Politica BCE tassi di interesse

Giugno 8, 2008 MacroEcoAnemia


Politica BCE tassi di interesse

Riguardo alla politica dei tassi della BCE, è possibile fare le seguenti considerazioni :

La BCE ha il compito istituzionale di mantenere l’inflazione sotto i livelli stabiliti.

Tuttavia, l’inflazione in Europa non è dovuta a fenomeni di crescita, ma è un’inflazione importata da fattori esterni, in particolare dall’aumento del costo delle materie prime.

L’aumento dei tassi ventilato per il prossimo mese (+0,25 punti base) non inciderà sull’inflazione “importata“, ma porterà a un’ulteriore diminuzione dei consumi e, quindi, a una condizione di stagflazione (e a questa conclusione sembrano essere arrivati anche i mercati europei, mentre quelli americani hanno iniziato a subire un crollo violento dalle ore 15.00 di giovedì, momento in cui Trichet ha appunto mandato questi “messaggi“).

Ma l’impressione che sto maturando è in realtà un’altra :

L’aumento dello 0,25% dei tassi d’interesse non è efficace contro l’inflazione, è solo un segnale.
Se l’aumento fosse del 2%, forse qualcosa cambierebbe, ma un tale aumento del costo del denaro in Europa sarebbe insostenibile per la nostra economia, dato che non esporteremmo più nemmeno uno spillo.

Il cambio €/$ penalizza già ora un’economia in fase calante e non solida, come va dicendo lo stesso Trichet.
Bisogna però fare in modo che gli speculatori finanziari che operano nei mercati dei futures (e che hanno un peso proprio all’interno della BCE e hanno subito perdite nei subprimes) non mandino messaggi chiari.

Le famiglie non potranno fare altro che ridurre ulteriormente i consumi, che già sono asfittici e in calo record, senza contare che il peso dei mutui accesi negli anni scorsi in modo scellerato diventerà ancora più gravoso e, molto spesso, insostenibile.

Essendo il mercato della liquidità globale, il carry trade è la tendenza dominante.


Politica BCE tassi di interesse


Alzando i tassi, si incentiverà semplicemente questo fenomeno e gli alti tassi attrarranno capitali dagli USA e dal Giappone, aumentando la liquidità nell’area dell’euro.

In questo modo probabilmente si riuscirebbe ad affossare il carry trade ma se è questo il vero intento delle banche centrali, saremmo destinati a una violenta fase correttiva degli indici, dato che tutto il rialzo degli anni scorsi è stato alimentato esclusivamente proprio dal carry trade.


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