Parmalat (et similia) : perchè i piccoli non rivedranno nulla

Novembre 14, 2004 EcoAnemia


Parmalat (et similia) : perchè i piccoli non rivedranno nulla

In un paese ormai controllato dalle banche, ogni cosa viene distorta a loro favore.
Il caso Parmalat continua a venir dipinto in maniera molto lontana da cio’ che e’, lasciando addirittura intendere che esista “il tesoro di Tanzi”.
Che questo signore abbia portato in giro tutti quei soldi che mancano, che li abbia sepolti da qualche parte.

Non e’ cosi’.
Questa visione calza bene con l’esperienza del comune cittadino, per il quale se hai preso qualcosa l’hai messa da qualche parte.
E quindi, se vogliamo che tu la restituisca, dobbiamo solo trovarla.
Questo va bene se io ti rubo la macchina.

Il problema sta nel fatto che l’accaduto a Parma e’ un po’ piu’ complicato.
E il tesoro con ogni probabilita’ e’ uno specchietto per le allodole.

Cerchiamo di capire cosa sia successo a Tanzi.
Facciamo un esempio alla portata di tutti, diciamo di chi ha una piccola bottega.
Non e’ verosimile perche’ i soldi in ballo sono pochi, ma l’importante e’ il concetto.

Diciamo che hai un’azienda.
Diciamo che sei sotto col fido.

Il direttore, ti dice : senti, i casi sono due.

O ti chiedo di rientrare, non ce la fai e ti mando in fallimento, oppure compri un certo numero di titoli che ti dico io.
In pratica darai dei soldi alla banca, a fondo perduto, perche’ non ti rovini.
Usura.

Allora, ti fai prestare dei soldi da tua sorella.
Al che, il tuo direttore ti dice: guarda, o ti faccio chiudere, o tu chiedi in prestito da noi un tot, con parte dei quali pero’ rilevi l’azienda di mia cognata che e’ in crisi.

Allora tu ti indebiti ancora, e rilevi l’azienda della cognata.
A quel punto hai ancora piu’ debiti.

Allora il direttore ti dice che hai ancora piu’ debiti ma hai ancora piu’ fatturato: visto che siamo amici e mi hai fatto un favore, per quanto in mio potere ti do’ ancora piu’ fido.

Non dovrei, sia chiaro. In cambio ti chiedo solo un favore: tu aiuti il mio amico direttore dell’altra filiale, che ha il nipote nei guai, e gli compri tutto il suo magazzino, altrimenti fallisce.
Lo fai passare come acquisto di materia prima, cosi’ sei credibile.
Ovviamente gli fai un buon prezzo.

Allora lui ti da’ piu’ fido, e tu in parte ci respiri, e con la meta’ compri il magazzino al nipote del collega del direttore.
Ad un prezzo pazzesco.
Il che ti rivaluta il tuo, di magazzino, e toglie il nipotino dai guai.

A quel punto hai un magazzino pieno di roba che vale moltissimo (almeno dal prezzo di acquisto), e sei proprietario di ben due aziende.

Ma hai il triplo dei debiti.
Allora, vai a parlare con un funzionario piu’ grosso, che si occupa di quelli grossi come te.
Il quale ti dice che se non vuoi che ti facciano chiudere, dovresti salvare la tale azienda Y, le cui azioni sono in mano alla banca e se Y fallisce, la banca ci rimette.

Allora loro ti danno altro credito, e tu fai la scalata a Y.
Comprando tutte le azioni in mano alla banca.
Adesso, sei proprietario di 3 aziende, e hai il triplo dei debiti.

Ma sei gia’ una SPA.

E hai il triplo di fatturato.
E cosi’ parli con un funzionario ancora piu’ grosso, il quale ti dice che la sua banca ha grossi problemi in Argentina e Brasile.

Ci sono alcune aziende che stanno per chiudere, e la loro banca possiede un sacco delle loro azioni. Se la banca ti da’ altro fido, non e’ che potresti comprarle ?
Per risanarle, ovviamente.

E cosi’ via: continui a comprare aziende nelle quali le banche sono con l’acqua alla gola, al solo scopo di permettere alle banche di uscirne senza danni. In cambio ti viene fatto altro credito, e ufficialmente stai persino crescendo.

Ed e’ questo il bello: visto da fuori, tu stai crescendo.
Se non sapessimo che tu hai tutti questi debiti…ma basta solo truccare un pelo il bilancio e l’azienda e’ in fortissima crescita.

Come succedeva a Parmalat.
Con un minimo di corruzione, del resto si puo’ fare tutto.

Adesso,e’ vero che sei il capo di una multinazionale, ma la situazione e’ ancora peggiore.
Nel senso che devi cosi’ tanto favori alle banche che ogni tanto quelle ti chiamano dicendo “senti, compra un tot di azioni di tizio, e le compri care, cosi’ fai chiudere le azioni piu’ in alto, per favore”.

