Giugno 25, 2010 EcoAnemia
Spunti di discussione
[…]Ho notato che ultimamente tu hai chiesto su Wallstreet idee e suggerimenti per il nuovo blog.[…]
[…]Mi limito solo a porti qualche domanda, perché ci sono stati cambiamenti, negli ultimi mesi, che mi pare non siano solo in funzione dello spostamento del blog, o dell’aver mollato chi veniva solo per guardonismo, o per scroccare .Tu in una delle ultime mail mi hai scritto che vorresti fare di Wallstreet un blog di qualità […]
[…]OK, però noto alcuni grossi cambiamenti nel tuo approccio degli ultimi mesi.
Vedo che ormai Wallstreet tende a diventare un blog di pura analisi finanziaria, con post, articoli, grafici dedicati al 100% (o quasi) al trading finanziario.
E’ vero che tu traslocando hai recuperato ed inserito i post e gli articoli più importanti del passato, su temi quali il Global Warming, le manipolazioni mediatiche, la disinformazione su argomenti scientifici, lo so, l’ho visto, però è anche vero che ormai sia tu che chi interviene in Wallstreet (sarà anche a causa del nome ?), parla solo ed esclusivamente di analisi finanziaria, tra l’altro molto specialistica, anche perché ogni giorno ci sono solo grafici.
E allora ti chiedo: ma tu adesso vuoi parlare solo di analisi finanziaria e trading ?
Non è troppo limitativo […]
Questa è una parte di una interessantissima email, a cui naturalmente risponderò in forma dettagliata in privato.
Ma vista l’importanza dei temi trattati, e le domande che mi sono state poste, credo sia doverosa una spiegazione pubblica a quello che è successo negli ultimi mesi ed alle motivazioni di alcune delle mie scelte.
Come al solito, spiegherò le cose esattamente come stanno e come si sono evolute nel corso dei tempi.
Naturalmente, al solito ogni intervento è gradito.
Quando circa un mese fa ho deciso di traslocare il dominio dal derelitto Splinder (piattaforma obsoleta e soprattutto non di proprietà, il che significa che il materiale presente sul blog poteva essere cancellato da un giorno all’altro senza alcun preavviso) al più moderno e soprattutto agile WordPress 3.0, con annesso un dominio personale (o forse due, come spiegherò in seguito), avevo in mente un progetto leggermente differente, basta pensare che il sottotitolo era il seguente : “Whatever I need to say, whenever I feel it : economical and financial matters, politics, journalism, social rights, love, sex, any kind of passion “.
E’ evidente che si trattava di un progetto che andava al di là di quello attuale, e che doveva essere un ampliamento del vecchio sito, che constava di quasi 1500 post (la maggior parte, circa 1000, già spostati qua).
Ma durante la costruzione del dominio precedente (quello su WordPress.com, piattaforma utile ma non come WordPress.org perchè non open source) dopo avere involontariamente messo visibile il nuovo link per un paio d’ore, mi sono arrivati dei feedback al vetriolo, dato che – a quanto pare – alcuni temi proposti scandalizzavano la morale (rotfl) dei ben pensanti.
Lettori abituali persi, meglio perderli che trovarli, in effetti (la cosa comica è che nei loro blog personali scrivono molto di peggio, ma tant’è).
Il progetto è però stato solo dilazionato nel tempo e non certo abbandonato, ovviamente.
Non mi è chiaro solo se reintegrarlo completamente qua con una sottocategory e relativi tags (la scelta più probabile) oppure se aprire un altro dominio e poi linkarlo.
In ogni caso, l’impianto è già pronto.
Questo per quanto riguarda la parte vecchi (e nuovi) contenuti .
Inoltre, la migrazione (forzata , come ho detto) ha ottenuto il suo scopo, almeno in parte : riuscire non tanto a scremare, ma a capire i diversi tipi di lettori del vecchio sito ed il nuovo target, senza contare che nel vecchio indirizzo è appurato che alcuni siti (a pagamento, e di quelli molto famosi, non piccolo come il mio) copiavano i segnali e le analisi e poi li rivendevano come loro.
Tralascio invece i continui tentativi di hackeraggio e di phishing compiuti, solo una menzione e nulla più.
Un’ultima notazione sul titolo provocatorio del nuovo sito.
Come i più smaliziati – e soprattutto i più esperti di slang US – avranno compreso immediatamente, ho giocato molto sui doppi sensi e sull’autoironia, ispirandomi evidentemente ai grandi siti finanziari del settore.
Ma rappresenta anche il sunto sia di quello che realmente penso dei mercati internazionali (ovviamente non solo quelli US), sia delle qualità intrinseche e l’atteggiamento mentale che qualunque operatore deve possedere per sopravvivere in questo ambiente – ma non solo in questo – dove solitamente tutti si presentano come Santi, Beati e Messia.