Agosto 30, 2022 Riflessioni di una eretica
Dai più grandi errori commessi si apprendono sempre le lezioni più importanti.
Quid de rerum natura querimur
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Il vero problema, come ho spesso scritto, è l’invidia per la persona altrui.
Non vedo mai nessuno che si complimenta con un altro per una cosa positiva che ha fatto, per essere riuscito a raggiungere un traguardo o per aver superato delle avversità.
Vedo soltanto recriminazioni e pianti a dirotto.
Se qualcuno ottiene successi sul lavoro, sicuramente ha rubato o gli sono state fornite delle spinte.
Se qualcuno vince una competizione sportiva, sicuramente ha ricevuto appoggi o ha pagato.
Ma le capacità individuali non le possiede più nessuno ?
Può darsi che qualcuno sia semplicemente più bravo.
O che ha avuto un pizzico in più di fortuna nei momenti cruciali.
Ma la fortuna aiuta gli audaci.
Comunicazione e dialogo
Punti fermi in qualsiasi ambito e situazione.
Almeno, dovrebbe essere così.
C’è bisogno di idee nuove.
Di persone capaci e volenterose.
Senza avere paura di fare scelte controcorrente.
Persone che possano ravvivare un ambiente triste o, più spesso, istituzionalizzato.
Dobbiamo osare di più.
Bisogna uscire dal proprio guscio.
C’è bisogno di disponibilità e di contatto umano.
Solo così si può creare un ambiente sereno e piacevole.
C’è bisogno di rispetto reciproco.
Senza il quale non si va lontano.
Fortuna e successo
Il successo in genere non è una cosa che ti cade dal cielo.
Forse la fortuna.
La fortuna non esiste : esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità.
“Seneca“
Un pizzico di invidia purtroppo c’è spesso.
Soprattutto nei confronti di chi riesce a realizzare con successo quello che per altri è irraggiungibile.
Dimenticando o non considerando quanto sia costato raggiungere tali obiettivi.
Anche se non penso che avere successo sia necessariamente importante per essere felici.
Why always me ?
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Non c’è da meravigliarsi che coloro (cioè i pennivendoli) che hanno creato il super colosso con i piedi d’argilla oggi ne scendano precipitevolissimevolmente.
Lo hanno esaltato sino all’inverosimile, puntando sul colore della pelle, sull’integrazione e sul segnale che lanciava al mondo, esagerando (come al solito).
Non hanno mai avuto nulla da ridire sull’aspetto tecnico.
E non hanno nemmeno tenuto conto dell’aspetto umano.
Non hanno considerato il fatto che, dovunque sia stato, non ha lasciato segni significativi, né sportivi né, soprattutto, di immagine (sempre pessima).
A 18-19 anni si poteva dire che “doveva ancora maturare“.
Ma ora purtroppo non è più così.
Colpa degli altri o sua (Why always me) ?
Tocca sempre a lui perché si è sentito al settimo cielo, osannato dai mass media al servizio del potere.
Se commetteva delle marachelle che nemmeno un adolescente avrebbe fatto, gli si perdonavano perché era riverito e servito.
Pur essendo irriverente con le regole.
Sia in campo che fuori, nel vivere civile.
Non sta a me aggiungere altro.
Ma lo hanno esaltato troppo.
Ed è scoppiato.
Come il pallone che calcia ogni giorno.
Buon umore dal Meridione