Questa è l’Italia

Marzo 28, 2012 EcoAnemia


Questa è l’Italia

Questa è l'Italia
Questa è l’Italia

Da sempre sono abituata a guadagnarmi la pagnotta esclusivamente con le mie capacità e con il mio impegno, avendo imparato nel corso della mia vita a fare diversi mestieri, nonostante abbia una laurea considerata importante e presa quando ancora si doveva faticare per ottenerla.

Il lavoro non mi ha mai spaventata, ed anche per le vicissitudini della vita mi sono presto resa conto che l’unica soluzione dignitosa era quella di avere una professione indipendente (ed attualmente ne svolgo tre contemporaneamente).

Non ho mai aspettato che qualcuno mi garantisse un impiego, ma me lo sono sempre creato.
Ormai non mi spavento più di nulla.

Questa crisi la pagheranno pesantemente tutti quelli che hanno fatto un lavoro farlocco, o garantito, o semplicemente inutile.
I modaioli abituati a vestire Dolce&Gabbana, i giovani rampolli benestanti che si sono indebitati per girare in Suv senza poterselo permettere, quelli che hanno munto a piene mani alla mammella pubblica, quelli che hanno paura a sporcarsi le mani.

Ma questa crisi è anche e soprattutto solamente un grande imbroglio, come da anni vado ripetendo : è pilotata e voluta, causata e non indotta.
Feudalizzazione dell’economia, lo scrivo ormai ogni volta perchè è il concetto che tutti devono conoscere e devono capire : c’è la volontà (nemmeno malcelata) di rendere difficile la vita ai piccoli per lasciare campo libero alle multinazionali.

Tutti quelli che prima erano padroni della propria vita diverranno schiavi precari e senza diritti, consumatori standard di un mondo normalizzato.

Vassalli, valvassori e valvassini al comando.
E poi una pletora di servi della gleba.

Sarebbe un bel sogno svegliarsi e (ri)trovarsi negli anni ’80.
Begli anni questi, e non solo perchè sono stati quelli della mia prima adolescenza.

Poche normative, e relativa libertà di fare pressochè qualsiasi cosa : ed infatti nonostante la corruzione dilagante e l’esplosione del debito pubblico sono stati gli anni migliori per lo sviluppo economico nazionale (ed infatti gli indici dei mercati erano giustamente esplosi al rialzo).

Oggi anche solo cambiare un filo elettrico o piazzare un’antenna televisiva è impossibile.

Si è subito fuorilegge : mancano almeno otto iscrizioni ad altrettanti albi professionali, due certificati dei pompieri, cinque commercialisti, un paio di supervisori, almeno sei progettisti, quindici coordinatori dei rischi, tre relazioni, sei studi di fattibilità,un assessore compiacente,la maggioranza dei condomini, la compiacenza dell’amministratore, sette od otto assicurazioni per danni a terzi , una decina per danni personali, le dichiarazioni di regolarità dei versamenti dei contributi negli ultimi 180 anni,certificato di esistenza in vita, autocertificazione antimafia.

Il tutto poi per smontare una presa e ricollegare un filo il cui morsetto si era allentato.

Una storia vera che mi sta appena capitando, l’unica differenza è che devo semplicemente potare i rami di una pianta che sta nel mio giardino ed è di mia proprietà.

Questa è l’Italia.


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