Luglio 31, 2022 Il Great Reset del WEF, MacroEcoAnemia
Non sempre ciò che viene dopo è progresso.
Storia e società contemporanea
Un compendio di riflessioni e di pensieri scritti negli ultimi 15 anni.
Aprile 27, 2008
Un processo indisturbato
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L’obiettivo è indurre gli Stati a indebitarsi in modo da non essere più competitivi.
Un processo che è andato avanti indisturbato dagli anni ’70 del secolo scorso fino ad oggi.
Hanno messo le mani ovunque.
Proprio ovunque.
A scapito non della qualità, né della produzione, né della cultura aziendale.
L’obiettivo è stato raggiunto perfettamente.
Qual era l’obiettivo ?
Un nuovo, bellissimo mondo.
In cui non è chiaro (o meglio, lo è molto bene) chi muove i fili di tutto.
Questo è nascosto ed occultato in funzioni pubbliche e private.
Sempre giustificate e applaudite.
E, come se non bastasse, c’è anche da assistere allo spettacolo imbarazzante di chi plaude.
Questa volta non finisce mica bene…
Tesori nascosti
I mercati finanziari sono morti.
C’è una sorta di “dittatura finanziaria” e di (finta) normalità, con (finti) scambi eseguiti da black box appartenenti a banche d’investimento “Too Big to Fail“.
La maggior parte di questi laureati a Harvard non vale niente.
Ciò di cui c’è bisogno è gente povera, furba e affamata.
Senza sentimenti.Una volta vinci e una volta perdi, ma continui a combattere.
E se vuoi un amico, prenditi un cane.
Ormai la gente comune si beve allegramente le loro panzane.
L’uomo qualunque si ritiene un genio da premio Nobel dell’economia solo perché ha letto in rete qualche articolo scritto da un “influencer” che non capisce nulla dell’argomento (e nemmeno conosce le regole di grammatica, di sintassi e di consecutio temporum), ma vaneggia solo scempiaggini scopiazzate qua e là.
Ecco perché spesso ripubblico articoli molto datati.
Eppure sono ancora attualissimi.
Il tempo alla fine è sempre galantuomo.
E la storia si ripete sempre.
Così come i professionisti del copia e incolla di 15 anni fa sono sempre gli stessi.
Gold bitches.
EcoAnemia e dazi doganali
Commerciando con persone di tutto il mondo, per esempio, non è necessario coltivare i propri generi alimentari, generare la propria energia elettrica o fabbricare i propri computer.
In questo modo il tenore di vita di tutti aumenterebbe rapidamente.
A patto di saper comprendere le nuove dinamiche del commercio e dell’economia globale.
Il mondo occidentale, invece, sta andando nella direzione opposta.
Si stanno introducendo sempre più dazi sulle importazioni di beni di consumo e di merci prodotte all’estero.
I dazi limitano inesorabilmente la libertà di commercio.
Di conseguenza, il tenore di vita generale si riduce o subisce un rallentamento della crescita.
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Lo Stato utilizza i dazi doganali esattamente come fa con le altre tasse.
Si tratta di un modo per aumentare le entrate fiscali.
Se, ad esempio, gli Stati Uniti impongono una tassa del 25% sulle importazioni di acciaio dall’estero, le entrate “fiscali” aumentano a scapito dei consumatori di acciaio negli Stati Uniti.
Inoltre, “premia” i produttori statunitensi a scapito di quelli stranieri.
Non solo più economici.
Ma soprattutto all’avanguardia in termini di macchinari e produzione.
La creazione di monopoli statali indebolisce l’economia, fino a portarla al collasso finale.
I sostenitori dei dazi doganali sostengono che servono a combattere le pratiche “sleali” messe in atto dai produttori stranieri.
In realtà, i dazi non sono altro che un indicatore che conferma l’insostenibilità del differenziale di prezzo tra beni e servizi di origine statunitense (e occidentale in generale) e di origine straniera (principalmente la concorrenza asiatica e russa).
Tutto questo causerà un deciso aumento dell’inflazione.
Questo aumento riguarderà soprattutto i generi di prima necessità.
L’unica alternativa sarebbe un massiccio taglio alle spese governative.
Ma questo non avverrà mai.
