Matrimonio di convenienza ?

Dicembre 12, 2004 EcoAnemia


Matrimonio di convenienza ?

Il 7 dicembre scorso il CDA di Telecom Italia dopo due giorni di sospensione di tutti i titoli del gruppo (un vero scandalo, non esiste in nessuna borsa mondiale una sospensione reitarata per due gg lavorativi con riammissione il giorno 8 Dicembre, naturalmente festa nazionale ; l’anno scorso fecero la stessa cosa negli stessi giorni con Parmalat in una situazione ben più drammatica), ha approvato un’opa volontaria su 2/3 del flottante di Tim e sulla totalità delle azioni di risparmio.

Matrimonio di convenienza ?

Successivamente, condizionata al raggiungimento di almeno 2/3 del quantitativo oggetto dell’offerta (che hanno già raggiunto, quindi condizione totalmente pleonastica, ricordo che T.Italia manteneva già il 56% di TIM), si procederà alla fusione delle due società, con l’esclusione delle attività italiane di telefonia mobile (per ragioni di natura regolatoria e contabile) che sarà comunque detenuta al 100%.

L’opa su Tim che partirà nel gennaio 2005, per la parte cash è stata lanciata a 5,6 euro per azione, con un premio dell’8% sulla quotazione dello scorso venerdì.

Per il terzo restante, è stato fissato un rapporto di cambio di 1,73 azioni Telecom per ogni azione Tim.

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Gli analisti valutano tutti positivamente l’operazione, io un po’ meno.

Il concetto reiterato più volte è che gli azionisti di minoranza di Tim sono stati trattati bene : il premio dell’8% su Tim è giudicato congruo.

Peccato che il parco buoi, ed anche la maggior parte dei fondi di investimento comuni, cioè quelli che sono sottoscritti alla gente dalle varie banche e SIM, hanno in carico Tim a prezzi ben più alti,mediamente intorno agli 8-8.5€.

Ed un’OPA a 5.6€ non credo che li soddisfi molto, anche perchè si ritroveranno in portafoglio azioni Telecom Italia la cui performance futura è tutta da dimostrare.

Si aggiunge che il titolo ha avuto una buona performance di borsa nel secondo semestre.
Però dovuta, guardacaso, ad acquisti riconducibili a Telecom Italia stessa.

Riguardo la creazione di valore derivante dalla fusione, Telecom Italia ricorrerà a nuovo debito fino a 14,5 miliardi di euro di cui 12 finanziati da un pool di banche guidato da JP Morgan.

11 jp morgan chase

Aumento del debito.
Strategia giustificabile se i margini di utili sono visti in forte aumento, come però non mi sembra affatto, almeno per ora.

Si è paragonata questa operazione all’Opa su Autostrade, che poi in seguito ha più che raddoppiato il suo valore ; sì, è vero,ma la situazione è ben diversa.

L’unica cosa in comune è appunto l’aumento del debito (oltre che la presenza dei Benetton in entrambi i consigli di amministrazione).

Ma mentre con Autostrade si aveva e si ha tuttora un piano industriale e di sviluppo molto promettente (e fra l’altro nell’operazione la stessa Autostrade dismise la propria divisione di fibra ottica), con Telecom non si vede ancora nulla.

Aspettiamo di saperne di più.

La verità è un’altra, invece.

Quando le azioni Tim verranno tutte consegnate, si genererà uno scudo fiscale notevole, con un possibile impatto positivo sulla capitalizzazione della società, a patto che il debito non aumenti a dismisura.

Questo è l’unico motivo dell’operazione : ci si era chiesto da un paio di anni a cosa servissero i dividendi non distribuiti da Tim.
A coprire il debito di Telecom Italia, a discapito, naturalmente, dei piccoli azionisti Tim.

Olimpia che dall’operazione risulterà diluita, dovrà ripristinare la attuale quota di controllo comprando sul mercato le azioni necessarie.

Altrimenti sarebbe troppo facilmente scalabile, avendo una quota di controllo diluita intorno al 13%.

Ecco perchè nello stesso giorno il CDA di Pirelli ha annunciato un aumento di capitale (1080 milioni di euro), allo scopo di dotare Olimpia di nuovi mezzi finanziari.
L’acquisto di altre azioni Telecom è nel breve l’unico modo per aumentare il valore di Olimpia.

Da un lato si abbassa il prezzo di carico delle azioni detenute (notevolmente in perdita), e dall’altro si beneficia del differenziale positivo tra il costo del finanziamento e il dividendo di Telecom.

Il rischio per Pirelli è che qualcuno degli altri azionisti di Olimpia (ad esempio le banche) non voglia partecipare all’aumento, costringendola di fatto ad un esborso maggiore.

Ci sarà comunque la cessione dei cavi energia con un valore previsto tra 1,1 e 1,4 miliardi di €.
Probabilmente il mercato al termine di questa operazione, potrebbe incominciare a valutare Pirelli a premio sulla sua somma delle parti (come è stato in passato per Olivetti), riconoscendole quindi correttamente un premio di controllo.

L’integrazione tra Telecom Italia e Tim segue la precedente esperienza di France Telecom (Orange,Wanadoo) e Deutsche Telecom (T-on line).

Dopo la fusione Telecom dovrebbe avere un debito vicino ai 44 miliardi di euro.

Non credo che il rating della società possa soffrirne nel breve, perché se da un lato il rapporto tra debito netto e ebitda risulterà in leggero peggioramento, è anche vero che la generazione di cassa ne permetterà un veloce rimborso.

Telecom inoltre continuerà a garantire un dividendo interessante, necessario per mantenere in utile Olimpia.

Ne consegue che per il retail sarà più proficuo e meno rischioso nel lungo termine investire in bonds piuttosto che in azioni Telecom Italia.

Esattamente l’opposto di quello che viene consigliato dalle grosse banche d’affari.
Che hanno iniziato il balletto delle raccomandazioni ultrapositive sul titolo Telecom Italia.


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