Strategie possibili per la sopravvivenza nei mercati

Aprile 12, 2010 Appunti di trading


Strategie possibili per la sopravvivenza nei mercati

Ecco un’altra risposta a un’email che mi chiedeva quali strategie potessero essere adottate.

Oggi il grosso problema dal punto di vista operativo è anche l’attendibilità dei bilanci, ma a volte il mercato va molto male.

Come ho detto più volte, l’analisi tecnica non è e non potrà mai essere l’unica arma a nostra disposizione, soprattutto nelle forme più classiche che, a mio avviso, sono ormai superate (ed è lì che le mani forti ci sguazzano, a disegnare figure “simili” o trendline spezzate).

È pertanto naturale – come scrivo spesso – che nel lungo periodo il valore di un titolo o di un indice rispecchi sempre i suoi fondamentali.

Personalmente, ritengo che l’arma più importante per poter sopravvivere costantemente sui mercati non sia in fondo né l’analisi tecnica né l’analisi fondamentale, ma il money management, con tutti i suoi annessi e connessi: punti di entrata, punti di uscita, stop loss e, soprattutto, disciplina mentale (oltre che tagliare le perdite).


Strategie possibili per la sopravvivenza nei mercati


Ad esempio, è innegabile che i listini siano totalmente fuori controllo e soprattutto sopravvalutati da parecchio tempo ; ma chi avesse ragionato solo sotto questo punto di vista avrebbe completamente sbagliato strategia nell’ultimo anno.

A mio modo di vedere, però, l’analisi fondamentale ha un pregio che l’analisi tecnica non potrà mai avere : fornire un vero punto di riferimento strategico in grado di comprendere ciò che un grafico o una quotazione rifletterà in seguito.

Naturalmente, un grafico va saputo leggere e interpretare.
Questo è il compito dell’analisi fondamentale.
Un compito puramente strategico.

L’analisi tecnica, invece, servirà a stabilire i punti di ingresso e di uscita e ad aiutare a scegliere le diverse opzioni che il mercato ci sta proponendo in quel momento.
Un compito puramente tattico.

Oggi, a mio avviso, l’analisi fondamentale da sola non è più sufficiente per riuscire a sopravvivere nel lungo periodo, ma deve sempre e comunque essere unita all’analisi tecnica (che, tra l’altro, sta cambiando rapidamente).

Le ragioni sono principalmente da ricercare nel fatto che, rispetto a soli dieci anni fa, i volumi sui mercati sono notevolmente aumentati, così come sono cambiati i grandi operatori, senza dimenticare altri motivi tristemente noti, ovvero spesso i dati fondamentali non riflettono la situazione reale.


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Come ho già avuto modo di affermare, l’analisi fondamentale fornisce una visione strategica della situazione e un piano efficace di pianificazione e di analisi di principi generali.

Tuttavia, le decisioni operative devono sempre essere prese sulla base dell’analisi tecnica, che ci dirà come entrare (o uscire) tatticamente dal mercato.

Naturalmente, alla base di tutto deve esserci il money management, ovvero la pianificazione del rapporto rischio/rendimento, inteso come il grado di rischio che si è disposti ad accettare quando si prende una determinata decisione, in base alle due discipline scelte sopra.

In fondo, è come negli scacchi (o come nello sport in generale) : la strategia è fondamentale per comprendere la costruzione del piano da seguire e una serie di considerazioni posizionali e strategiche, ma senza un’analisi delle possibilità tattiche a disposizione in quel momento non si va proprio da nessuna parte.

Esempio : dove saranno i mercati fra tre mesi.
Chi lo sa ?

Al massimo, riesco a pianificare mese per mese (da una scadenza tecnica all’altra, e già qui sono in difficoltà ; a malapena riesco a “predire” dove saranno i mercati al massimo dopo due giorni), e ritengo sia realmente difficile – se non impossibile – fornire dei target reali e soprattutto veritieri.
Ci sono troppe variabili, sempre e comunque.

Inoltre, storicamente, è provato che i mercati vanno sempre nella direzione che meno si aspettano la maggior parte degli operatori.

In base a ciò che pian piano vedo disegnarsi davanti a me (e non a quello che penso) scelgo fra le diverse strategie quelle il più possibile flessibili, in modo tale da poterle variare nel caso in cui il mercato vada nella direzione opposta o non si comporti esattamente come mi aspetto.

In questo lavoro, se non si è modesti, si rischia di uscire dal mercato senza nemmeno accorgersene.

Ho visto tantissime persone perdere patrimoni, anche ingenti, in poco tempo.
E non è nemmeno vero che occorra avere molti fondi all’inizio, anzi, è proprio il contrario, perché la prima cosa che bisogna imparare è proteggere il proprio capitale.


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In verità, mi è difficile dare consigli mirati all’inizio perché prima occorre capire come funziona il mondo (ed ecco perché consiglio di leggere “Markets Wizards” : ti accorgerai che anche i veri fuoriclasse hanno iniziato prendendo scoppole, come del resto tutti ; io non ne sono certo immune, anzi, ne prendo tutti i giorni o quasi).
E non finiscono mai.

Per quanto riguarda i metodi, scoprirai che esistono diverse filosofie e diversi modi di operare, che dipendono dal tuo carattere, dal tuo approccio e dal tuo stile.
E sono tutti validi, tra l’altro.

Solo a questo punto potrai capire qual è il migliore per te.


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