The final cut

Dicembre 9, 2005 Memorie dal sottoscala


The final cut

Delusione e tristezza.
Questi sono i sentimenti che provo in questo momento : solo ed esclusivamente delusione e tristezza.

Per l’ennesima volta mi sono illusa.
È inutile ripensarci, a questo punto.
È così.

Ma la cosa mi spiace, e molto.
E stavolta la cicatrice rimarrà.

Non capisco perché io debba impelagarmi in un mondo che non è il mio, con persone che in teoria dovrebbero comprendermi nel profondo della mia anima.
Ma in realtà non succede mai.
Mai.


The final cut


Con molti sacrifici di ogni genere, mi sto lentamente presentando al mondo intero per come sono.
Non faccio nulla di particolarmente speciale, sia chiaro.

Anzi, mi sembra di essere piuttosto naturale in tutto quello che faccio.
Anche le persone che erano abituate a vedermi in un certo modo stanno cambiando idea.
E, di conseguenza, stanno cambiando il loro atteggiamento.

E non sta succedendo nulla di strano.
Salvo una naturale curiosità, che è assolutamente normale.

Mi ripeterò fino alla nausea.
Per ora, però, non ho notato nessun episodio di intolleranza nei miei confronti.

So benissimo che questo può apparire molto strano agli occhi di molte persone, specialmente quelle che appartengono a un certo ambiente.
Ma è così.
Forse strano, chi lo sa, ma vero.

Ma allora, da dove arriva la tristezza ?

È semplice.
Quando ti rendi conto di non riuscire a trasmettere i tuoi stati d’animo e ti accorgi che il dialogo è sterile.

Quando, nonostante tutti i tuoi sforzi e i tuoi impegni, non ottieni altro che pacche sulle spalle, incoraggiamenti e ammirazioni virtuali.
Io non ne ho bisogno, mi servono rapporti sociali veri, con persone che mi sappiano dare qualcosa di importante.

Il bello è che le stesse apprezzano incondizionatamente ed esclusivamente chi ha la loro stessa testa, il loro stesso modo di pensare.

Il punto fondamentale è che tutte loro ritengono di essere delle persone disforiche primarie.
Nonostante la sfera sessuale sia il motore quasi esclusivo del loro desiderio di cambiamento.

Io naturalmente rispetto qualunque visione della vita, sia ben chiaro.
Ognuno è libero di avere le proprie opinioni ed è sacrosanto che ognuno abbia il proprio stile di vita, l’importante è non ledere la libertà degli altri.


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Trovo però molto triste una visione di questo genere.
Naturalmente, si tratta della mia opinione.
Però, io mi dissocio totalmente.

Secondo la mia esperienza personale, chi si comporta in questo modo è sicuramente una persona disforica, senza alcun dubbio.
Ma non lo è assolutamente in senso primario.


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Cosa significa ?
Una cosa soltanto : l’anima non è, in fondo, femminile.
Un particolare non da poco.

È solo una questione di sensibilità interiore.
Una cosa che so di possedere.

È il mio modo di essere e di vivere che sta emergendo sempre di più con il passare dei giorni.

Ed è questo, in realtà, il mio vero segreto.
Il motivo per cui mi sto integrando nella società in modo molto meno traumatico di quanto mi sarei aspettata.
È la mia totale naturalezza.

La semplicità.

Per me le cose belle sono scrivere in un diario, trascorrere una serata tranquilla con amici, stare con i miei meravigliosi micetti.
Adoro uscire e fare quattro passi con la mia adorata sorellina, andare al cinema o a mangiare un gelato o bere un aperitivo.

Passare giornate intere con le persone che mi apprezzano, mi accettano per come sono e mi aiutano a raggiungere i miei obiettivi.
E che ha ammirato il mio modo di presentarmi, di raccontare la mia storia, i miei problemi di GID e le conseguenti sofferenze.

Si potrebbe discutere a lungo su questo aspetto.

Perché, a parole, moltissime persone ci esprimono la loro solidarietà per i nostri problemi e la nostra situazione.

Peccato che questa solidarietà sia solo a parole e, soprattutto, che sia incondizionata quando certe situazioni capitano “a casa d’altri”.
Poi, quando si trovano ad affrontare situazioni delicate come la mia all’interno del loro nucleo familiare, sono le prime a mostrarsi intolleranti.

