Gennaio 28, 2008 EcoAnemia
Repubblica delle banane ? Molto peggio
Ecco gli stralci più significativi dall’ articolo pubblicato su “Il sole 24-ore” sulla vicenda di banca Italease.
[…] Con i derivati, c’è chi vince e c’è chi perde.
Ma Banca Italease ci ha perso 778 milioni di euro : troppi per farsene una ragione.E, così, scavando fra contratti privi di logica economica e risalendo il fiume delle commissioni pagate a singolari procacciatori d’affari, la nuova gestione dell’istituto ha rintracciato le orme di quella che per i Pm di Milano è stata un’associazione a delinquere guidata dall’ex amministratore delegato Massimo Faenza.
[…]La ricostruzione dell’advisor Gualtieri è partita da un dato di fatto : «Le enormi perdite causate dall’operatività in derivati di Banca Italease sono per oltre il 50% dovute ai contratti conclusi con appena 12 clienti», quasi tutti immobiliaristi di Roma, la città di Faenza.
L’unico nome un po’ conosciuto è quello di Radio Dimensione Suono.
Le altre sono ragioni sociali poco (o per nulla) note: Immobilia Re, Wheelrent Autonoleggio, Gruppo Rarem, Nabucco Re, Eurologistica, Torre Spaccata, Immobiliare Europea, Parco dei Medici, Anagnina Property, Bb Parlamento, Cml International.
[…]L’advisor di Italease non ha tardato ad accorgersi che «l’elemento di maggiore anomalia è costituito dalle modalità operative adottate per la conclusione e gestione dei contratti derivati, senza dubbio tese a fare guadagnare i clienti, ad avvantaggiare i procacciatori e a scaricare sulla banca gli effetti economici dei rischi assunti».
[…]«l’operatività in derivati di Italease sembri essere lo strumento tecnico per distrarre somme dalla Banca piuttosto che una reale attività di gestione dei rischi finanziari della clientela».
[…]gli interest rate swap strutturati venduti ai 12 clienti siano completamente privi di razionale economico : «Le caratteristiche delle formule di calcolo sono talmente macchinose da rendere i contratti derivati in esame inutilizzabili per finalità di copertura dei rischi di tasso di interesse e francamente, in quasi tutti i casi, difficilmente utilizzabili anche per assumere ragionevoli posizioni di investimento sulle curve dei rendimenti».
E, allora, a cosa servivano ?
Secondo gli inquirenti a «stornare illecitamente », tramite abnormi commissioni di intermediazione, parti del patrimonio di Italease.
[…]I contratti derivati complessi sull’andamento dei tassi che Italease comprava da banche internazionali e rivendeva ai clienti sono tutti di tipo not par : volendo semplificare, sono contratti speculativi, che partono con un valore iniziale negativo.
Sono scommesse quasi perse dal sottoscrittore e, con alta probabilità, vinte dalle banche d’investimento che hanno costruito il derivato.
Ovviamente questo disequilibrio viene pareggiato sotto il profilo economico alla firma del contratto con degli importi (upfront) immediati. Una sorta di premio, dato a chi rischia i soldi puntando sul cavallo brocco, che ha consentito a Italease di incassare all’apertura dei contratti (da Deutsche Bank, Bnp Paribas, Société Genérale e altre banche) ben 173 milioni di euro, e di accollarsi i rischi relativi.
Gli stessi contratti che Italease comprava dalle banche venivano poi intermediati ai clienti lasciando su Italease il rischio di controparte, la possibilità cioé che il cliente non onorasse il contratto.
[…]i contratti derivati sono stati disegnati in modo che i clienti di Italease nei primi periodi di vigenza dei contratti ottenessero flussi netti positivi, guadagnassero sempre».
E poi cosa è successo ?
«I contratti sono stati sempre chiusi anticipatamente prima che divenisse applicabile la formula che avrebbe potuto determinare flussi netti negativi, cioè pagamenti per i clienti, i quali non hanno mai dovuto pagare nulla ad Italease».[…]i clienti hanno chiuso anticipatamente i contratti tutte le volte che erano in una posizione con valore economico negativo, però non hanno mai pagato nulla a Banca Italease a titolo di costo di uscita dal contratto con valore negativo».
Al contrario la banca «per la chiusura anticipata dei contratti » ha dovuto pagare complessivamente alle controparti internazionali – solo sulle posizioni di questi 12 clienti – 404,9 milioni di euro.
Italease per evitare di avere un rilevante effetto negativo sul proprio conto economico, a causa degli elevati costi di chiusura anticipata pagati alle controparti di mercato e non incassati dalle imprese clienti, sostituiva i contratti chiusi anticipatamente con nuovi contratti derivati».
Nella sostanza assumeva posizioni in derivati esotici ancora più rischiose delle precedenti, con un valore economico negativo ancora più alto, per compensare il costo di chiusura dei contratti e incassare nuovi importi upfront.
Questa attività sui derivati «chiaramente non improntata al servizio alla clientela e par la quale è ben difficile individuare un beneficio per Banca Italease» alla fine ha prodotto questo risultato : i 12 clienti «hanno incassato 10,9 milioni di euro a titolo di pagamento di differenziali swap per effetto del meccanismo che prevedeva che i contratti nei primi periodi di vigenza generassero sempre flussi netti positivi a favore dei clienti».
I procacciatori, a loro volta, hanno incassato 16,6 milioni di euro di commissioni.
Mentre Italease ha incassato upfront per 173,8 milioni, ha pagato costi di chiusura dei contratti per 404 milioni e costi per i procacciatori di 16,6 milioni.Così, tenendo conto che ha retrocesso upfront ai clienti per un milione di euro, con l’operatività di intermediazione in derivati con solo 12 piccole e medie imprese ha perso 248,8 milioni di euro. […]
Orbene, io una cosa del genere non l’avevo mai vista.
La nostra credibilità, ammesso che mai l’abbiamo mai avuta, è definitivamente andata a pezzi.