Settembre 21, 2021 Grafene, Neurocontrollo, Studi scientifici
La mente intuitiva può essere considerata un dono sacro, mentre la mente razionale rappresenta un servitore fedele.
La società attuale ha sviluppato un sistema di valori che privilegia il servitore, trascurando il dono intrinseco.
Reti di nanocomunicazione wireless interagenti con il corpo umano
In seguito all’esame critico degli studi di seguito riportati :
Identificazione di pattern nel sangue di persone vaccinate : punti quantici di grafene (GQD)
Identificazione di pattern nel sangue di persone vaccinate : grafene cristallizzato !
Microrobot magnetici a nastro di idrogel ed identificazione dei modelli nel sangue delle persone “vaccinate”,
emerge la necessità di comprendere le finalità ultime dei seguenti elementi.
Qual è il fine ultimo di tutti questo elementi ?
Perché è stato necessario un così importante impiego di mezzi nei “vaccini“, come dimostrato dai risultati delle analisi del sangue ?
Sebbene i post precedenti avessero già fornito un’indicazione preliminare sull’obiettivo finale, ulteriori recenti scoperte hanno portato a una spiegazione chiara e convincente dell’obiettivo, del metodo e dei relativi protagonisti, necessari nella trama del cosiddetto “virus farsa“.
Sommario
Sono emerse evidenze scientifiche che collegano in modo affidabile i punti quantici di grafene “GQD“, osservati nei campioni di sangue di individui vaccinati, con i “modelli di propagazione per i nanofili di nanocomunicazione“.
La significativa presenza di GQD (punti quantici di grafene) tra gli altri possibili derivati del grafene risulta fondamentale per “l’interconnessione di centinaia o migliaia di nanosensori e nanoattuatori, situati all’interno del corpo umano” (Akyildiz, IF; Jornet, JM; Pierobon, M. 2010).
In effetti, è stato osservato che gli stessi GQD possono fungere da semplici nanosensori all’interno di tali reti.
Tra le possibili reti di nanocomunicazione, è stato proposto il metodo di comunicazione molecolare (Arifler, D. 2011 | Akyildiz, IF; Brunetti, F.; Blázquez, C. 2008) e il metodo di comunicazione nanoelettromagnetico, che ha finito per imporsi come il più vantaggioso per “trasmettere e ricevere radiazioni elettromagnetiche nella banda Terahertz, utilizzando ricetrasmettitori realizzati con nuovi nanomateriali come il grafene” (Jornet, JM; Akyildiz, IF 2013), in particolare con i punti quantici di grafene GQD e nanonastri di grafene.
La nano-rete di comunicazione, la cui presenza è stata rilevata in tutto l’organismo, specialmente nel cervello, consente il monitoraggio in tempo reale dei neurotrasmettitori deputati alla trasmissione di informazioni nel sistema nervoso.
Tali neurotrasmettitori sono responsabili di stimoli, desiderio, piacere, apprendimento, condizionamento, dipendenza, dolore, sentimenti e inibizione.
Il presente studio si prefigge di illustrare la metodologia delle reti necessaria per conseguire tale obiettivo, secondo la letteratura scientifica ad oggi disponibile.
Inoltre, si esplorano le potenziali modalità di comunicazione tra le reti nanoscopiche e la nanoelettronica basata sul grafene.
Il modello di comunicazione TS-OOK sarà analizzato in modo preliminare.
Reti di nanosensori wireless
Una delle questioni fondamentali emergenti dalla scoperta dei punti quantici di grafene GQD nei campioni di sangue di individui inoculati è la seguente : qual è la necessità di un così elevato quantitativo di nanomateriali di grafene?
Come evidenziato nel post precedente, i campioni di sangue analizzati presentavano una significativa concentrazione di questi punti quantici.
È importante notare che la degradazione dei nanosheet di grafene può potenzialmente causare la formazione e la dispersione di questi punti quantici (Bai, H.; Jiang, W.; Kotchey, GP; Saidi, WA; Bythell, BJ; Jarvis, JM; Stella, A. 2014).
Pertanto, se questi punti quantici sono presenti in tutto il corpo, quale è la loro funzione?
Una possibile spiegazione può essere trovata nell’indagine di Akyildiz, IF; Jornet, JM; Pierobon, M. (2010), intitolata “Modelli di propagazione per le reti di nanocomunicazione“.
In particolare, i punti quantici svolgono un ruolo cruciale nella propagazione delle comunicazioni wireless all’interno dell’organismo umano, con l’obiettivo di monitorare e modulare il sistema nervoso centrale.
Gli autori dello studio affermano che “la riduzione dell’antenna di un dispositivo wireless classico a poche centinaia di nanometri richiederebbe l’uso di frequenze operative estremamente elevate, compromettendo la fattibilità della comunicazione wireless elettromagnetica tra nanodispositivi.
Tuttavia, l’impiego del grafene per la fabbricazione di nanoantenne può superare tale limitazione“.
Con tale affermazione, già nel 2010, si confermava che il grafene fosse il materiale adatto per la propagazione di segnali per la comunicazione wireless all’interno del corpo umano, in quanto necessita di frequenze basse che non risultano dannose o invasive.
Questa affermazione riveste notevole importanza, poiché dimostra che i ricercatori erano già consapevoli, sin da allora, dei potenziali danni che possono essere causati dalle alte frequenze.
Pertanto, un aumento della frequenza corrisponde a un maggiore danno (Angeluts, AA; Gapeyev, AB; Esaulkov, MN; Kosareva, OGGE; Matyunin, SN; Nazarov, MM; Shkurinov, AP 2014).
La comprensione di tale fenomeno si ottiene mediante l’analisi congiunta delle informazioni disponibili, che rivelano la presenza di nano-antenne di grafene frattale nei campioni di sangue.
Tali dispositivi sono deputati alla ricezione e alla trasmissione di segnali/comunicazioni con la rete di punti quantici di grafene (GQD), diffusa in tutto il flusso sanguigno e negli organi del corpo umano.
