Refco finisce in bancarotta

Ottobre 18, 2005 EcoAnemia


Refco finisce in bancarotta

Refco ha chiesto di poter usufruire delle norme previste dal cosiddetto Chapter 11, vale a dire lo strumento che negli Stati Uniti disciplina i casi di bancarotta protetta ; al tempo stesso ha ceduto importanti asset per un controvalore complessivo di 768 milioni di dollari ad un gruppo capeggiato da J.C. Flowers.

Refco non ha peraltro precisato quali delle sue consociate chiederanno di poter essere ammesse al Capitolo 11.

Fra queste ultime non rientra in ogni caso Refco Securities, che sta progressivamente alleggerendo le sue posizioni sul mercato dei futures.

Nella lista delle società che fanno capo al gruppo che saranno messe in bancarotta non rientra neppure Refco Capital Markets, con sede legale nelle Isole Bermuda, che non ha attualmente liquidità sufficiente a far fronte alla decisione dei clienti di ritirare le loro esposizioni.

A rilevare il business legato all’ attività di trading sui futures è stato appunto un ‘pool’ di soggetti di cui fa parte anche Texas Pacific Group. In ogni caso gli asset ceduti costituiscono allo stato attuale la più consistente attività di brokeraggio indipendente.

La situazione di Refco è precipitata nel giro di poco tempo dopo che il suo chief executive officer (amministratore delegato), Phillip R. Bennet, è stato licenziato perché aveva nascosto l’ esistenza di un debito da 430 milioni di dollari che aveva contratto con la società.

Il giro d’affari di Refco può essere quantificato in circa 4,9 miliardi di dollari che rappresentano i fondi costituiti presso questa società dalla clientela (con riferimento alla data di fine maggio scorso).

Al tempo stesso, peraltro, i clienti di Refco hanno negli ultimi tempi ritirato 850 milioni di dollari, secondo quanto riferito oggi dal Wall Street Journal.

Questi qua si erano appena quotati tramite  IPO in data 11. Agosto 2005.

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