Perché ormai troppa gente dipende da qualche tipo di sussidio da parte dei diversi governi occidentali.
Anche questo processo, alla fine, si rivelerà insostenibile.
Questo accadrà esattamente quando l’inflazione raggiungerà la doppia cifra.
A quel punto, le guerre commerciali si trasformeranno in guerre militari.
Questo giustificherebbe l’iperinflazione conseguente e la confisca dei patrimoni personali.
Distruzione creativa
Il problema della stragrande maggioranza degli analisti finanziari che scrivono nel mainstream – ormai ridotti alla stregua di scribacchini – è che non riescono più a distinguere tra una crisi finanziaria generata dal fallimento di società private e una crisi del debito sovrano detenuto dai diversi paesi.
Le conseguenze saranno terribili.
Novembre 13, 2011
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La Grande Depressione degli Stati Uniti è stata così grave non a causa del crollo del mercato azionario, come molti pensano.
Ma per altri due motivi, assai più importanti :
La crisi del debito sovrano (americano) che non solo ha spazzato via i risparmi della gente, ma ha anche ridotto il capitale circolante negli Stati Uniti, contribuendo a oltre 3000 fallimenti bancari.
Il Dust Bowl, che ha distrutto il settore agricolo, quando questo rappresentava il 40% della forza lavoro.
Tutto questo portò alla seconda guerra mondiale.
Ora il debito italiano è più grande di quello di Spagna, Portogallo e Grecia messi insieme.
È troppo grande per poter essere salvato.
E soprattutto, non esiste un piano B per affrontare il problema nel caso in cui si presentasse all’improvviso.
A mio avviso, è necessario stare lontani da qualsiasi debito pubblico, non solo da quello italiano (che fungerà da detonatore).
È in arrivo un’ondata di distruzione creativa.
Marzo 25, 2020
Inutile stampare…
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La danza macabra che improvvisamente abbiamo iniziato a ballare in tutto il mondo non è altro che un debito pubblico mondiale fuori controllo.
Disoccupazione, bolla immobiliare, milioni di persone che dipendono da qualche sussidio statale.
Una recessione che si intravedeva e che, in questo modo, si è trasformata in una valanga.
La depressione che ci attende sarà senza precedenti.
Questo fatto causerà milioni di morti nel mondo, soprattutto in quello occidentale.
Per fame, per stenti, per mancanza di cure mediche.
Chi mi legge da anni sa che non si è mai voluto intervenire sul debito pubblico dei veri stati sovrani.
“Nessun problema, basta tagliare il costo del denaro, anche portandolo sotto lo zero“.
Un mantra ripetuto incessantemente.
Così i mercati hanno chiesto sempre più droga e ne sono diventati dipendenti.
Stampare, stampare, e ancora stampare.
E non c’è mai stato alcun miglioramento.
La maggior parte delle piccole e medie imprese, già al limite della sopravvivenza, non potrà mai ripagare i propri debiti.
Ma i loro salvataggi non avvengono mai.
Non sono “too big too fail“, “in the interest of national security“.
In realtà, però, non è altro che un ulteriore indebolimento di un’economia ormai prossima al collasso totale.
Ecco perché bisogna distrarre sempre di più la popolazione dai reali problemi.
Ma un giorno, nemmeno troppo lontano, chi ha provocato questo scempio sarà colpito da un boomerang senza precedenti.
Un evento che passerà alla storia nel corso dei secoli.
Debiti pregressi
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Chi ha creato le condizioni per lo sfacelo che stiamo osservando in queste ultime settimane, insieme a un’élite tuttora saldamente ancorata ai propri incarichi in Europa, ha consapevolmente strutturato la società in cui viviamo.
Ci sono sperequazioni allucinanti e accumuli di ricchezze indegni, mai visti nella storia moderna, da parte di veri e propri parassiti capaci solo di truffe e inganni.
Hanno svuotato la società dei suoi valori e dei suoi punti di riferimento.
Il Welfare esasperato (o sbilanciato) è nato semplicemente perché, quando la gente fatica a sopravvivere, diventa pericolosa.
Perciò, come contraltare a una vera e propria neoschiavizzazione e alla distruzione della dignità dei lavoratori, sono stati prima concessi un più facile accesso al credito e poi un totale lassismo sulle carte di credito revolving.