Questa ipotesi trova conferma nel paragrafo seguente, dove si riporta un estratto dello studio di Akyildiz, IF; Jornet, JM; Pierobon, M. (2010) : “I recenti progressi nell’elettronica molecolare e del carbonio (basata sul grafene) hanno aperto la porta a una nuova generazione di nanocomponenti elettronici, tra cui nanobatterie, nanomemorie, circuiti logici su scala nanometrica e persino nano-antenne“.
Gli autori definiscono tali reti come “l’interconnessione di centinaia o migliaia di nanosensori e nanoattuatori collocati in luoghi tanto diversificati come l’interno del corpo umano“.
Ciò rende evidente l’obiettivo dell’inoculazione del grafene nei cosiddetti “vaccini“.
Tuttavia, al momento della pubblicazione dello studio, esistevano due approcci per ottenere la comunicazione tra i nanodispositivi : la comunicazione molecolare, ovvero la trasmissione di informazioni codificate nelle molecole, e la comunicazione nanoelettromagnetica, definita come la trasmissione e la ricezione di radiazioni elettromagnetiche da componenti su nanoscala basati su nuovi nanomateriali.
Gli autori hanno concluso che la comunicazione elettromagnetica attraverso punti quantici di grafene GQD offriva vantaggi significativi rispetto alla comunicazione molecolare, poiché non era eccessivamente dipendente dal mezzo fluido, dal flusso o dalla turbolenza.
Con questa premessa, i ricercatori (Akyildiz, IF; Jornet, JM; Pierobon, M. 2010) hanno avviato il loro studio per caratterizzare le proprietà di nanocomunicazione del grafene, scoprendo che “la velocità di propagazione delle onde nei nanotubi di carbonio (CNT) e nei nanonastri di grafene (GNR) può essere fino a cento volte più lenta della velocità della luce nel vuoto, a seconda della geometria della struttura, della temperatura e dell’energia di Fermi.
Di conseguenza, la frequenza di risonanza delle nano-antenne a base di grafene può raggiungere valori fino a due ordini di grandezza inferiori rispetto alle nano-antenne costruite con materiali privi di carbonio.
Le antenne nano-patch basate su GNR, come le antenne nano-dipolo basate su CNT con una lunghezza di circa 1 µm, risuonano nella banda Terahertz (0.1 – 10.0 THz)…pertanto, diventa essenziale caratterizzare il canale Terahertz alla nanoscala…nel contesto della comunicazione su nanoscala, diventa fondamentale comprendere e modellare il canale Terahertz in un raggio estremamente breve, ovvero per distanze inferiori a 1 metro“.
In questi paragrafi si evidenzia che la nanocomunicazione con il grafene avviene a distanze estremamente ridotte, quasi sempre inferiori a un metro, il che implica che il segnale può propagarsi tra i punti quantici di grafene GQD, a distanze compatibili con la scala umana, e persino tramite telefono cellulare (se è nelle vicinanze o viene portato in tasca), che potenzialmente potrebbe fungere da nodo di rete o ripetitore (Balghusoon, AO; Mahfoudh, S. 2020).


Diversamente, i ricercatori (Akyildiz, IF; Jornet, JM; Pierobon, M. 2010) hanno scoperto che la nanocomunicazione non è operativa in nessuna frequenza del canale Terahertz, a causa della dispersione e perdita di traiettoria delle onde elettromagnetiche nel suo diffuso attraverso il corpo.
Questo è indicato come segue : “La perdita totale del percorso per un’onda in movimento nella banda Terahertz è definita come la somma della perdita per dispersione e della perdita per assorbimento molecolare.
La perdita di propagazione, d’altra parte, è attribuibile all’attenuazione causata dall’espansione dell’onda durante la sua propagazione attraverso il mezzo, e dipende esclusivamente dalla frequenza del segnale e dalla distanza di trasmissione.
La perdita di assorbimento, d’altra parte, indica l’attenuazione subita da un’onda durante la sua propagazione a causa dell’assorbimento molecolare, ovvero la trasformazione di una parte dell’energia dell’onda in energia cinetica interna delle molecole presenti nel mezzo.
Questo processo dipende dalla concentrazione e dal mix specifico di molecole incontrate durante il percorso.
Si osserva che diverse classi di molecole presentano diverse frequenze di risonanza. Inoltre, l’assorbimento associato a ciascuna risonanza non è limitato a una singola frequenza centrale, ma si distribuisce su un intervallo di frequenze.
Di conseguenza, il canale Terahertz è altamente selettivo in termini di frequenza“.
Questo implica che le molecole del tessuto cellulare e dei fluidi corporei ostacolano la trasmissione e riducono la distanza di propagazione delle onde emesse dall’esterno in modalità wireless.
Gli stessi autori affermano che “a causa della perdita di propagazione, la perdita totale del percorso aumenta con la distanza e la frequenza, indipendentemente dalla composizione molecolare del canale, in modo simile ai modelli di comunicazione convenzionali nelle gamme di frequenza dei megahertz o dei bassi gigahertz.
Tuttavia, la presenza di diverse molecole nel percorso, in particolare vapore acqueo, determina la formazione di vari picchi di attenuazione per distanze superiori a qualche decina di millimetri.
La potenza e l’ampiezza di tali picchi sono correlate al numero di molecole assorbenti.
Assumendo che la concentrazione di vapore acqueo sia uniforme nello spazio, il numero di molecole assorbenti aumenta proporzionalmente con la distanza. Tuttavia, è possibile considerare anche concentrazioni non uniformi o evenienze improvvise di molecole che attraversano il reticolo”.
Questo implica che, sebbene i segnali emessi siano conteggiati nella banda Terahertz, sono mitigati fino al livello dei megahertz o di pochi gigahertz, che corrispondono alle frequenze utilizzate nei sistemi di telefonia mobile 2G, 3G, 4G e 5G.
Un ulteriore aspetto rilevante riguarda la distanza di propagazione, che risulta ridotta o attenuata.
Questo implica che, per garantire la qualità del segnale e la sua propagazione nel corpo, è essenziale che il grafene sia presente in quantità sufficiente nel sangue e nei tessuti, al fine di creare distanze di collegamento adeguate.
In altre parole, è stato dimostrato che le reti di nanocomunicazione wireless basate sull’elettromagnetismo richiedono l’impiego di punti quantici di grafene GQD come nodi di collegamento per la trasmissione di dati, informazioni o modulazione.

