Febbraio 17, 2022 Riflessioni di una eretica
Se vuoi essere creduta, sii onesta.
Se vuoi essere onesta, sii sincera.
Se vuoi essere sincera. sii te stessa.
Onestà intellettuale
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L’onestà intellettuale consiste nella capacità di osservare se stessi con gli occhi di un altro.
In altre parole, saper osservare le proprie idee e opinioni con distacco, ponderando prove e argomenti dal punto di vista della loro razionalità.
Non certo per la soddisfazione effimera che si può ottenere cercando di appropriarsi di meriti che non si hanno o che si ritiene di avere avuto per una gloriosa opera passata presso i propri lettori.
Oppure nella speranza di ottenere approvazioni e, talvolta, qualche piccola soddisfazione in campo economico, soprattutto se si vive un periodo di vacche magre e si è perso il lavoro a causa di decisioni inique da parte delle istituzioni.
L’onestà intellettuale dovrebbe imporre, davanti all’evidenza dei propri limiti, dell’infondatezza o anche della possibile fallacia delle proprie idee o convinzioni, di riconoscere almeno il buon lavoro altrui.
A chi possiamo chiedere di essere intellettualmente onesti ?
A chi lotta davvero senza secondi fini per il nostro progresso, il nostro bene comune, la nostra libertà.
Non chi vuole ottenere esclusivamente (o anche) un tornaconto economico da una lotta per la libertà.
In questo caso, ritengo che chi si comporti in questo modo non sia del tutto intellettualmente onesto.
L’onestà intellettuale vorrebbe che la fonte di uno studio o di un articolo venisse sempre e comunque segnalata.
Ricordiamoci sempre di essere empatici e positivi con il mondo che ci circonda.
Ci tornerà indietro solo del bene.
Settembre 13, 2021
I nuovi untermensch
Quando si inizia a dividere la società in due distinte categorie di persone, si sta abbandonando la libertà e la democrazia per sostituirle con tirannia, paura e sospetto.
E, cosa ancora più grave, quando i politici iniziano a parlare di buoni e cattivi, a dire che una classe è superiore all’altra e gode di privilegi speciali, mentre l’altra è esclusa, umiliata e perde il lavoro, per definizione creano una classe inferiore.
Un concetto per il quale i tedeschi un tempo coniavano il termine “Untermensch“.
Untermensch è un termine coniato dal regime nazista per indicare i “popoli inferiori” non ariani, spesso indicati come “le masse dell’est“, cioè ebrei, rom e slavi (in particolare russi, ucraini, polacchi e serbi)
Il termine era applicato anche ai mulatti ed ai neri.Secondo i Nazisti infatti gli ebrei dovevano essere sterminati nell’Olocausto, insieme ai polacchi, ai rom ed ai disabili fisici e mentali.
Un concetto assai importante nella politica razziale nazista.
Ecco, questo è lo stesso odioso tentativo lanciato ancora una volta dai politici canaglia che stanno provando a dividere in due la nostra società con la strategia “Divide et impera“.
Non si dovrebbe mai arrivare a fare questo.
Non solo per ragioni costituzionali, legali, etiche e morali.
Perché in questo modo si vuole arrivare a una guerra fra due fazioni contrapposte.
Inoltre, in un regime democratico, il consenso dovrebbe essere fornito senza pressioni indebite, coercizioni o manipolazioni.
Inoltre, in un tale regime, l’informazione diventa di parte, falsata, composta in massima parte da giornalisti corrotti che si rifiutano di dire la verità solo perché “devono mantenere la famiglia” e “hanno bisogno di uno stipendio“.
No, signori, qui si tratta – come ho detto ieri – di essere persone oneste o infami.
Le vere persone sono coloro che hanno una vera coscienza, che non hanno mai venduto l’anima al dio denaro e che non accetteranno mai di fare parte della società distopica che certi personaggi vogliono creare sotto i nostri occhi.
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Gli infami invece sono quelli che mentono spudoratamente, mettendo a rischio la vita di migliaia, milioni di persone, esclusivamente per soldi.
Un tempo il giornalismo era una professione nobile.
Una forma pratica e funzionale di verità che non era assoluta o filosofica.
Questo aveva un impatto profondo sull’evoluzione della nostra società.
Oggi, invece, i giornalisti non forniscono più un resoconto equo e affidabile degli eventi.
Ma fake news condizionate dalla linea editoriale (praticamente a senso unico) dei loro editori.
Inoltre, cercano in tutti i modi di infangare il giudizio e la reputazione di chi invece cerca ancora la verità oggettiva.
Storicamente, i più grandi giornalisti hanno sempre rispettato un principio fondamentale.
Il loro impegno era volto a garantire la lealtà dei resoconti forniti ai propri cittadini.
Non verso i governi o i loro editori.