Tutti sapevano.
Ma hanno sempre fatto finta di niente, ingozzandosi a dismisura fino alla fine.
Hanno agito senza pensare in anticipo a cosa fare prima che il giocattolo si rompesse.
Ma i debiti pregressi non sono sanabili in eterno.
Se non si interviene sul debito, è come provare a tenere acceso un fuoco sotto un temporale.
È uno spreco di tempo e di energie per cercare di fare attecchire una scintilla, sapendo che verrà spenta subito dopo.
La nostra società si sta suicidando perché non vuole intervenire sui meccanismi di base che regolano la convivenza, l’economia e la finanza.
D come Depressione
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L’economia non è una cosa astratta.
È il lavoro che mantiene in piedi una nazione.
La situazione era già precaria.
E il problema è destinato ad aggravarsi.
Sarà molto peggio di quanto successo dopo la crisi del 2008.
Farà molte più vittime, sia direttamente sia indirettamente, di quanto si possa pensare.
Ci sarà un’enorme ondata di criminalità.
Perdita di diritti civili.
E soprattutto la distruzione dei diritti considerati ormai acquisiti nel mondo del lavoro.
Quelli faticosamente conquistati nel corso dei decenni.
Senza contare l’ascesa di movimenti politici ultra-nazionalisti e dittatoriali.
Questo è il lato oscuro di tutta la vicenda.
Il lato oscuro
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Il sistema sembra funzionare ancora perfettamente.
La condizione necessaria è però la crescita.
Se questa manca, c’è il rischio di bancarotta.
Questo rischio riguarda la maggior parte delle aziende a livello sistematico.
È facile immaginare cosa succede quando non solo non si cresce, ma addirittura si decresce.
La spirale del debito si autoalimenta e, come uno tsunami, travolge tutti i bilanci.
I fallimenti non sono mai percepiti come qualcosa di positivo.
Nel caso migliore, diminuisce la massa di liquidità disponibile.
Nel peggiore dei casi, portano a una diminuzione dei consumi, alla fuga dei capitali e alla paralisi della crescita.
Nessuno, però, vuole ammettere che tutte le ricette economiche (politiche fiscali, investimenti), o finanziarie (salvataggi di banche, creazione di bad bank, immissione di liquidità) al massimo potranno spostare la resa dei conti un po’ più in là nel tempo.
I paesi del Mediterraneo avranno probabilmente diversi anni di depressione che quasi sicuramente causerà disordini sociali simili a quelli che hanno portato alla nascita del partito Nazista in Germania negli anni ’30 del XX secolo.
A mio modo di vedere, sin da subito la BCE adotterà una combinazione di misure monetarie e di stampa di denaro per cercare di alleviare la depressione.
Allo stesso tempo, ben presto sarà necessaria una politica di ristrutturazione del debito pubblico per alleggerirne l’onere e raggiungere una crescita superiore ai rendimenti obbligazionari.
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Tuttavia, ridurre il debito può essere molto doloroso.
Tutto dipenderà da come verrà gestito questo processo.
Per gli USA, invece, si prospetta una situazione molto diversa da qualunque altra del dopoguerra.
Una situazione molto simile a quella che si è verificata in America Latina negli anni ’80, quando diversi paesi sono andati in default.
Ci saranno bancarotte e ristrutturazioni del debito per banche, aziende, amministrazioni cittadine e famiglie.
La Federal Reserve sarà costretta a monetizzare il debito e a stampare moneta per evitare la deflazione.
Il dollaro statunitense dovrà infine svalutarsi e alla fine anche i bond cederanno.
Esattamente come è successo in America Latina.
Prima ci sarà la svalutazione della moneta.
Poi il crac finale dei titoli di stato.
E Wall Street ?
Quando gli USA saranno finalmente costretti a svalutare il dollaro (inevitabile quando il debito sarà eccessivo), le azioni subiranno un violento rally.
Speciale : EcoAnemia e Great Reset
LTCM era infatti il segreto su cui si reggeva uno dei parametri chiave per la nascita dell’Euro.
La convergenza dei tassi d’interesse a lungo termine dei paesi membri.In pratica, il mercato fu “truccato” in modo da far affluire centinaia di miliardi di dollari di denaro virtuale che ipotizzava la convergenza dei tassi italiani con quelli tedeschi.