Il rumore e l’assorbimento molecolare sono fattori determinanti nella capacità della rete di nanocomunicazione, ovvero la sua “banda utilizzabile del canale Terahertz“.
Questa affermazione è ulteriormente confermata dagli studi di Chopra et al. (2016).
Di conseguenza, i ricercatori hanno sviluppato modelli matematici per calcolare il canale appropriato e la distanza di trasmissione ideale, in funzione dell’ambiente di applicazione, che includeva il corpo umano e, in particolare, la capacità di neuromodulazione (Pierobon, M.; Akyildiz, IF 2011).
Secondo questi modelli, gli autori (Akyildiz, IF; Jornet, JM; Pierobon, M. 2010) hanno concluso che “all’interno di una nanorete, è improbabile che si raggiungano distanze di trasmissione in singolo hop superiori a poche decine di millimetri… In tale intervallo, la larghezza di banda disponibile è quasi interamente occupata dalla banda stessa, con valori compresi tra poche centinaia di gigahertz e quasi dieci Terahertz.
Di conseguenza, la capacità del canale prevista delle reti di nanosensori wireless nella banda Terahertz è considerevole, con una portata di pochi terabit al secondo“.
Si evince chiaramente che la capacità di trasferimento di dati e informazioni sia considerevole; si può stimare che la rete sia in grado di comunicare efficacemente 1,5 Terabit al secondo.
Ciò corrisponde a una velocità di 187 Gigabyte al secondo.
In combinazione con i biosensori, ciò trasformerebbe le persone in una fonte di informazioni o in un prodotto suscettibile di essere sfruttato, registrato e monitorato.
Nanoantene plasmoniche a base di grafene per nanoarray
Il lavoro di (Jornet, JM; Akyildiz, IF 2013) rappresenta un progresso significativo nello sviluppo di nanofili per la comunicazione wireless, focalizzato sulle nanoantenne plasmoniche, rappresentate in figura 2, sotto forma di nanopatch di grafene.
Secondo questi studiosi, “le nano-antenne plasmoniche basate sul grafene possono operare a frequenze notevolmente inferiori rispetto alle loro controparti metalliche, ad esempio, nella banda Terahertz per una lunghezza di un micrometro.
Questo risultato ha il potenziale per abilitare la comunicazione EM (elettromagnetica) nelle nano-reti.
Utilizzando il fattore di compressione ad alta modalità delle onde SPP (Surface Plasmon Polariton) nelle GNR (Graphene Nanonetworks), le nano-antenne plasmoniche basate sul grafene possono operare a frequenze notevolmente inferiori rispetto alle loro controparti metalliche, ad esempio per la banda Terahertz per un micrometro largo dieci nanometri“.
Questa affermazione sottolinea l’importanza delle nanoantenne di grafene su scala nanometrica nel facilitare la ricezione delle onde elettromagnetiche e, di conseguenza, la comunicazione senza fili.
Inoltre, lo studio menziona le “nano-antenne plasmoniche“, che sono in grado di operare a frequenze terahertz alte grazie alle loro proprietà ottiche, con le quali possono “accoppiarsi alle radiazioni elettromagnetiche con una lunghezza d’onda specifica“.
Questo concetto era già stato osservato nello studio sui frattali di grafene cristallizzato, rilevato tra i modelli presenti nei campioni di sangue di individui “vaccinati“.
In particolare, con riferimento allo studio di (Fang, J. ; Wang, D. ; DeVault, C. T. ; Chung, T. F. ; Chen, Y. P. ; Boltasseva, A. ; Kildishev, A. V., 2017) sui fotorivelatori di grafene migliorati con superficie frattale, in grado di operare e svilupparsi dendriticamente a una temperatura simile a quella del sangue, formando strutture simili a un fiocco di neve.
In altre parole, le nanoantenne plasmoniche a base di grafene, che inizialmente presentano una morfologia simile a chiazze di grafene, assimilabili ai punti quantici del grafene GQD, hanno evoluto verso morfologie dendritiche del grafene.
Queste ultime aumentano le capacità di emissione e ricezione del segnale e tendono a formarsi nel mezzo sanguigno, come è stato osservato.

Riguardando al lavoro di Jornet e Akyildiz (2013), gli autori propongono un modello di risonanza e accoppiamento delle nanoantenne che può essere espresso come segue : “La nanoantenna è modellata come una cavità plasmonica risonante e la sua risposta in frequenza è determinata.
I risultati mostrano che, sfruttando il fattore di compressione ad alto modo delle onde SPP (Surface Plasmon Polaritons) nei GNR (Graphene Nanobelts), le nano-antenne plasmoniche a base di grafene possono operare a frequenze molto più basse rispetto alle loro controparti metalliche, ad esempio la banda Terahertz per una lunghezza dieci nanometri di larghezza… Ad esempio, un’antenna a dipolo con una lunghezza di un micrometro risuonerebbe a circa 150 THz.
La larghezza di banda di trasmissione disponibile aumenta con la frequenza di risonanza dell’antenna, ma si osserva anche una perdita di propagazione, attribuibile alla limitata potenza attesa dai nanodispositivi“.
In tale contesto, assume particolare rilevanza il concetto di SPP (Surface Polariton Plasmon), ovvero le onde elettromagnetiche che si propagano attraverso la nanoantenna di grafene.
Tali onde influenzano le oscillazioni degli elettroni della nanoantenna, risultando in una variazione della sua carica e del suo campo elettromagnetico, e, di conseguenza, nella ricezione o trasmissione del segnale.
La dimensione ridotta della nanoantenna garantisce un’eccellente capacità di larghezza di banda, ottimale per la trasmissione di dati.
Nanocomunicazione alveolare e penetrazione cutanea
Il grafene, come noto nanomateriale, è stato identificato come un elemento chiave per lo sviluppo delle reti di nanocomunicazione.
Tuttavia, ulteriori studi si concentrano sulla propagazione delle reti wireless attraverso la soluzione di aria presente negli alveoli polmonari, come illustrato nel lavoro di Akkaş (MA, 2019).
