Maggio 9, 2012 Riflessioni di una eretica
Riflessioni di oggi

Con gli anni (e soprattutto con la mia esperienza personale) sono arrivata alla seguente conclusione : chi ritiene fondamentale un cambiamento radicale della società non fa altro che trasferire sul piano collettivo le problematiche che non è riuscito a risolvere a livello personale.
Un esempio classico è quello di Tizio (Caio, o Sempronio) che non è riuscito a ottenere, in termini di benessere economico/considerazione sociale (o qualsiasi altra motivazione), quello che ritiene sarebbe suo diritto ; allora immagina una nuova società più giusta, più equa e soprattutto più solidale, nella quale pensa che le sue legittime aspirazioni verrebbero finalmente soddisfatte.
Il “vantaggio” di spostare le proprie rivendicazioni dal piano individuale a quello politico-sociale è di tipo esclusivamente psicologico : così facendo, si trasforma il dolore interiore derivante dalla sensazione di fallimento personale in un senso di gratificazione derivante dal sentirsi moralmente migliori di coloro che, nella maggior parte dei casi solo apparentemente, sono concentrati solo nella cura del proprio particolare.
Sul piano pratico, invece, per cambiare concretamente la propria situazione (e migliorare il mondo intorno a noi) sarebbe più utile raddoppiare gli sforzi per prendersi cura del proprio orticello personale anziché aspirare a cambiare il mondo.
Infatti, e non purtroppo, i modelli di società in cui questo sistema è diffuso presentano una minore disparità fra classi sociali, un’etica sociale superiore e un’integrazione migliore tra le diverse etnie.
Ecco perché Germania, Svizzera, Olanda e Norvegia (rimanendo in ambito esclusivamente europeo) sono (e saranno sempre) anni luce avanti a noi.