Febbraio 6, 2023 La Medicina dell’Anima
Secondo gli antichi, esistevano quattro elementi nelle loro sfere effettive.
Terra, acqua, aria e fuoco.Sopra la sfera del fuoco si trovava una sostanza più pura e sottile che non aveva un nome proprio.
Per questo motivo veniva chiamata “V essenza”.
Osservare l’Ordine di Concatenazione
Fonte : La Compagnia degli Erranti
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Uno dei concetti più importanti della Cabala riguarda la comprensione dell’ordine in cui i vari livelli della Creazione sono apparsi all’esistenza, detto Seder Ha Hishtalshelut.
Seder significa ordine o modo in cui le cose vengono disposte logicamente, mentre Hishtalshelut è un termine cabalistico che significa apprendere, terminare, completare, a indicare l’insieme dei processi attraverso i quali i mondi della realtà si sono susseguiti uno all’altro fino a raggiungere la loro completezza.
Il termine Shelem significa completo e da esso deriva la parola Shalom, che significa pace.
Shalom deriva da a Shalah, che significa essere calmi, tranquilli, vagare, tirare fuori.
Perciò il Seder Ha Hishtalshelut è il luogo dove la coscienza può vagare attratta dalla grande varietà di mondi e di esperienze, pur restando nella più totale calma e tranquillità, e sentendosi sempre intimamente connessa con la sua radice cosmica, cioè con Dio stesso.
Quindi, il termine potrebbe essere definito come la contemplazione dell’Ordine di Concatenazione degli universi.
I vari livelli dell’esistenza sono come il concatenarsi degli anelli di una catena verticale che scende dall’alto, anelli che sono pur tuttavia saldamente intrecciati uno all’altro e che non possono essere separati, perché, pur discendendo nel buio della materia, per i cabalisti non si spezza mai il filo che ci lega alla nostra Radice divina.
Attraverso lo studio dell’Ordine di Concatenazione si ottiene la piena comprensione di ogni processo creativo ed evolutivo a livello cabalistico.
Nelle dinamiche dell’essere vi è il livello in cui Dio è Ein-Soph (Senza Fine), il nome attribuito al Dio nascosto, infinito, senza qualità e attributi che lo possano delimitare.
Lo Zohar dice a proposito del Dio che non si presta a alcuna definizione :
“Egli afferra tutto e non c’è chi possa afferrarLo.
Egli non si chiama con il nome JHWH e con gli altri nomi, se non quando la sua luce si diffonde su di essi; mentre, quando si allontana da loro, egli, a se stante, non ha alcun nome.
È profondo, profondissimo : chi lo può trovare ?”
A questo livello vi è il Volere che precede il Pensiero, da cui poi procederà una contrazione dell’energia che si concretizzerà nella fase del Mondo della linea o della Restrizione.
Nella fase in cui avviene la contrazione dello Tzimtzum, l’essere si trova ancora al livello di unità che si concentra e si prepara a differenziarsi, perciò è detto il periodo del “grande nascondimento” o di incubazione di tutte le potenzialità.
A livello logico, possiamo vederlo come un momento di riflessione generale in cui tutti i pensieri vengono esaminati e si valuta la modalità migliore per il raggiungimento degli obiettivi e la manifestazione: analogamente, l’Infinito riflette sul modo migliore per la sua manifestazione.
Alla fine emerge il terzo livello, quello delle realtà delle Sephiroth, in cui abbiamo l’Adam Kadmon, ossia il livello dell’Uomo primordiale, in cui dalla potenzialità si è passati all’atto vero e proprio.
Questi tre livelli di pensiero sono attribuiti alla consapevolezza di Colui che crea : queste sono le dinamiche del Pensiero Creatore divino, che costituiscono i Mondi dell’Infinito.
La forza di manifestazione della Potenza Divina avviene tramite l’Emanazione o Atziluth, con cui si intende la discesa di ciò che è in totale unità con lo Spirito Divino e che viene riversato verso l’esterno: nelle Emanazioni sono contenute tutte le radici dei possibili mondi inferiori, detti anche Mondi della separazione.
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Dallo Tzimtzum nascono il tempo e lo spazio, e questo costituisce il quarto livello di manifestazione, collegato alla lettera Daleth, che significa povertà.
Questo nome non è affatto casuale, perché il Creatore deve privarsi e limitare la sua onnipotenza, ovvero deve spogliarsi del suo splendore divino.