L’introduzione del grafene è particolarmente esplicita nel collocare già nel 1960 (Feynman, RP 1959) l’idea di sviluppare la nanotecnologia per misurare e registrare eventi e cambiamenti nel corpo umano.
Uno degli obiettivi di tale ambito scientifico è la creazione di nanosensori in grado di operare in modo coordinato su scala nanometrica, al fine di trasmettere informazioni e dati relativi allo stato di salute delle persone o di sviluppare complesse applicazioni biomediche.
A tal fine, si rende necessario implementare una rete di nanocomunicazione per nanosensori, nota anche con l’acronimo WNSN (Wireless Nanosensors Networks).
Secondo i ricercatori, una rete di questo tipo richiede l’impiego di antenne su scala nanometrica, in grado di operare in sinergia con le bande nella gamma THz e di propagare efficacemente il segnale senza subire perdite.
In tal modo, i nanosensori, interconnessi nella rete senza fili per la loro azione coordinata, trasmettono i dati a un nodo gateway, che può essere un telefono cellulare o un’antenna telefonica, il quale, a sua volta, invierebbe automaticamente le informazioni all’ospedale tramite Internet, come visibile in figura 5.

In tale contesto, Akkaş (MA, 2019) propone un approccio alternativo rispetto ai punti quantici di grafene GQD (almeno in linea di principio) per lo sviluppo della rete wireless di nanosensori, sfruttando i gas e i fluidi presenti nei polmoni per la propagazione dei segnali.
Sebbene non si tratti di un’idea nuova, fornisce informazioni rilevanti sulla caratterizzazione del modello di canale THz wireless necessario per ottenere la propagazione delle onde elettromagnetiche EM nei polmoni, negli spazi alveolari, nei capillari e nel sangue.
In particolare, si evidenziano tre bande di frequenza: “ω1 = [0,01 THz – 0,5 THz], ω2 = [0,58 THz – 0,74 THz] e ω3 = [0,77 THz – 0,96 THz]“.
Nonostante la fase iniziale della ricerca, vengono proposti studi per analizzare e confermare i dati ottenuti da modelli matematici con tessuti umani, al fine di quantificare l’effetto del rumore e della termodinamica sul corpo umano.
Questo approccio metodologico, già applicato negli studi precedenti sul grafene e descritto in (Akyildiz, IF; Jornet, JM; Pierobon, M. 2010 | Jornet, JM; Akyildiz, IF 2013), è un chiaro indicatore dell’interesse scientifico nel perfezionare ulteriormente tale tecnologia.
Un’altra sfida fondamentale per le reti di nanocomunicazione wireless riguarda le barriere di accesso al corpo umano, rappresentate dalla pelle.
Questo problema è attribuibile alle caratteristiche del derma, lo strato più esterno del corpo umano, che è composto da diversi strati che ostacolano la propagazione del segnale, alterandone il percorso nella comunicazione nanoelettromagnetica.
In tale contesto, lo studio condotto da Chopra et al. (2016) ha esaminato le caratteristiche del segnale THz per la penetrazione cutanea ottimale, senza compromettere la trasmissione del segnale verso la nano-interfaccia gateway all’interno del corpo, come illustrato in seguito nel dettaglio.
Si riconosce che i protocolli e i modelli di nanocomunicazione sono chiari, come dimostrato dalle seguenti affermazioni : “Utilizzando il paradigma EM; la capacità di trasmissione può arrivare fino a Tera-bit al secondo (Tb/s) a livello millimetrico”.
Il protocollo IEEE 1906.1 si occupa di stabilire gli standard di comunicazione su scala nanometrica, dove la comunicazione molecolare ed elettromagnetica rappresentano le due modalità di comunicazione”.
Tuttavia, le proprietà di comunicazione dall’esterno del corpo all’interno introducono problemi di distorsione nei segnali, che richiede la determinazione della banda e della frequenza appropriate.
È stato osservato che “i dati esistenti sulla pelle umana sono limitati a magnitudini GHz, mentre sono stati pubblicati solo alcuni relativi all’ordine dei THz.
Per arricchire il database con i parametri dei tessuti biologici nella banda THz, l’accento è posto sulla spettroscopia e sulla modellazione dei tessuti biologici.
La spettroscopia nel dominio del tempo (TDS) THz presenta un intervallo tipico di 0,1 – 4 THz, consentendo così un’analisi spettrale più estesa“.
In conclusione, gli autori sono in grado di modellare la banda e lo schema di propagazione appropriati per ridurre al minimo il rumore e scoprire la causa dei problemi di penetrazione della comunicazione, sottolineando che “l’assorbimento dell’acqua (idratazione della pelle), la distanza di propagazione e la gamma di frequenze influiscono sulla perdita di traiettoria che finisce per offuscare il segnale e con esso il messaggio…Pertanto, per passare attraverso la pelle umana, ha bisogno di collegare la comunicazione tra le antenne e i nanodispositivi presenti nel corpo umano“.
Tali dettagli si adattano perfettamente alla descrizione del protocollo per le reti di nanocomunicazione, che verrà approfondita successivamente.
Protocolli di routing per reti di nanosensori wireless in IoNT
La diffusione di reti di nanocomunicazione wireless, nano-antenne e nanosensori comporta inevitabilmente l’adozione di protocolli di routing per reti di nanosensori wireless nell’IoNT (Internet of Nano Things).
Ogni rete di comunicazione, anche su scala nanometrica, richiede protocolli che consentano di sfruttarne le capacità, trasmettere e ricevere dati in maniera standardizzata.
In tale contesto, si evidenzia il contributo di Balghusoon, AO; Mahfoudh, S. (2020), che fornisce una rassegna esaustiva dei protocolli, delle loro caratteristiche e delle applicazioni alle nanocomunicazioni, con un focus particolare sul settore sanitario (vedi figura 6).

Gli autori affermano che l’IoNT, nel contesto biomedico, permette il monitoraggio delle cure mediche, la somministrazione intelligente di farmaci, la nanobionica, l’ingegneria dei tessuti rigenerativi, gli interventi chirurgici intracellulari o su scala nanometrica, il rilevamento e la gestione della diffusione epidemica, l’impianto di bioibridi e la riparazione delle cellule del corpo, gli strumenti di imaging non invasivo, le cellule staminali morphing, il supporto del sistema immunitario, l’ingegneria genetica e la nanodiagnosi, tra le altre applicazioni.
