Febbraio 21, 2023 Erotismo d’autore
Gli rivelo maliziosamente che il mio nome è Sirenetta.
Sirenetta

In ginocchio, tengo le gambe unite.
Ho il sedere appoggiato sui talloni e le labbra socchiuse, pronte a ricevere ciò che ormai lui non riesce più a tenere dentro i pantaloni.
Lo prendo in mano e lo stringo a me con delicatezza.
I ricordi, i sogni, i fantasmi del passato, tutti i problemi del presente… scompaiono.
Divento una creatura di pura sensazione, di puro desiderio.
Divento me stessa.
“Rilassati“, gli dico senza parlare, semplicemente guardandolo negli occhi, “hai solo bisogno di provare piacere“.
È già in erezione quando inizio a leccarlo.
Voglio lubrificarlo bene prima di avvolgerlo con le mie labbra, lentamente, facendolo entrare dolcemente e continuando a bagnarlo di saliva, stimolandolo con la punta della lingua senza mai staccare gli occhi dai suoi, desiderosi di piacere.
È così che il calore della mia bocca si impossessa del suo pene.
Lo prendo tutto in gola.
È turgido e sento che spinge contro la mia bocca.
Non riesco nemmeno a respirare, ma non importa : mi piace così.
E quando mi ritiro, un sottile rivolo di saliva rimane sospeso, unendo le mie labbra alla punta del glande.
Poi lo avvolgo nella mano e lo massaggio con le dita rese scivolose dalla saliva, seguendo il ritmo delle sue natiche che, come per penetrare nel vuoto, spinge verso di me.
Con l’altra mano gli stringo delicatamente i testicoli, procurandogli un morbido dolore misto a piacere.
Quando mi afferra la testa per attirarla verso di sé, mi rendo conto che la sua mano non basta più, così gli riprendo in bocca il pene, facendogli scorrere le labbra lungo tutta la lunghezza dell’asta, succhiandolo.
Basta qualche altra pompata decisa per portarlo a un passo dal piacere.
È la pressione dei suoi fianchi che aumenta sempre di più a indicarmi che sta per venire.
Prova a trattenersi, ma non ci riesce…
Percepisco l’eiaculazione un attimo prima che arrivi.
Emette un gemito, come per avvertirmi, ma io lo so già.
La sua testa viene spinta indietro da una forza invisibile ed è allora che lo succhio ancora più forte, avidamente, e il suo gemito si trasforma in un rantolo violento mentre il mio palato viene inondato dai flussi caldi del suo orgasmo.
E anche quando è tutto finito, lo trattengo in bocca ancora per un po’, insieme al suo seme, prima di ingoiare.
Alzo lo sguardo e con un sorriso gli faccio capire che anche a me è piaciuto molto.
Tutto è avvenuto senza parole.
In fondo, in certi momenti, le parole non servono a molto.
Finché lui non rompe il silenzio.
Chinandosi dolcemente verso di me, dice : “Non so nemmeno come ti chiami…” e io, passandomi il pollice sulle labbra per togliere anche l’ultimo residuo, penso che anche questa volta dovrò inventarmi un nome, per soddisfare non solo certe voglie, ma anche la curiosità.
E, ricordandomi di ciò che mi era stato detto quando mi era stato predetto che con la mia bocca avrei potuto far impazzire qualsiasi uomo, gli rivelo maliziosamente che il mio nome è Sirenetta.