Di questo fulgore Egli deve velare la potenza, perciò lo nasconde per un certo periodo di tempo : nella Luce infinita sono racchiuse tutte le future radici di potenziali realtà, ma esse sono ancora in uno stato di beato annullamento indifferenziato, privo di ogni qualificazione individuale.
La porta, altro significato di Daleth, è questo spazio vuoto ma ribollente di infinite potenzialità da cui il Creatore offre l’accesso alle sue creature, affinché queste possano manifestarsi : è lo spazio vuoto che rende possibile la Casa della Creazione o Casa della Beatitudine assoluta.
Lo spazio dello Tzimtzum viene creato nel grembo del Creatore, una Sephira femminile, proprio al centro della Luce Infinita.
Il primo Tzimtzum non è essenziale, perché ci sono stati molti atti di contrazione ; infatti, con la discesa dei mondi, tutti essi sono originati da vere barriere che nascondono e restringono lo splendore dei mondi superiori, nascondendoli a quelli inferiori.
L’aspetto negativo delle Parsaot o barriere è costituito dal fatto che rendono molto difficile l’ascesa della consapevolezza dai livelli inferiori a quelli superiori.
All’interno degli spazi vuoti creati, il Creatore fa scendere una linea di luce che parte dalla Luce Infinita e riempie la Cavità, tracciando una demarcazione che parte dalla divinità Emanante e giunge fino all’Emanazione.
La forza si contrae per rimanere in una cavità molto ristretta, così da rendere possibile la discesa della Potenza Divina nelle dieci Sephiroth.
I vasi in cui la Potenza Creatrice, puramente spirituale, viene riversata sono i Sephiroth, perché risplendono come zaffiri e in essi palpita il movimento che Dio ha impresso alla sua opera, poiché le azioni divine si dispongono in una scala che va dall’immateriale al materiale.
Dall’Uno scendono le dieci parole con cui fu creato l’Universo, affinché l’uomo, fatto di “carne e di sangue”, potesse ricevere la sua Luce e il suo splendore che, però, è uno splendore troppo accecante, perciò ne va attuata una limitazione ; facendo questo si crea la “linea di misurazione” per cui lo spazio si assegna alle dieci parti delle dieci Sephiroth.
L’unione della Luce e dei recipienti porta alla prima figura completa di Espressione o Partzuf, l’Adam Kadmon, il prototipo di ogni futura creazione.
In Adam Kadmon è possibile osservare l’ordine della concatenazione dei mondi, dei livelli dell’anima divina e delle Sephiroth.
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In lui vi è il livello logico del volere che è molto più dell’intenzione di essere, ma che è la sorgente dei voleri individuali da cui scaturiranno le future azioni: egli è il sommo volere divino.
Ancor prima di creare i quattro elementi (aria, fuoco, acqua e terra), Dio creò un quinto elemento che costituisce la quintessenza dell’alchimia occidentale e la cui conoscenza è essenziale in tutti i processi di trasformazione che l’alchimista prende in considerazione.
L’Adam Kadmon è il macrocosmo, l’Adam il microcosmo inferiore, che la Cabala ci aiuta a penetrare attraverso le assonanze e le corrispondenze sapienziali.
In Adam Kadmon vi sono contenitori delicati, in cui la Luce è ancora troppo intensa per poter essere contemplata, per cui è necessaria un’ulteriore contrazione che avviene tramite l’Adam Kadmon, da cui emanano i mondi inferiori, tramite l’emissione di 7 vapori dalle 7 cavità dell’Adamo Divino : occhi, orecchie, narici e bocca.
È tramite questi vapori che vengono create le galassie e le stelle del mondo fisico, ma anche la vita spirituale, perché l’aria e il respiro sono i veicoli della vita e producono i vapori che a loro volta generano masse di energia, dette fiamme di entusiasmo e di motivazione alla vita.
In Adam Kadmon avviene l’equilibrio dell’albero sefirotico sul pilastro centrale dell’unificazione, in cui si conciliano le tendenze dei pilastri laterali dell’unione e della divisione.
È da Adam Kadmon, il primo universo, che proverrà Adam ha-Rishon, il primo uomo creato, raffigurante la Sephirath Tifereth, cioè il centro dell’Albero della Vita, che è il luogo più armonico dell’intero Universo.