L’allusione alla “gestione della diffusione delle epidemie” risulta peculiare, così come l’omissione della neuromodulazione come una delle principali applicazioni biomediche, come dimostrato nei seguenti lavori : (Wirdatmadja, S.; Johari, P.; Balasubramaniam, S.; Bae, Y. ; Stachowiak, MK; Jornet, JM 2018 | Cacciapuoti, AS; Piras, A. ; Caleffi, M. 2016 | Malak, D. ; Akan, OB 2014 | Suzuki, J. ; Boonma, P. ; Phan, DH 2014 | Ramezani, H. ; Khan, T. ; Akan, OB 2018) che sarà oggetto di un successivo articolo.
Come menzionato nella sezione introduttiva del lavoro di Balghusoon, AO e Mahfoudh, S. (2020), sussistono applicazioni rilevanti nel settore agricolo e nel monitoraggio ambientale, che corrispondono temporalmente all’introduzione del grafene nei fertilizzanti e nei biocidi (argomento ampiamente trattato in vari post del presente sito web, nonché in un catalogo dei brevetti specializzati).
Si rimanda alla figura 7 per ulteriori dettagli.

In effetti, il notevole parallelismo tra le reti nel corpo umano e nelle piante non è casuale.
Secondo le parole di (Balghusoon, AO; Mahfoudh, S. 2020), l’IoNT in ambito biomedico e agricolo è costituito dagli stessi elementi, ovvero “nanodi, nanorouter, nano-interfaccia e gateway Internet“.
Al fine di approfondire ulteriormente la definizione di questi elementi, si rimanda all’elenco seguente :
I nanosensori rappresentano una classe di dispositivi elettronici di piccole dimensioni, caratterizzati da una struttura compatta e da un’elevata specializzazione funzionale.
Questi dispositivi sono definiti come “piccoli e semplici nanodispositivi che possono fungere da nanosensori o attuatori, dedicati alla rilevazione, misurazione, elaborazione e memorizzazione del segnale, con capacità limitate.
La loro posizione può essere fissa (ad esempio, attaccata, o dinamica, con capacità di mirare target specifici).I nanonodi possono essere equiparati ai punti quantici di grafene GQD, che si diffondono attraverso il corpo umano, il sistema nervoso e circolatorio tramite inoculazione, inalazione o contatto transdermico (Am huidasi, M.; Sheykhansari, S.; Nelson, BJ; Sitti, M., 2018).
I nanorouter. Secondo la definizione fornita, i nanorouter sono “nanocontrollori con una dimensione maggiore dei nanodi, la cui funzione è quella di raccogliere ed elaborare i dati ottenuti tramite i nanodi, occupandosi di inviare, ricevere e propagare le informazioni alla nano interfaccia del gateway.
Questi dispositivi sono in grado di controllare e coordinare il comportamento dei nanodi.I nanorouter o nanocontrollori possono essere paragonati ai nuotatori di grafene o ai nanonastri di grafene già rilevati nei pattern dei campioni di sangue osservati, a causa della loro dimensione superiore rispetto ai punti quantici di grafene GQD, che fungono da nanonodi.
Interfaccia Nano (Gateway-Gateway). L’interfaccia Nano è definita come “un dispositivo ibrido incaricato di catturare i segnali emessi dall’esterno e trasmetterli all’interno.
Utilizza la comunicazione di TB (Terahertz Band) per comunicare con il lato nano (all’interno del corpo umano o della pianta) ed il paradigma classico della comunicazione con il mondo esterno“.Pertanto, la sua funzione principale è quella di catturare i segnali dall’esterno per modulare il funzionamento dei nanorouter e dei nanodi all’interno del corpo umano.
Man mano che i nanonodi acquisiscono dati o informazioni, questi si propagano verso l’alto fino al nanorouter e infine alla nanointerfaccia gateway che li trasmette all’esterno.
Questo componente risulta fondamentale per la comunicazione bidirezionale.L’interfaccia nano gateway può essere paragonata alle nano-antenne di grafene frattale e ai nanonastri di grafene, in virtù delle loro peculiarità nella ricezione e nell’emissione di segnali nelle bande di Terahertz.
Tuttavia, è importante notare che qualsiasi altro componente potrebbe svolgere questa funzione, data la sua composizione di grafene su scala nanometrica, che include punti quantici di grafene o nanonastri, come verrà successivamente illustrato con le possibili topologie di rete.Il termine “gateway” si riferisce a un componente tecnologico che consente l’accesso a Internet.
Inoltre, al fine di raccogliere dati massicci (big data) in database di server remoti, è essenziale disporre di un gateway Internet.Secondo quanto affermato dagli autori, il gateway rappresenta “un dispositivo che controlla l’intero sistema da remoto attraverso Internet.
Il dispositivo è responsabile della raccolta dei dati dalle nano-reti e della loro trasmissione ai dispositivi di monitoraggio attraverso Internet.Questo elemento può essere un telefono cellulare o un’antenna per telefoni cellulari, in particolare il 5G, data la larghezza di banda necessaria per raccogliere l’ampiezza dei dati al secondo, che possono essere ottenuti da migliaia di persone inoculate con il composto.
In merito alla topologia delle reti WSN (Wireless Sensor Networks) in cui viene applicato l’IoNT, gli autori Balghusoon, AO; Mahfoudh, S. (2020) distinguono due tipi di architettura :
a) Architettura non gerarchica
b) Architettura gerarchica
Nell’architettura non gerarchica, i “nanodispositivi” sono identici in termini di caratteristiche e capacità, e possono essere tutti comparati o considerati equivalenti poiché le loro proprietà elettromagnetiche possono essere riconfigurate dal software.
Questo modello di topologia è altamente probabile, come evidenziato dalla presenza di grafene nei “vaccini” (Campra, P. 2021), dalle immagini al microscopio fornite, dalla caratterizzazione del grafene e dai test sui pattern osservati nei campioni di sangue, in particolare i punti quantici di grafene GQD.