E anche questa volta, quando la gente – nel panico più assoluto – avrà disperatamente bisogno di una voce fidata che metta a nudo il triste stato attuale del mondo dell’informazione, la verità finalmente emergerà.
Ricercatori e giornalisti indipendenti.
Che non lavorano per nessuno.
E che soprattutto sono mossi dal desiderio di conoscenza.
Come chi scrive su questo sito, che mette a disposizione questo spazio per la diffusione della verità.
Ottobre 23, 2021
Vestita di bianco
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Purtroppo c’è ancora tanta gente – troppa ! – che, nonostante le menzogne continuamente perpetrate, continua a fidarsi sia delle cosiddette “autorità” dello Stato, sia dei mezzi di comunicazione di massa.
Senza rendersi conto che quello che stiamo vivendo è una vera e propria guerra contro l’intera umanità.
In questo momento è assolutamente necessario capire che è necessario fare sempre il contrario di tutto ciò che viene detto dalle cosiddette autorità, che mentono spudoratamente ormai su tutto.
Ma l’atteggiamento della massa (che dobbiamo assolutamente ignorare) è purtroppo diverso.
In momenti di paura, la gente cerca solo certezze.
Quindi, se qualcuno riesce a essere abbastanza convincente, saranno in molti a credere in lui (o in lei).
Prendere le persone in momenti particolari della loro vita significa averli letteralmente in pugno.
Ecco perché molti (soprattutto la grande massa, cieca e senza cultura) preferiscono una bella bugia a una cruda verità.
E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Almeno per chiunque voglia capire.
Costoro giocano esclusivamente sulle nostre paure.
E su tutto ciò che in passato è stato inculcato nel nostro inconscio.
Riusciremo a sconfiggerli.
Ma non dobbiamo avere alcun timore di morire!
Talvolta noto troppa timidezza e troppa paura.
Paura di agire in prima persona.
The night has reached its end
We can’t pretend
We must run
It’s time to runTake us away from here
Protect us from further harm
Resistance !
Forse perché la maggior parte delle persone oggi non ha mai davvero sofferto.
Non ha assistito al decesso di una persona cara a causa di un errore medico.
O spegnersi fra atroci sofferenze.
Non ha mai subito atti di razzismo o mobbing.
Spesso, però, vedo una umanità che soffre della cosiddetta Sindrome di Stoccolma.
Un stato paranoico di dipendenza psicologica (e talvolta pure) affettiva che si manifesta nelle vittime di episodi di violenza fisica, verbale o più frequentemente psicologica.
Chi soffre di questo disturbo, durante i maltrattamenti subiti tende a provare un sentimento positivo nei confronti del proprio aggressore.
Che in taluni casi si spinge fino alla totale sottomissione volontaria.
Instaurando un’alleanza (e spesso anche solidarietà) tra vittima e carnefice.
Il problema è che, questa volta, quando si risveglieranno potrebbe essere troppo tardi.
Perché rischiano davvero di rinunciare volontariamente a ciò che di più prezioso ci ha donato Madre Natura.
La Vita.
Love is our resistance
They keep us apart and they won’t stop breaking us down
And hold me, our lips must always be sealed
Oggi, però, la maggior parte delle persone non sa più amare.
E quindi imboccano inesorabilmente la strada sbagliata.
L’autodistruzione.
Ma anche per loro c’è ancora una speranza.
Arrivare a vedere l’erba dalla parte delle radici.
È una metafora per rappresentare un’esperienza davvero drammatica.
Guardare in faccia la morte.
Che solitamente appare vestita di bianco.
È l’unico vero momento in cui un uomo fa il proprio impietoso esame di coscienza.
Ottobre 23, 2021
Un semplicissimo quesito
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Molta gente dovrebbe porsi una domanda molto semplice.
Perché in questo momento decine di migliaia di persone (non solo nel settore sanitario, ma anche in quello dell’informazione e in quello economico/finanziario) stanno letteralmente rinunciando alla carriera e al posto di lavoro, se tutta la narrativa ufficiale fosse fondata e non fosse esclusivamente una grande farsa contro l’intera umanità ?
Cosa ci guadagnerebbero ?
Basterebbe uniformarsi agli altri e si riceverebbero subito applausi dai colleghi e dai superiori, incentivi, premi e magari interviste sui giornali e in televisione.
E invece no !
Ci sono ricercatori, scienziati e specialisti che decidono di loro spontanea volontà di subire insulti, essere stigmatizzati dalla società e, addirittura, perdere il posto di lavoro fino ad essere radiati dall’albo professionale.
E per cosa ?
Quali vantaggi ci sarebbero ?
Nessuno.
Le vere persone, quelle che hanno una vera coscienza, quelle che non hanno mai venduto l’anima al dio denaro, non accetteranno mai di fare parte della società distopica che certi personaggi vogliono creare sotto i nostri occhi.