Stagflazione scenario più probabile

Maggio 26, 2009 EcoAnemia


Stagflazione scenario più probabile

Stagflazione = stagnazione + inflazione.

Succede quando sono contemporaneamente presenti :

Un aumento generale dei prezzi (inflazione)
Una mancanza di crescita dell’economia in termini reali (stagnazione economica)

Quando abbiamo visto per la prima volta la stagflazione ?
Alla fine degli anni sessanta, nei paesi occidentali.

E non può essere combattuta con una visione di stampo keynesiano dell’economia.
Allora , come oggi.

Come ha dimostrato già negli anni ’70 Milton Friedman, il primo a studiare ed a prevedere l’avvento della stagflazione.

Che ci racconta la visione keynesiana della economia, quella che troviamo più o meno su tutti i manuali del settore ?

I seguenti due punti :

Disoccupazione causata da un livello non sufficiente della domanda aggregata
Inflazione giustificata solo quando il mercato raggiunge il pieno impiego

E solo a questo punto  l’eccesso della domanda rispetto all’offerta , non potendo riversarsi sulla quantità reale (già massima e non espandibile), si riversa sui prezzi, incrementandoli e determinando un aumento del prodotto interno lordo nominale, ovvero dei prezzi e non delle quantità.

Nella teoria keynesiana una situazione di disoccupazione non è compatibile con prezzi in aumento, ma con prezzi in diminuzione per effetto della recessione.

Quindi la stagflazione fu così inizialmente contrastata con l’applicazione di politiche economiche inefficienti ed a volte persino destabilizzanti, improntate ad una forte espansione.

Ma gli effetti di queste scelte aggravarono ulteriormente la tendenza al rialzo dei prezzi dei beni senza drastici cali della disoccupazione, come auspicato invece dai governi.

Per cui, cosa si deve fare per combattere la stagflazione ?

Per diminuire la spinta inflazionistica le Banche Centrali dovrebbero :

Ridurre la massa di moneta circolante
Contenere la domanda di beni e servizi

Ma una diminuzione della domanda causata da scarsità della massa monetaria non favorisce la crescita economica e quindi il rientro della disoccupazione.

Vero che oggi – soprattutto rispetto agli anni ’70 -la stagflazione è mitigata dall’ aumento dei prezzi (soprattutto petrolio e materie prime), ma questo  non provoca automaticamente un adeguamento inflattivo delle richieste salariali.

Il motivo è semplice : la globalizzazione.

Le imprese infatti possono esportare sempre di più la produzione in paesi che hanno un costo del lavoro nettamente inferiore.
Questa tendenza a sua volta riduce la possibilità di contrattare eventuali aumenti salariali nei paesi più sviluppati riportando in equilibrio il mercato del lavoro e quindi senza produrre un ulteriore peggioramento del tasso d’inflazione.

Quindi una politica monetaria restrittiva risulta inefficace.

Stagflazione scenario più probabile

Per cui su quale fronte si dovrebbe agire ?
Su quella fiscale :

Riduzione della spesa corrente (essenziale tagliare i costi)
Riduzione della pressione fiscale (per stimolare i consumi e perciò la domanda aggregata di beni e servizi)

Solo in questo modo la conseguente crescita economica rende quindi possibile una ripresa dell’occupazione, proprio in conseguenza della sopra citata moderazione salariale.

Ed ecco perchè la Banche Centrali stanno iniziando a parlare di riallocazione della liquidità :

Equilibrare con la maggiore precisione possibile  la liquidità immessa nel sistema
Migliorare la allocazione della massa monetaria allargata

Solo in questo modo si potrà sperare in una ripresa duratura.

L’impressione che ho invece a livello personale è che si stiano seguendo delle ricette non corrette – principalmente di stampo keynesiano, e che si stiano ripetendo gli errori fatti negli anni ’70.

Ed ecco perchè non credo in una ripresa duratura (e quindi, anche di un proseguio del bull market di questi mesi).
E se lo scenario è questo, si prospetta un lungo periodo di lateralizzazione con massimi (forse ancora da ritoccare) e minimi (al momento i minimi di inizio marzo).

new regs

Sui massimi le banche inizieranno il lunghissimo processo di develeraging vendendo una parte degli asset in cui hanno ottenuto delle plusvalenze.
Sui minimi piano piano invece accumuleranno – a meno di sorprese in negativo.


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