Infatti, la ricerca di (Abadal, S.; Liaskos, C.; Tsioliaridou, A.; Ioannidis, S.; Pitsillides, A.; Solé-Pareta, J.; Cabellos-Aparicio, A. 2017), intitolata “Informatica e comunicazioni per il paradigma del metamateriale definito dal software : un’analisi del contesto“, descrive che “il grafene è intrinsecamente sintonizzabile, permettendo così di creare un SDM (metamateriale definito dal software) che consenta ai driver di modificare il bias elettrostatico applicato alle diverse aree del grafene foglio, mantenendo le loro caratteristiche fisiche (ottiche) e aggiungendo così una struttura logica“.
Questa affermazione è fondamentale per comprendere che il grafene può essere programmato e controllato come se fosse un software, come evidenziato in figura 8.

Come evidenziato in figura, questo modello può essere conformato “a scala micrometrica o nanometrica” utilizzando più strati di grafene, che svolgono le funzioni di sensore, attuatore, router e antenna di comunicazione.
Viene altresì delineata una caratterizzazione fisica che corrisponde alle gamme di lunghezze d’onda elettromagnetiche EM menzionate, in particolare 6 GHz, e la compatibilità con l’impiego di antenne operanti nella banda Terahertz (0,1-10 THz).
In questo stesso lavoro, quello di (Abadal, S. ; Liaskos, C. ; Tsioliaridou, A. ; Ioannidis, S. ; Pitsillides, A. ; Solé-Pareta, J. ; Cabellos-Aparicio, A. 2017), viene indicato che uno dei metodi più semplici per la modulazione e il controllo di tali metamateriali di grafene definiti dal software (SDM) è la codifica del tempo di ritardo on e off TS-OOK, che rappresenta la logica impulsi per la codifica binaria di 0 e 1.
Ad esempio, “uno 0 (1) logico è rappresentato rispettivamente dal silenzio (impulso breve) con un intervallo di trasmissione relativamente lungo“.
Questo approccio, oltre a semplificare il ricevitore, contribuisce a ridurre il rischio di collisioni.
Inoltre, tale approccio può essere opportunamente combinato con la codifica a basso peso e l’accesso multiplo a divisione di tasso per massimizzare l’efficienza.
Pertanto, il “TS-OOK” emerge come il metodo di attivazione appropriato per abilitare i meccanismi di richiesta-risposta/client-server in questo tipo di rete.
Analizzando invece l’articolo di (Abadal, S.; Liaskos, C.; Tsioliaridou, A.; Ioannidis, S.; Pitsillides, A.; Solé-Pareta, J.; Cabellos-Aparicio, A., 2017), emerge la risposta a uno dei fenomeni più strani che sono stati osservati nelle persone inoculate con il cosiddetto vaccino.
Tale fenomeno è noto come indirizzo MAC, che viene rilevato durante la ricerca di dispositivi collegati tramite Bluetooth.
Gli autori riconoscono implicitamente l’esistenza intrinseca del protocollo di controllo dell’accesso ai media, noto anche come MAC (Media Access Control), espresso nelle seguenti parole : “L’energy harvesting (la raccolta di energia) è un altro pilastro del nanogrid, in quanto può consentire il concetto di reti perpetue.
Il suo impatto sulla progettazione dello stack del protocollo di nanorete è stato oggetto di intense ricerche negli ultimi anni, coprendo aspetti quali la politica di consumo energetico o il protocollo MAC (Media Access Control) e valutando le prestazioni potenziali della rete.
La comunità dei metamateriali potrebbe trarre beneficio da questi contributi, poiché un traguardo significativo consiste nel rendere gli SDM (Soft Magnetic Materials) riconfigurabili senza compromettere la loro autonomia“.
Questo dimostra inequivocabilmente la fattibilità del fenomeno dell’indirizzo MAC localizzato tramite Bluetooth, come ampiamente confermato dalla ricerca di (Mohrehkesh, S.; Weigle, MC; Das, SK 2015) con il suo modello DRIH-MAC che è “un protocollo di controllo dell’accesso ai media che si adatta perfettamente all’ambiente elettromagnetico del grafene” e si basa “su sui seguenti principi : a) la comunicazione ha inizio attraverso il ricevitore con l’intento di massimizzare il consumo di energia ; b) lo schema distribuito per accedere al supporto è delineato in base alla colorazione del grafico (tecnica distribuita e predittiva) ; c) il lavoro di programmazione delle comunicazioni in coordinamento con il processo di raccolta di energia“.
Per ulteriori approfondimenti, gli autori fanno riferimento nelle loro conclusioni alla valutazione del protocollo DRIH-MAC rispetto al MAC “nel contesto di un’applicazione di monitoraggio medico.
I risultati della simulazione hanno mostrato che DRIH-MAC utilizza meglio l’energia.In futuro, si prevede di studiare l’impiego di DRIH-MAC in altre applicazioni, quali l’Internet of Nano-Things o una rete di nano-robot.
Si evidenzia che il modello di traffico e i requisiti dell’applicazione differiscono in tali contesti, caratterizzati dall’impiego di nanoreti.
Una possibile soluzione potrebbe essere rappresentata da un design ibrido di topologie centralizzate e distribuite per soddisfare le esigenze di tali reti“.
Questi risultati confermano pienamente l’applicazione del MAC, il suo utilizzo nei nanomateriali di grafene definiti dal software (SDM) e l’esistenza del pacchetto e protocollo dati, come mostrato nelle Figure 9 e 10.


Tra le conclusioni quantitative, il metodo DRIH-MAC presenta un miglioramento del consumo energetico del 50% rispetto al tipico protocollo MAC, essenziale nelle nanogrid, per i suoi limiti legati alla scala e all’ambiente applicativo.
Ulteriori conferme di tale assunto sono rinvenibili nei lavori di (Ghafoor, S.; Boujnah, N.; Rehmani, MH; Davy, A. 2020) sulla “nanocomunicazione in Terahertz” e (Mohrehkesh, S.; Weigle, MC 2014) sulla “ottimizzazione del consumo energetico nei nanofili in banda Terahertz” e l’articolo di (Jornet, JM; Akyildiz, IF 2012) sulla “analisi della comunicazione e raccolta di energia congiunta per reti di nanosensori wireless perpetue nella banda Terahertz.
