Maggio 15, 2005 Memorie dal sottoscala
Self-acceptance
L’accettazione di sé stesse e la padronanza dei propri sentimenti sono la cosa più importante.
Se non si ha sin dall’inizio uno stato d’animo adeguato e si hanno problemi con la propria sfera intima, si rischia sicuramente di imbattersi in grossi problemi.
La stima di sé è uno degli aspetti più controversi e difficili.
È vero che prima di tutto dobbiamo imparare ad amarci per come siamo, ma prima o poi dovremo comunque chiederci una serie di domande a cui solo noi stesse possiamo rispondere.
Perché ho aspettato così a lungo ?
Come posso uscire in modo indolore dalla mia vita passata ?
Sarò realmente più felice in futuro ?
Sono questioni davvero delicate.
Sono temi molto difficili, quasi insormontabili, con cui dobbiamo fare i conti prima o poi.
Dobbiamo inoltre considerare un altro punto.
La difficoltà di essere accettati dalla società.
Possiamo improvvisamente essere ignorate, discriminate, persino odiate dalle persone che fino a poco tempo prima ci ammiravano.
Tutto questo ha un impatto devastante sulla nostra autostima.
Possiamo ottenere tutto questo solo noi.
Magari con l’aiuto di persone che ci vogliono davvero bene e che possiedono la sensibilità giusta per comprendere il tormento che abbiamo vissuto in passato.
La chiave, però, è solo ed esclusivamente dentro di noi.
Non importa essere attraenti, molto carine ed essere completamente integrate nella società, se non ci si accetta per quello che si è.
Anche perché, per il resto della nostra vita, indipendentemente dal look, dall’intervento di SRS, dal numero di interventi di FFS o dagli ormoni, dovremo fare i conti con la nostra identità di TS.
Personalmente, ritengo che l’efficacia di questi pensieri sia fondamentale per la nostra accettazione.
Questa “auto-efficacia” consiste semplicemente nel sapere chi siamo realmente e, di conseguenza, nel saper lavorare insieme agli altri e vivere insieme agli altri.
Sicuramente il nostro aspetto esteriore è un aspetto fondamentale in questo cammino, una parte fondamentale della nostra esperienza di vita.
Non è la società che per prima deve accettarci.
È la nostra apertura al mondo esterno che deve aiutarci a sviluppare la nostra autostima.
Le persone che non “passano” hanno una bassissima stima di sé e, per ottenerla, tendono a frequentare esclusivamente un ristretto gruppo di persone simili a loro, ad andare in discoteche, bar e locali frequentati esclusivamente da persone che ammirano il genere, dove si sentiranno protette e ammirate nel loro piccolo guscio.
Altre avranno un sentimento di chiusura totale nei confronti del mondo esterno, bloccando sul nascere ogni tipo di discussione sulla non-passabilità e cercando a tutti i costi di litigare con il mondo intero, arrivando perfino a urlare contro qualcuno in un locale pubblico e discriminando chiunque non la pensi come loro.
Altre invece cercheranno conforto politicizzando la questione, cercando l’appoggio di formazioni estremiste di protesta che raccolgono esclusivamente i consensi di coloro che sono perennemente “incazzati” con il mondo intero e che trovano terreno fertile in persone profondamente infelici e insoddisfatte della propria realtà quotidiana.
Conosco molte Tgirl e purtroppo la maggior parte è sempre arrabbiata con il mondo intero.
Perché alla fine non si accetta per quello che è.
Il problema è che l’accettazione di noi stesse può arrivare solo ascoltando la voce che proviene dal nostro cuore.
Sono risposte che devono arrivare solo dal nostro intimo.
Se non riusciamo a dare determinate risposte o continuiamo a rinviarle, la ferita dentro di noi si allargherà sempre di più.
Non possiamo nasconderci.
Non possiamo evitare di rispondere alle domande sulla nostra vita privata, perché quello che facciamo sarà un giorno visibile a tutti ; è una cosa diversa rispetto, per esempio, a quanto accade a una persona gay o lesbica che può semplicemente evitare di rispondere a ogni domanda riguardante la sua vita privata e che quindi non avrà grandi problemi nella vita di tutti i giorni.
Il nostro è un vero e proprio coming-out che deve essere preparato in modo molto graduale e paziente.
Ma la cosa più importante è l’autaccettazione.
È la cosa più importante.
Noi transizioniamo per essere più felici.
Ci sono però cose che sicuramente non miglioreranno.
Perché si creeranno molti nuovi problemi.
Prima di tutto, ci saranno sempre enormi sacrifici personali.
Ci saranno momenti meravigliosi e di grande felicità, ma anche molti momenti di inadeguatezza al nuovo ruolo.
Ma alla fine, dobbiamo sentirci felici e orgogliose del nostro nuovo status.
Non sarà mai facile.
E i problemi non finiranno mai.
Ma se si riesce ad accettare noi stesse, siamo sulla strada giusta.