Ottobre 15, 2022 La Medicina dell’Anima
Osserva la tua vita con occhi diversi.
Nessun altro potrà farlo.
Pettegolezzi (e preoccupazioni)
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Chiacchiere e preoccupazioni sono sorprendentemente simili.
Entrambe sono il prodotto di una mente inquieta.
Una mente inquieta deve avere una varietà di espressioni e azioni mutevoli, deve essere occupata ; deve avere sensazioni sempre più accentuate, interessi passeggeri, e le chiacchiere contengono tutti questi elementi.
Le ciarle sono l’antitesi stessa dell’intensità e del fervore.
Parlare degli altri, simpaticamente o con cattiveria, è un’evasione dal proprio io, e l’evasione è causa di irrequietezza.
L’evasione è di per sé irrequieta.
Interessarsi degli affari altrui sembra essere una delle principali occupazioni della maggior parte delle persone, e questo interesse si manifesta nella lettura d’innumerevoli riviste e giornali, con le loro colonne di pettegolezzi e i loro resoconti di delitti, divorzi e così via.
Ciò che ci interessa di più è sapere cosa pensano gli altri di noi, e siamo bramosi di scoprire tutto di loro; da ciò sorgono le crude e sottili forme di snobismo e di adorazione dell’autorità.
Diventiamo sempre più esteriori e interiormente vacui.
Più ci si allontana dall’interiorità, più servono sensazioni e distrazioni, e questo dà origine a una mente inquieta, incapace di profonda ricerca e scoperta.
Il pettegolezzo è un’espressione della mente inquieta; ma il solo fatto di essere silenziosi non indica una mente tranquilla.
La tranquillità non deriva dall’astinenza o dal diniego, ma dalla comprensione di ciò che è.
Comprendere ciò che è richiede una consapevolezza immediata, perché ciò che è non è statico.
Se non ci preoccupassimo, in massima parte non ci accorgeremmo di essere vivi; lottare con un problema è per la maggior parte di noi indicazione della nostra esistenza.
Non possiamo immaginare la vita senza un problema e più siamo assorti in un problema, più crediamo di essere vivi.
La costante tensione su un problema che soltanto la mente ha creato non fa che ottundere la mente, rendendola insensibile e stanca.
Perché preoccuparsi in modo così incessante ?
Il preoccuparsi risolverà il problema ?
O la risposta al problema viene quando la mente è tranquilla ?
Ma per la maggior parte delle persone, una mente tranquilla è qualcosa di piuttosto temibile.
Hanno paura di essere tranquilli, perché cosa potrebbero mai scoprire in se stessi ?
E preoccuparsi è prevenire questo.
Una mente che tema scoprire qualcosa deve stare sempre sulla difensiva e l’irrequietezza è la sua difesa.
A causa della tensione continua, dell’abitudine e dell’influenza delle circostanze, gli stati consapevoli della mente si sono fatti agitati e irrequieti.
L’esistenza moderna incoraggia questa attività superficiale, questa distrazione, che sono un’altra forma di autodifesa.
La difesa è resistenza, che inibisce la comprensione.
La preoccupazione, come il pettegolezzo, è caratterizzata da intensità e serietà.
Tuttavia, osservando più attentamente, si noterà che essa deriva dall’attrazione e non dall’ardore.
L’attrazione è mutevole per definizione ed è per questo che gli oggetti della preoccupazione e del pettegolezzo cambiano.
Il cambiamento non è che una continuità modificata.
Le chiacchiere e le preoccupazioni possono avere fine solo quando l’irrequietezza della mente viene compresa.
La mera astinenza, il controllo e la disciplina non procurano la tranquillità, ma ottundono la mente, rendendola insensibile e ristretta.
La curiosità non è la via della comprensione.
La comprensione viene dalla conoscenza di sé.
Colui che soffre non è curioso e la semplice curiosità, con i suoi eccessi meditativi, rappresenta un intralcio alla conoscenza di sé.
La meditazione filosofica, come la curiosità, è un indizio di irrequietezza ; una mente irrequieta, per quanto dotata, distrugge la comprensione e la felicità.