Quest’ultimo particolarmente rilevante perché coincide in tutti i casi con la già citata banda Terahertz di (0.1-10 THz) e per l’innalzamento del target energetico virtualmente infinito per i componenti del “rete wireless nanosensori (WNSN) nel contesto biomedico di somministrazione dei farmaci intracorporea oppure reti di sorveglianza per la prevenzione di attacchi chimici“.
Ritornando all’architettura non gerarchica, è fondamentale menzionare le opere di (Liaskos, C,. Tsioliaridou, A.; Ioannidis, S.; Kantartzis, N.; Pitsillides, A. 2016 | Tsioliaridou, A.; Liaskos, C.; Pachis, L.; Ioannidis, S.; Pitsillides, A. 2016) menzionano direttamente o indirettamente le specifiche dello strato fisico delle antenne di grafene, necessarie per il controllo dei nanodi e lo strato MAC con cui identificare gli header e i pacchetti di dati che vengono utilizzati.
La trasmissione dei dati avviene tramite rete, utilizzando il protocollo di segnale base TS-OOK per la trasmissione e la ricezione delle informazioni, che coincide con tutte le caratterizzazioni già descritte.
Nell’ambito dell’architettura gerarchica, si osserva l’esistenza di una rete a tre livelli costituita da nannodi o nanosensori al livello più basso, nanorouter al secondo livello e l’interfaccia nano gateway, già descritta in precedenza (vedi figura 11).

Dalle topologie delle nano-reti per l’IoNT emerge con elevata probabilità che i pattern di grafene rilevati nei campioni di sangue degli individui vaccinati rispondono a una struttura gerarchica, non gerarchica o ad entrambe contemporaneamente.
Tuttavia, in assenza di ulteriori analisi e raccolta di prove, è arduo fornire una risposta definitiva.
È evidente, tuttavia, che il grafene inoculato nei “vaccini” può svolgere le funzioni qui descritte e, in effetti, sviluppare un livello MAC che è evidente nella ricerca di dispositivi Bluetooth, a causa delle peculiarità e caratteristiche del protocollo.
Schemi di routing per WNSN
Uno degli aspetti più rilevanti emersi dalla revisione del protocollo di (Balghusoon, AO; Mahfoudh, S. 2020) e dai lavori di (Rikhtegar, N. ; Javidan, R. ; Keshtgari, M. 2017 | Lee, SJ; Jung, C. ; Choi, K. ; Kim, S. 2015) riguardano gli schemi di routing per le reti wireless di nanosensori WSN.
In considerazione della presenza di punti quantici di grafene GQD nei campioni di sangue esaminati, si può dedurre che la loro posizione nel sistema circolatorio umano è difficilmente determinabile, in quanto dinamica, variabile e dipendente dal flusso sanguigno e dal movimento corporeo.
Questo problema richiede che questi semplici nanosensori/nanodi siano in grado di trasmettere e ricevere informazioni dai nanorouter/nanocontrollori più vicini o in prossimità (data la loro limitazione di portata precedentemente menzionata), al fine di ottimizzare l’energia necessaria per il traffico dati e la propagazione del segnale.
Questo aspetto assume particolare rilevanza nelle topologie gerarchiche, come evidenziato nella seguente figura 12.

Il modello di routing selezionato garantisce la consegna dei pacchetti di dati alla nano-interfaccia gateway, che ha la responsabilità di trasmettere o ripetere le informazioni al di fuori del corpo.
Nella sua intestazione, la nano-interfaccia include l’identificazione MAC, necessaria per distinguere l’origine dei dati.
Trasmissione di informazioni con impulsi TS-OOK
La trasmissione di dati/informazioni dai nanosensori, così come la ricezione esterna delle istruzioni di modulazione/gestione/programmazione del nanoregrid, opera con protocolli ad impulsi brevi denominati TS-OOK, cioè “time spread on-off coding” (codifica di attivazione e disattivazione della propagazione del tempo) (Jornet, JM; Akyildiz, IF 2011).
Questa affermazione trova conferma nell’osservazione che le nano-antenne a base di grafene sono in grado di irradiare tali impulsi a una frequenza di TB (Terahertz Band).
Inoltre, le nanoantenne favoriscono la comunicazione tra i nanodispositivi a velocità elevate, garantendo al contempo un’elevata velocità di trasmissione e riducendo il rischio di collisioni, come confermato anche nell’articolo principale di (Wang, P. ; Jornet, JM ; Malik, MA ; Akkari, N. ; Akyildiz, IF 2013).
La codifica TS-OOK è caratterizzata da una notevole semplicità, in quanto si basa su valori binari, dove uno 0 rappresenta un silenzio o un’omissione e un 1 rappresenta un impulso veloce, come illustrato nella figura 13.

Il sistema in esame presenta il vantaggio di essere compatibile con la maggior parte dei protocolli di routing disponibili, compreso quello relativo al WNSN dell’IoNT, come si può verificare ad esempio negli studi di (Lee, SJ; Jung, C.; Choi, K.; Kim, S., 2015), (Rikhtegar, N.; Javidan, R.; Keshtgari, M., 2017), (Neupane, SR 2014).
Inoltre, presenta dei punti a favore in termini di recupero e interpretazione del segnale privo di rumore o interruzioni, grazie alla sua operatività semplice.
Conoscendo queste caratteristiche, si potrebbe dedurre che l’identificazione delle emissioni di tipo TS-OOK non sarebbe complessa utilizzando gli strumenti di misura disponibili, quali contatori elettromagnetici e persino contatori Geiger.
Questo esempio illustra tale situazione.
Video 1 : Cile. Valparaíso. 17/09/2021 – ore 20:39.
Video 2 : Chile. Valparaíso. 20/09/2021 – ore 17:44.
L’analisi dei video 1 e 2 rivela le misurazioni effettuate dal contatore Geiger “CD V-700” nella regione di Valparaíso, in Cile.
Tali misurazioni evidenziano brevi impulsi di radiazione che sembrano poter essere confrontati con il tipo di segnale TS-OOK campionato dalla Figura 13.
