Novembre 5, 2004 EcoAnemia
Opa o non Opa
Il colosso francese Edf, con una semplice domanda alla Consob ha compiuto il passo decisivo che l’allontana sempre più dall’Italia.
Quesito retorico, quello posto riguarda l’obbligo o meno di lanciare un’Opa su Edison una volta ottenuto il 100% della controllante Italenergia Bis pur mantenendo i diritti di voto congelati al 2%.
Un interrogativo che ha solo una riposta.
L’articolo 106 del Testo Unico della Finanza spazza, infatti, ogni dubbio : «Coloro che vengono a detenere una partecipazione superiore alla soglia del 30 per cento» hanno l’obbligo di lanciare un’Opa totalitaria.
Edf,alla scadenza delle opzioni put imminente (16 Novembre) andrebbe a rilevere i pacchetti di titoli in questo momento detenuti da Fiat, Carlo Tassara finanziaria, Banca Intesa, Capitalia, San Paolo Imi, con un esborso complessivo di 4mld €.
Un esborso di altri 4mld € sarebbe da aggiungere vista lobbligatorietà dell’Opa sul titolo.
Perché, dunque, il gruppo francese affida nelle mani dei legali e contemporaneamente agli organi di stampa una simile intenzione ?
Probabilmente vuol far capire, in anticipo rispetto al 16 novembre, la volontà di un ritiro dal Paese.
Quel giorno, infatti, la Commissione Roulet, organizzata appositamente per decidere strategia e impegni finanziari futuri del gruppo transalpino, deciderà ufficialmente il destino del dossier Edison.
Non a caso il presidente di Edf Italia, Bruno D’Onghia, ha dichiarato ieri che una scelta su Foro Buonaparte «verrà presa verso la metà del mese di novembre».
Lo stesso manager ha poi aggiunto che «si continua a lavorare sia in Edf sia nella Commissione Roulet» precisando che «la scadenza di lavoro indicata dal presidente Edf Pierre Gadonneix verrà rispettata».
Ma allora, chi prenderebbe il posto di Edf.
Sono state fatte molte ipotesi,alcune fantasiose, come E.on, Endesa, fondi comuni, federazione di municipalizzate.
Ma l’ombra di Mediobanca si aggira.