Come verificare la presenza di ossido di grafene nel sangue

Settembre 14, 2021 Grafene

Si credeva che Apollo, dio della medicina, fosse anche quello che mandava le malattie.
In origine i due mestieri ne formavano uno solo.
Oggi è ancora così.

Jonathan Swift“.


Come verificare la presenza di ossido di grafene nel sangue

E’ abbastanza ovvio che per determinare se l’ossido di grafene è presente o meno nel corpo di una persona inoculata occorra fare esami ed analisi del sangue mirate ad accertare la presenza di questo veleno.

Naturalmente – come però in realtà accade per tutte le analisi – non è sufficiente fare questi esami solo una volta.
Ma occorre ripeterli per diverse volte perché l’ossido di grafene può impiegare fino a un anno per essere eliminato nella sua totalità dall’organismo.

E questo se è stata presa solamente una dose…

Facciamo l’esempio che mi sono “vaccinato”, e penso :

“Ok.
Vediamo, vorrei controllare come faccio a sapere se ho o non ho, forse, la conseguenza di essere stato iniettato con grafene od altro”.

Vediamo, a livello di esami del sangue, cosa dovrei chiedere di fare in un emogramma ?
Come posso avere un rapporto per sapere come sto ?
Cosa mi consiglieresti a livello, immagino, di esami del sangue ?

Immagino che questa sia la strada da seguire.
In medicina, la prima cosa che si fa è l’anamnesi del paziente.
Si chiede alla gente come si sente, come sta.

L’anamnesi.

L’anamnesi è la parte più importante di tutto il processo, perchè è l’informazione ottenuta da un medico facendo domande specifiche, sia al paziente che ad altre persone che conoscono la persona e possono dare informazioni adeguate, allo scopo di ottenere informazioni utili per formulare una diagnosi e fornire assistenza medica al paziente.

I disturbi rilevanti dal punto di vista medico riferiti dal paziente o da altre persone che conoscono il paziente vengono definiti sintomi, in contrasto con i segni clinici, che vengono accertati attraverso un esame diretto da parte del personale medico.

Le anamnesi possono variare nella loro profondità e nel loro obiettivo.
Un paramedico generalmente limiterà l’anamnesi a dettagli importanti, come il nome, la storia del disturbo presentato ed eventuali allergie.

Mentre un’anamnesi psichiatrica è spesso lunga e approfondita, poiché molti dettagli sulla vita del paziente sono rilevanti per studiare un eventuale disturbo di tipo psichiatrico.

In questo modo tutte le informazioni ottenuto possono permettere di formulare una diagnosi ed una eventuale cura.

Poi li si esamina per verificare che non abbiano nessun tipo di lesione cutanea che possa suggerire un problema di coagulazione (in questo caso per la ben nota pericolosità di formazione di trombi).
In breve, li si esamina e si vede se c’è qualcosa che attira l’attenzione.

Se il paziente sembra essere a posto, quello che farei – oltre al solito esame – è aggiungere l’esame del punto di inoculazione, della parte superiore del torace, della schiena e della testa per verificare se c’è del magnetismo.

Se non ci sono fenomeni magnetici, forse non ha ricevuto il materiale e gli è stato iniettato un placebo.

Bisogna anche considerare il tempo trascorso dall’inoculazione perché, con il tempo, questo magnetismo può scomparire.
Vale a dire, si esamina il paziente, si cerca qualche tipo di segno magnetico e, se lo si desidera, si aggiungono test complementari.

In questo caso, se non si sospetta nulla, si può indagare sulla coagulazione del sangue.

L’emogramma considera solo i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine e, per esempio, i fattori di coagulazione che vengono solitamente richiesti.

Tempo di protrombina, fibrinogeno, tempo di cefalina attivato e, inoltre, D-dimero, perché può essere che…

Ricordo che il D-dimero è un prodotto di degradazione della fibrina, una proteina responsabile della formazione di coaguli (trombi) nei vasi sanguigni.

In ambito clinico, la determinazione del D-dimero nel sangue si inserisce nell’iter diagnostico della trombosi venosa profonda e dell’embolia polmonare.
Un esame particolarmente utile nello studio di patologie correlate ad un’eccessiva od un’inappropriata coagulazione.

Ma non è l’unico fattore che è disturbato in tutto questo.
Anche le piastrine possono essere alterate.

Ricordo che l’ossido di grafene ha una proprietà trombogenica, essendo un agente estraneo che entra nel corpo umano in modo aggressivo.

E che per reazione il corpo umano stesso cerca di intrappolare in un qualche modo affinché non continui ad avanzare verso altre zone potenzialmente più pericolose.

Infatti il grafene, quando è esposto a campi elettromagnetiche tende a creare un vero e proprio reticolo.)

ossido di grafene nel sangue
Può essere che ti senti perfettamente bene, che hai a malapena o hai pochissimo D-dimero, per esempio, e quando un giorno vai a mangiare il gelato davanti a un’antenna…Addio….

Si può avere un’idea.

Ma la realtà è che questo elemento che viene introdotto nel sangue è modulabile dall’esterno, a seconda della vicinanza a campi elettromagnetici esterni.
Questo nanomateriale ha una tossicità.

Può essere che ti senti perfettamente bene, che hai a malapena o hai pochissimo D-dimero, per esempio, e quando un giorno vai a mangiare il gelato davanti a un’antenna…Addio.

Tutto comincerà a disturbarti.
Non c’è una costante.

Questo per dire che non è un normale tossico che si prende, si inietta e basta.
Non è qualcosa che può farti male o meno.

No, no.
È che viene introdotto nel tuo corpo.

E puoi vivere perfettamente bene fino a quando, un giorno, ti avvicini ad un’antenna, per esempio – o le attivano – e sei esposto a quelle frequenze.

Sappiamo che queste persone le controllano in qualche modo perché creano delle onde.

E le creano attraverso questo nanomateriale.
Se così non fosse, non l’avrebbero introdotto nel vaccino antinfluenzale delle ultime due stagioni.

In altre parole, questo nanomateriale può essere modulato dall’esterno.
Quindi, puoi sentirti bene oggi e male domani a seconda di dove ti trovi e a che tipo di segnali sei esposto.

Si possono fare dei test, ma io non starei tranquillo finché non siano passati almeno sei mesi.
Perché sappiamo che queste persone pensano o progettano di vaccinarci ogni 5 o 6 mesi.

E questo significa che potrebbe volerci un anno perché il corpo si liberi di questo nanomateriale nella sua totalità.
Quindi, prima che il corpo si liberi del nanomateriale, queste persone forniscono dosi in modo che sia presente sempre un buon livello.

Sappiamo che scompare nel tempo.
Ma finché è nel corpo, c’è un rischio anche se ci si sente bene.
Probabilmente dipende da dove si è, da dove si vive, e da molti altri fattori.


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