Dicembre 20, 2004 EcoAnemia
Previsioni gestori per il I semestre 2005
25 principali gestori italiani, in un’intervista effettuata all’inizio di Dicembre, si sono espressi in modo piuttosto ottimistico per quanto riguarda il primo semestre 2005.
In questo risultati c’è un paradosso : in previsione di una crescita globale in rallentamento,si sovrappesa nettamente l’azionario, in particolare quello più speculativo.
Infatti i mercati preferiti sono i paesi emergenti (America latina in testa), seguiti dal Giappone e dai mercati europei.
Mentre fanalino di coda fra le preferenze sono le obbligazioni area dollaro.
Il petrolio è visto in costante discesa, mentre è previsto in graduale rialzo il costo del denaro negli USA.
Stabili le obbligazioni area Euro, coerentemente con una stabilità dei tassi di interesse europei nel 2005.
I settori azionari preferiti sono quello farmaceutico ed assicurativo.
In effetti questa è una strategia coerente con quanto si è visto nella seconda metà dell’anno 2004.
Ma solitamente, quando in troppi la pensano allo stesso modo, è il momento che non accade proprio.
E viceversa, l’evento più inatteso spesso accade.
Proviamo ad unire con un filo conduttore i seguenti fatti, totalmente inattesi dai più :
Improvvisa crisi finanziaria di qualche banca nazionale o grossa istituzione finanziaria (evento tutt’altro che raro), oppure altri eventi naturali o politici totalmente imprevedibili.
Discesa violenta rendimenti azionari paesi emergenti e Giappone e conseguente panic selling, specie nei mercati altamente speculativi (Argentina, Brasile, India, Corea, HongKong, Indonesia, Taiwan)
Gli Hedge funds sono pieni di bonds di paesi emergenti (siamo come raccolta vicinissimi ai livelli record del 1997, anno precedente al famoso crac dell’hedge fund LCTM), che vengono riversati improvvisamente nei mercati.
Il Dollaro si indebolisce drammaticamente nei confronti di tutte le principali divise mondiali, in contemporanea con il rialzo dei tassi USA (conseguenza del continuo aumento esponenziale dei deficit gemelli delle partite correnti e della bilancia commerciale).
Si allarga improvvisamente lo spread fra le curve dei rendimenti obbligazionari a medio e a lungo termine Usa, a cui segue un aumento improvviso dell’inflazione in USA e conseguenze drammatiche per i cittadini americani indebitati fino al collo.
Cedono quindi di schianto i mercati Usa. Come effetto domino li seguono quelli europei,che fino a quel momento sono stati sostenuti esclusivamente dalla forza dell’€ e dal fatto che i rendimenti obbligazionari europei sono praticamente nulli,motivo per cui in precedenza i gestori, pur in presenza di una crescita dei profitti societari sempre più bassa (se non nulla) hanno continuato ad acquistare titoli azionari.
Aumento violento dell’inflazione anche in Europa, fatto che fino a questo momento non era stato percepito dalla gente comune per il ristagno dei consumi e la conseguente deflazione dei prezzi,erroneamente scambiata per bassa inflazione.
Ipotesi di fantasia ?
No purtroppo, è uno degli scenari possibili.
E coerente con tutti gli indizi che sono stati raccolti nel corso di questi ultimi anni.