Marzo 13, 2005 Memorie dal sottoscala
Sfogo
Sinceramente, il vaso è colmo.
E siccome mi sento direttamente coinvolta, ho deciso di schierarmi.
Una posizione netta e indiscutibile.
Nel giorno più importante della mia vita.
Dopo il via libero incondizionato di circa un paio di settimane fa, domani inizia ufficialmente il percorso della transizione.
Proprio per questo motivo, ho deciso di distaccarmi totalmente (virtualmente, ma soprattutto dal vivo) da tutte le comunità italiane che si occupano di questa tematica.
Le motivazioni sono diverse.
Mancanza di dialogo e confronto.
Rarissime persone equilibrate, che non siano mentalmente labili, che sappiano mettere in ordine più di tre parole senza cadere nella retorica e nei luoghi comuni.
Ma, soprattutto, mancanza di sensibilità.
Vedo odio, cattiveria e disprezzo verso gli altri.
Voglia di litigare, di insultare.
Sentimenti ben poco femminili.
Anzi, sentimenti ben poco umani.
Una famosa locuzione direbbe che sono bestie, ma gli animali non portano mai l’odio dentro di sé.
Purtroppo, l’uomo spesso sì.
E non provate a dirmi che questi requisiti sono necessari per poter sopravvivere, che il mondo ce l’ha con noi, che è colpa della società o della politica.
Sono scuse.
Sono solo scuse.
Non è affatto vero : il vero nemico è dentro di voi.
Un tarlo che vi rode dentro giorno dopo giorno, che vi fa male.
Si chiama invidia.
È sempre unita alla cattiveria.
Chi è discriminato discrimina a sua volta.
È verissimo.
Ecco, questo è il punto.
Questi sentimenti dentro di me non sono mai esistiti, non esistono tuttora e non esisteranno mai.
Trovo molto fastidioso avere a che fare con persone che portano dentro di sé questo germe.
Perciò posso fare a meno di frequentarvi.
Sia virtualmente, sia dal vivo.
Immagino già i commenti : “Chi se ne frega“.
La stessa cosa vale per me, ovviamente.
Per quanto mi riguarda, grandissima delusione dall’ambiente T* italiano.
Non me l’aspettavo proprio.
Ora ho capito il perché della sparizione della maggior parte di chi si affaccia per scrivere qualcosa o anche solo per partecipare.
O anche perché, non appena hanno terminato il loro cammino, moltissime spariscono senza lasciare alcuna traccia di sé e del loro passato.
Io sono una persona normale che vuole vivere una vita normale (ci sarebbe molto da dire sul concetto di normalità).
Non mi sento rifiutata dalla società (qui forse sbaglio, infatti mi avvertono sempre dei rischi che potrò avere in molti ambienti, specie nei prossimi mesi), non ho avuto episodi di intolleranza nei miei 9 mesi di test di vita reale (quindi in posti normali, non friendly, vedo ora 9 mesi, come fosse una gestazione della Veronica che sta nascendo).
Mi sono sempre trovata bene a contatto con la gente (indubbiamente meglio che nella mia identità originaria, o almeno così mi sembra, non lo so con certezza).
Ho molti problemi e sento la mancanza di rapporti sociali veri, non basati sull’interesse.
Sono una persona che può dare molto in termini di affetto, di aiuto e di solidarietà disinteressata agli altri.
E che quindi non vuole avere a che fare con “certa” gente.