlerò molto più approfonditamente nei prossimi giorni, quando inizierò a trattare il delicatissimo (e complicatissimo) legame che da sempre esiste fra il gioco degli scacchi e la Cabala (esclusivamente ad altissimi livelli, ovviamente) e l’enorme influenza che quest’ultima ha avuto nello svolgimento dei diversi match per il campionato del mondo che si sono svolti nella storia, in particolare nei match fra Karpov e Kasparov.


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