Ho purtroppo visto tante situazioni di questo genere, con le scuse più disparate : dalla paura della stigmatizzazione da parte dei vicini, dalla paura di perdere uno status sociale rispettabile, dalla vergogna e altre scuse, soprattutto da persone che, in teoria, avrebbero dovuto sostenerci.

Sì, ma solo a parole.
Alla prova dei fatti, no.

Io non cerco la luna.
E amo la semplicità nella mia vita.

Per questo motivo mi ritengo fortunata.
Amo la semplicità e la naturalezza.

Naturalmente, per questo motivo non sono mai accettata né coinvolta.

E l’interesse nei miei confronti si è notevolmente raffreddato.
È normale, sono una persona noiosa.

Si potrebbe discutere a lungo su questo aspetto.

Potrei certamente fungere da spalla nei momenti di difficoltà, essere interrogata con mille domande per approfondire.
Una persona da interpellare.
Ma non da frequentare.

Il bello è che ho sempre fatto di tutto per cercare di essere coinvolgente.
Ma se vuoi la luna, io non posso certamente dartela.

Inoltre, al momento non sono in grado di sostenere ritmi che non posso tenere.
Avere una professione pesante e soprattutto autonoma e, contemporaneamente, portare avanti una transizione, ti stanca molto, molto pesantemente.

Ma per me è stata ed è tuttora l’ancora di salvezza per potermi costruire un futuro certo, indipendentemente dagli eventi imprevisti che potrebbero accadere.

Tutto questo mi ha portato a dover rinunciare a molti svaghi.
A dover dedicare molto meno tempo ai miei interessi, che sono tanti.

La mia vita è cambiata.
E molto.
Ma la mia anima è sempre la stessa.

E amo stare in compagnia.
Però…

Certo, è meglio non ricevere gli auguri di fallimento da chi hai invitato a cena a casa tua, né sentirsi dire dalla stessa persona che la tua sorellina è un’idiota solo perché ha degli ideali diversi dai suoi.
Sono queste le persone rispettabili da ammirare.

Quella che in pubblico predica uguaglianza e fraternità, ma che in privato esprime giudizi che fanno letteralmente rabbrividire.
Senza contare il fatto che è abituata ad abbandonare gli animali, oltre a prenderli letteralmente a calci perché “sono esseri inferiori che non servono a nulla“.

Oppure la sua carissima amica che si è permessa, in più di un’occasione e anche pubblicamente, di prendermi in giro in modo plateale, anche su questioni e in discussioni in cui aveva torto marcio.
Ah, sì, è una persona altamente liberale.

Oppure altra gente fatta con lo stesso stampino.
Potrei portare tanti di quegli esempi.

Ma tanto io dico sempre e solo delle sciocchezze, non è vero nulla eh.
È troppo facile non esprimere mai un’opinione, non voler mai prendere posizione.

Già, ma negli ultimi tempi mi sto prendendo tante di quelle soddisfazioni proprio seguendo il mio pensiero e facendo tutto ciò che ho sempre detto pubblicamente.

Non sono abituata a bluffare né a dire cose diverse da quello che penso, perché io gioco sempre e comunque pulito.
La cosa che mi rende più felice è che sono apprezzata proprio per le cose per cui sono stata pesantemente derisa in passato.
Non è la prima volta che mi capita una cosa del genere nella vita, ma stavolta ha un sapore molto particolare.

Preferisco fermarmi qui.
Questo non è il luogo adatto per questo genere di polemiche.

Sono cose del passato.

Storie passate.
Si volta ancora una volta pagina.
C’è molto dispiacere.
Ancora lacrime, forse inutili, versate di nuovo.

Ma non ci cascherò più.
L’ho promesso a me stessa, questa volta.

Sto lentamente trovando la mia dimensione reale.
Sto imparando a essere davvero felice, poco alla volta.

Una felicità che non ho mai potuto provare fino ad ora.
E probabilmente la maggior parte delle persone non lo sarà mai.

Perché sono invidiosa e insoddisfatta.
Anche se, a ben vedere, non avrebbero alcuna ragione per esserlo, in fondo.


Veronica