Marzo 10, 2013 Riflessioni di una eretica
Riflessioni sull’amicizia
Secondo la definizione che ne danno i dizionari, l’amicizia è un reciproco affetto tra due o più persone, generato da affinità spirituali e stima reciproca.
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Quindi l’amicizia esclude l’ipocrisia e anche il fatto che, se tale sentimento è provato da una sola delle persone coinvolte, non si può più definire amicizia, in quanto non ha le basi per poter crescere.
Perché l’amicizia possa crescere, dopo essere nata, è necessaria la perseveranza: è come un fiore che va curato con amore e dedizione, senza secondi fini.
Chi non crede nell’amicizia o chi parla male degli altri alle spalle (amici o conoscenti) è una persona arida che potrà esprimere solo sentimenti d’odio, di rancore, di esaltazione personale, di egocentrismo e di amore verso se stessa, nella indifferenza più o meno marcata degli altri.
È il sole della vita e, come non si può vivere senza sole, così non si può vivere senza amici.
A volte può capitare che il sole sia oscurato da qualche nube, ma si sa che prima o poi quella nube il sole tornerà a splendere, magari con nuovi amici e magari, stavolta, veri.
Nel cementare un’amicizia, sono le parole, e non i fatti, a essere molto importanti, quelle parole che sanno penetrare nell’altro e rimanervi perché sincere e pure, e che nascono nell’intimità del nostro cuore, della nostra mente, dei nostri sentimenti.
Le parole sanno dare conforto, sanno arrivare al cuore e penetrare nel profondo dell’anima, avvolgendo come un velo protettivo e liberandosi poi nelle pieghe più intime del proprio io fino a commuovere.
Ma le parole possono anche essere traditrici, colpire alle spalle, ferire nel peggiore dei modi, deludere profondamente, più di ogni altra cosa.
La coscienza ne viene modificata, fino a ritrarsi, a volte, come in un guscio, fino a chiudersi come un riccio, i cui aculei servono da protezione contro le ferite e i tradimenti.
Quante belle parole vengono pronunciate e sentite, ma non così profondamente da non consentire di pugnalare alle spalle alla prima occasione, per invidia, gelosia o a causa delle cattive voci e delle malignità (calunnie) che, più o meno consapevolmente e spesso con cattiveria, vengono messe in giro.
Dove finiscono la fiducia, l’onestà, la comprensione, il rispetto per gli altri, il confronto e la partecipazione affettiva ?
È proprio questo che fa la differenza tra l’amicizia e la conoscenza, tra l’amicizia e l’indifferenza, tra chi concepisce l’amicizia come un sentimento puro e chi invece la usa, la maltratta, la tradisce o ne fa uno strumento per i propri scopi personali.
Tutto quanto detto vale ovviamente anche nel campo delle conoscenze, perché la dignità personale non fa distinzioni tra amici e conoscenti.