Gli impulsi e i silenzi possono essere interpretati come codificatori di un messaggio o come induttori di attivazione (programmazione, gestione, configurazione) dei nanosensori di grafene, attraverso le topologie e le architetture già descritte.
È opportuno sottolineare che la regione di Valparaíso potrebbe aver iniziato a utilizzare la tecnologia 5G per la connessione a Internet mobile ad alta velocità, come riportato da Radio Valparaíso.
Questi tipi di impulsi, sebbene con maggiore frequenza e velocità, sono stati rilevati anche in Spagna, come precedentemente documentato nel post che ha segnalato la presenza di radiazioni ionizzanti emesse dalle antenne 5G, misurate mediante un contatore Geiger “Frieseke Hoepfner FH-40H“.
Riflessioni finali
In linea con quanto emerso, le reti di nanocomunicazione wireless si rivelano fondamentali per il funzionamento dell’ecosistema di sensori a base di grafene nel contesto corporeo umano, al fine di modulare e trasferire dati e informazioni.
I punti quantici di grafene GQD, le nano-antenne frattali di grafene e i nuotatori o nanonastri di grafene, osservati in campioni di sangue di individui vaccinati, sono denominati nella literatura scientifica come nanonodi, nanosensori, nanocontrollori, nanorouter e interfacce nano gateway.
La presenza di nanofili a base di grafene nelle persone inoculate con i “vaccini” è stata verificata.
È stato anche dimostrato che i componenti della nanorete stanno già comunicando attraverso l’effetto di propagazione del segnale, utilizzando il metodo di comunicazione nanoelettromagnetico, sebbene non si possa escludere completamente che venga utilizzata la nanocomunicazione molecolare, anche ai fini della neuromodulazione optogenetica, secondo la literatura scientifica consultata.
Nel contesto della comunicazione nanoelettromagnetica, la banda Terahertz appropriata è compresa tra (0,1 ─ 10,0 THz).
Per attraversare la barriera cutanea umana, viene definito un intervallo di (0,1 ─ 4 THz).
Per la propagazione del segnale attraverso il sangue e i gas presenti nei polmoni, l’intervallo utilizzato è compreso tra (0,01 ─ 0,96 THz).
Questo intervallo di frequenze garantisce che i segnali trasmessi dall’esterno, come le antenne delle reti telefoniche 5G e dei dispositivi mobili, possano interagire con le nanoreti presenti nel corpo umano, a seguito di inoculazione con i “vaccini“.
È stato altresì dimostrato che i componenti della nanorete possono essere programmati, non solo in base alle caratteristiche fisiche e alla distribuzione funzionale degli strati in punti quantici di grafene GQD o simili, ma anche per la capacità di ricevere e trasmettere segnali TS-OOK con i quali codificare pacchetti dati e header con codici binari 0 e 1, secondo i protocolli di comunicazione dell’IEEE (Institute of Electrical and Electronic Engineers).
Le proprietà elettro-ottico-magnetiche del grafene permettono la creazione di semplici programmi per computer per il suo funzionamento e le sue funzionalità nel corpo umano.
Le applicazioni più probabili di tali programmi, nel contesto in esame, includono la somministrazione di farmaci (ampiamente citati in tutti gli articoli consultati) e la neuromodulazione, con la possibilità di superare la barriera ematoencefalica e depositare nanodi di grafene nel tessuto neuronale.
Non si può escludere la possibilità di interferire dall’esterno con il funzionamento dei muscoli, come il cuore, il che potrebbe spiegare i sintomi di aritmie, infiammazioni e attacchi cardiaci.
Tuttavia, tale ipotesi rimane ancora da confermare attraverso ulteriori analisi.
È stato dimostrato che le nanostrutture di punti quantici di grafene e altri derivati possono essere impiegate per una vasta gamma di scopi ed applicazioni, tra cui il monitoraggio del corpo umano e dei suoi principali organi, con tutte le implicazioni che ciò comporta, soprattutto l’attività neuronale e il sistema nervoso centrale.
A tal fine, la comunicazione molecolare è considerata la più adeguata, in virtù della sua capacità di misurare la carica degli elettroni nei neurotrasmettitori, permettendo così di determinare aspetti rilevanti come la sensazione di dolore, felicità, ricompensa, condizionamento, stimoli, apprendimento e dipendenza.
Sono stati altresì individuati riferimenti diretti all’impiego di tali tecnologie nel monitoraggio delle piante, delle coltivazioni e, in generale, del settore agricolo, confermando l’ipotesi dell’introduzione del grafene nelle piante attraverso fertilizzanti e prodotti fitosanitari, come già riportato in questa sede.
È stato dimostrato che le nano-reti inoculate attraverso i “vaccini” sono composte da nanodi che operano in modalità topologica gerarchica (nel qual caso i punti quantici di grafene e altri elementi trovati trasmettono informazioni dal basso verso l’alto ai nanorouter o ai nanocontrollori).
Per astrarre il concetto, le persone inoculate con il cosiddetto “vaccino” avrebbero già installato l’hardware necessario per il loro controllo remoto e wireless senza saperlo, venendo identificate con un indirizzo MAC, che consente di differenziare la trasmissione dei dati da alcuni individui ad altri.
Il protocollo TS-OOK può trasmettere le intestazioni dei pacchetti di dati in modo simile a come lo farebbe il modello di comunicazione client/server su Internet.
I dati inviati con l’identificatore MAC di ogni persona vengono presumibilmente ricevuti dal proprio telefono cellulare e inviati tramite Internet a un server con un database di grandi dimensioni, al fine di garantire la gestione e l’amministrazione mediante tecniche di Big Data e Intelligenza Artificiale.
Gli impulsi captati da alcuni dispositivi di misurazione Geiger potrebbero assomigliare ai segnali TS-OOK, con i quali si potrebbero trasmettere le operazioni di attivazione e programmazione delle nanostrutture dei dispositivi di grafene inoculato.
Nonostante la mancanza di mezzi e specialisti per la sua analisi, tale fenomeno offre un punto di partenza per l’osservazione dei segnali e la loro decodifica, che potrebbe fornire ulteriori prove dell’effettiva presenza invasiva di biosensori, nanonodi e nanotecnologia del grafene, con l’obiettivo di controllare la popolazione tramite neuromodulazione.
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