Giugno 12, 2004 Memorie dal sottoscala
Riflessioni (Maggio 2004)
Tutto tranquillo.
C’è stata un po’ di agitazione questa mattina, ma è rientrata in fretta.
A volte, però, mi rendo conto di quello che è successo e di cui mi sto rendendo conto poco a poco.
Perché ha voluto esprimersi in questo modo ?
Boh, vorrei capirlo per poter essere più serena e per poter arrivare a comprendere fino in fondo.
Ora sento un po’ di malinconia, ma è subito lenita dalla musica.
È l’unica terapia per bloccarla.
Avere sensazioni belle, fantasticare con la mente ed avere sbalzi d’umore, euforia improvvisa.
“Morning star”
“I got something on my mind
Makes me sad and makes me cry
Veronica wanna liveWho’s to say she’ got no rights,
Even not a right to life
don’t know why it’s leave you cold
don’t know how to make it show
Veronica wanna liveGot to give her skin away
for coats they wear on summer days
Veronica wanna live.Through her eyes I looked inside her heart
She can feel like me and you
Go and try to look inside her heart
You can’t find your own mistake
Veronica wanna live”
Ora sono un po’ commossa, ma è meglio pensare al lavoro.
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Finalmente una bella giornata dopo tre giorni di black out totale.
Ed è spuntato pure un timido sole.
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Ho bisogno di tranquillità.
Di pace interiore.
Soprattutto interiore.
Ogni volta che succede qualcosa, anche solo sentire una voce più alta del normale, mi crea tensione e ansia.
Oggi pomeriggio, per esempio, ho fatto la manicure.
Certo, non è ancora come vorrei.
Solo un filo di smalto trasparente.
Ho usato un po’ di pinzette per pulire le dita.
Ho impiegato parecchia pazienza.
Ma ora sono contenta.
Mi piacciono le mie piccole mani.
Ma questa è solo una goccia in un oceano.
Ma prima di tutto, cerco la pace interiore.
Finché non l’avrò, sarà difficile andare avanti.
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Stasera ho freddo.
In realtà, fa davvero freddo.
Questa sensazione mi capita spesso ultimamente.
A volte vorrei piangere.
Vorrei poter piangere, vorrei che le lacrime mi liberassero da tutte le sofferenze passate e presenti.
Per sfogarmi, per tirare fuori le preoccupazioni che ho.
Ma non ci riesco.
Allora subentra la malinconia e la tristezza.
E siamo sempre lì.
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Il mio Leo è venuto a fare ronron.
I micetti capiscono tutto.sono sensibilissimi,forse più di noi.
La loro compagnia, la loro tenerezza, le loro coccole sono meravigliose.
Li sento sempre vicini a me, sono come dei miei bambini.
Fra un po’ miagolerò anch’io.
O meglio, io con loro parlo miagolando.
Adesso andiamo a dormire.
È tardi.