Tu compri, le azioni crescono, e l’indomani le banche rivendono le azioni di cui sono in possesso, guadagnandoci.
E facendo abbassare il prezzo di quelle in mano a te, che le vendi in perdita.

Poi, sempre con la stessa logica, puo’ darsi che un politico tuo amico voglia privatizzare la sua centrale del latte , ma nessuno la vuole.
Se il politico ha amici presso le banche, le banche faranno pressioni su di te perche’ tu la compri a prezzo pazzesco.

Il tuo legame di debiti con le banche ti trasforma in quello che riceve altra fiducia per fare altri debiti se e solo se fa quello che dicono loro.

Alla fine , questa multinazionale e’ come un castello circondato da un fossato, che nessuno di quelli dentro puo’ superare. Un fossato di debiti.

Ma c’e’ il ponte. Il ponte si chiama Bond.

Parmalat

Quando le banche si stufano di te, e decidono di darci un taglio, ti chiamano e ti dicono che hai troppi debiti.
Come ne esci ?

Emettendo dei Bond.
Falsificando un bilancio, infatti , puoi emettere dei Bond carissimi, che le banche compreranno, ma quei soldi non verranno a te : andranno di nuovo alle banche con le quali copri parte dei debiti.

Azione pazzesca per le banche ?

No, perche’ le banche li rivenderanno ai piccoli risparmiatori, e quindi prendono due volte la cifra dei bond: una volta da te che ci paghi i debiti, e la seconda dai risparmiatori.

Guardiamola dal punto di vista delle banche : il mio cliente mi da’ delle carte, che io gli pago, cioe’ non gli pago perche’ me li tengo chiudendo un debito.
Poi io quelle carte le rivendo per la stessa cifra ad altri.
E il debito con “altri” non ce l’ho io come banca, ma il mio cliente.
Quindi attenzione : io non sto dando qualcosa di mio, perche’ i Bond e la relativa resa le paga il cliente che li ha emessi.

Quando tu andrai male, non saro’ io come banca ad essere in debito coi clienti.
Anche se mi sono preso io i soldi.

Meccanismo sottile : il piccolo risparmiatore compra alla banca qualcosa che non appartiene alla banca.
O meglio, che appartiene alla banca agli effetti positivi (per la banca), mentre non gli appartiene piu’ a quelli negativi.

E il secondo motivo e’ che la faccenda e’ tutta italiana, mentre i bond vengono messi sul mercato internazionale.
E quindi,freghi qualcuno all’estero.

Il quale non poteva sapere, visto che gia’ non si sapeva in Italia.

Se in Italia solo la centrale dei rischi poteva esplicitare la tua situazione, all’estero e’ impossibile.

Una volta fatto questo, le banche sono a posto: hanno avuto i soldi da te, e poi gli stessi dai piccoli risparmiatori.
Con te sono a posto, e in piu’ ci hanno guadagnato.

Ad un certo punto il crack arriva lo stesso, solo che e’ cosi’ grande che non sono piu’ problemi tuoi.
Non solo tuoi, perlomeno.

Anche pignorando l’intero futuro reddito di Tanzi, e tutte le sue proprieta’, non si recupera che una microscopica frazione dei soldi.
Il resto, lo attribuiremo al “tesoro dei Tanzi”.

Che non c’e’.

E’ cosi’ inevitabile ?
Si.
Certo, potresti dimetterti dal CDA prima, e fallire.

Se lo fai quando sei piccolo, la banca ti rovina e essere falliti in Italia e’ come essere appestati.
Sei peggio che morto.

Se lo fai quando sei grande, ti arriva in cella un caffe’ come a Sindona.

sindona1

O ti suicidi a Londra sotto un ponte come Calvi.

Risultato : non puoi tirarti indietro.

Morale della storia : non c’e’ il tesoro di Tanzi perche’ non c’e’ mai stato.
Erano sempre e solo debiti.
Debiti che Tanzi aveva con le banche, e che alla fine hanno pagato solo i piccoli risparmiatori.

Con questo, il bilancio di Tanzi non va tanto lontano dallo zero.

Non c’e’ alcun tesoro di Tanzi.
Se troveranno qualcosa, sara’ qualche fondo nero estraneo a questa vicenda, che la stampa utilizzera’ per dimostrare l’assurda teoria secondo la quale sarebbe stato Tanzi ad appropriarsi di quei soldi , quando sono state le banche.

parmalat

Il tesoro di Tanzi e’ il tesoro delle banche.
Tanzi in questa vicenda ha solo avuto degli enormi debiti con le banche.

I soldi dei Bond non sono finiti a Tanzi, ma alle banche che glieli hanno comprati e coi quali sono stati pagati i debiti, e poi una seconda volta alle banche perche’ esse hanno rivenduto i bond ai risparmiatori.

Il Tesoro di Tanzi e’ a Roma.
Nelle grandi banche italiane.
Esattamente dove e’ sempre stato.

E dove nessuno avra’ la voglia di trovarlo.


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