Settembre 22, 2024 La Medicina dell’Anima
Nelle notti stellate risuona ancora la sua voce che narra storie che nessuno ha mai conosciuto.
Ricordi di bambina. Una affascinante artista

Senza dubbio, lei avrebbe potuto interpretare perfettamente il ruolo di una Sheherazade segnata dal tempo.
Aveva l’abilità straordinaria di riuscire a suscitare emozioni nei fanciulli che, nelle serate d’estate sotto le stelle, si radunavano negli spazi davanti alla sua casa, illuminati esclusivamente dal fuoco acceso proprio in quel luogo.
Un’immagine è rimasta impressa nei miei ricordi di bambina come una fotografia.
Ci trovavamo seduti su un piccolo muro che ci sembrava così alto solo perché i piedi non toccavano terra, bambini e bambine ansiosi di ascoltare storie fantastiche, quando la realtà della vita era ancora molto distante dal vivere quotidiano.
Alle sue spalle, come il fondale di un teatro, c’era un pozzo, e sullo sfondo, in mezzo alle montagne, si scorgeva il torrente Savara che, durante le notti più limpide, rifletteva la luce della luna.
Come luci del palcoscenico, vi erano le stelle e il fuoco che ardeva.
Partecipava alla fiaba mimando le reazioni dei personaggi principali con le mani e con le espressioni del viso.
A volte si alzava in piedi e mimava i movimenti, quasi fosse un’attrice che si esibisce davanti a un pubblico attento.
Era ricco il repertorio delle favole dei fratelli Grimm, che abilmente modificava in modo tale da farle apparire sempre nuove.
Talvolta l’atmosfera si colorava di grigio e i personaggi si trasformavano in lupi mannari e vampiri.
Biancaneve era una delle fiabe più affascinanti.
Era molto brava a raccontarla, specialmente quando impersonava la regina che comunicava con lo specchio o quando, camuffata da vecchietta, porgeva la mela avvelenata.
Ricordo che in quell’istante i suoi occhi si infiammavano e tutti i bambini si spaventavano, io per prima.
Mentre aspettavo il momento clou, coprivo con le mani i miei occhi, pur tenendo le dita dischiuse perché, spinta dalla curiosità, volevo vedere la scena.
Mi ricordo di aver sentito decine di volte questa fiaba e, ogni volta che la ascoltavo, lei la raccontava in modo completamente diverso.
Riusciva a trasformare le vicende in modo tale che i protagonisti si scambiassero i ruoli e la Regina non fosse sempre cattiva.
Qualche volta il cattivo era Biancaneve o il Principe Azzurro.
Adesso sono seduta sul muretto e appoggio bene i piedi a terra.
Il pozzo c’è sempre, e in lontananza, in mezzo alle colline, scorre sempre la Savara. Ma non c’è più il fuoco, non ci sono più i bambini che si coprono gli occhi dalla paura… e, soprattutto, non c’è più lei.
Anche se, nelle notti stellate, risuona ancora la sua voce che mi racconta storie che nessuno ha mai conosciuto.