Questi ingenti investimenti in derivati avevano proprio l’obiettivo di realizzare la convergenza.
EcoAnemia (Contemporanea) era una rubrica economico/finanziaria che andava in onda su una video-radio internet in forte ascesa di ascolti : circa un milione di click giornalieri non erano cosa da poco, considerando il periodo (2012).
Il progetto aveva avuto un ottimo successo di pubblico, con un taglio di interventi e soprattutto un seguito di buona qualità e numero.
Per questo motivo, dopo aver trovato casualmente nel mio HD e restaurato per quanto possibile (l’audio analogico era davvero pessimo), ripropongo delle vecchie registrazioni di dieci anni fa che sono ancora decisamente attuali (anzi, forse lo sono ancora di più di allora).
Purtroppo, la maggior parte del materiale è andato perso : il titolare, ad un certo punto, ha probabilmente esaurito i fondi e ha smesso di fare i backup delle trasmissioni, perdendo anche quelli fatti in precedenza…
“Questa crisi è indotta e voluta dalle elite. Manipolazione della realtà e di conseguenza una diversa percezione da parte della gente”.
Data della trasmissione : 2 Maggio 2012, Keltoi Radio, la radio del bosco.
Intervista ad “A sound of Silence” (Veronica Baker)
Moderatore : Renato Mancini
“Draghi e Monti sono come Stanlio ed Ollio. La truffa della globalizzazione”.
Data della trasmissione : 16 Maggio 2012, Keltoi Radio, la radio del bosco.
Intervista ad “A sound of Silence” (Veronica Baker)
Moderatore : Renato Mancini
“Chi ci ha portato in questo cul de sac ?”.
Data della trasmissione : 5 Giugno 2012, Keltoi Radio, la radio del bosco.
Intervista ad “A sound of Silence” (Veronica Baker)
Moderatore : Renato Mancini
“Non si vede un centesimo nell’economia reale, si vuole tornare ad una feudalizzazione dell’Economia (N.d.A. : o Great Reset, come lo chiamano oggi). L’Euro è stato creato in modo truffaldino volontariamente facendo convergere artificialmente i diversi tassi di interesse dei paesi europei, taroccando tutti i bilanci degli stati e buttandone alcuni a calci nel sedere nella moneta unica europea”.
Data della trasmissione : 19 Giugno 2012, Keltoi Radio, la radio del bosco.
Intervista ad “A sound of Silence” (Veronica Baker)
Moderatore : Renato Mancini
Il sistema del debito (e perchè è crollato inesorabilmente)
Attualmente, se si redigesse un vero e proprio bilancio globale, si potrebbe facilmente constatare che il debito è ormai da tantissimi anni molto più alto del credito.
E questo è particolarmente vero per i cosiddetti paesi occidentali.
Ne consegue un’amara verità.
Più un paese sembra ricco, più in realtà è povero.
La sua apparente ricchezza, infatti, è finanziata esclusivamente dal debito.
Gli europei (e gli americani) hanno vissuto una vita di eccessi e di lusso, grazie al debito estremo degli ultimi decenni.
Un bilancio reale dimostrerebbe che la maggior parte dei Paesi africani ha, di fatto, un debito inferiore.
Quindi, non sono così poveri come i paesi europei in questo momento.
Nel filmato che mostrerò, vedremo la situazione a partire dalla fine del 2008/2009 di Tent City, nel sud della California, dopo lo scoppio della bolla immobiliare nel 2008 ; ma la stessa situazione si riscontra, ad esempio, nella città di Detroit.
D’altra parte, a un importo inimmaginabile di debiti corrisponderà un valore pari a zero, semplicemente perché non saranno più esigibili.
Per chi poi volesse approfondire l’argomento, cosa che consiglio vivamente, può guardare questo video oppure leggere questo mio post (soprattutto la lunga intervista relativa al contenuto proprio di questo libro).
Credo sia inutile, ma preciso (a titolo informativo per i soliti noti – o idioti ? – che già in passato hanno fatto illazioni simili) che non sto promuovendo la vendita del suo libro (uscito nel 2013), né lavoro (o ho mai lavorato) alle dipendenze di Seykota, né mi occupo di pubbliche relazioni per lui.