Settembre 26, 2011 Mode personaggi storie comuni
The show must go on
Questa mattina, nel bagno del bar storico Platti, nel quartiere più lussuoso di Torino, Crocetta, una donna di 66 anni, nata a Parigi ma residente da anni nella città sabauda, si è uccisa sparandosi un colpo di pistola.
L’ha fatto alla presenza del folto pubblico, ma con indifferenza generale.La donna si era sparata alle tempie dopo aver messo in ordine portafoglio, documenti e borsa, in modo che fosse facile capire tutto.
«Non ho chiuso il bar perché non mi è sembrato opportuno, si è trattato di un fatto certo grave, ma voluto dalla signora.
Sono spiacente, era una donna gentile che da anni, la domenica, faceva colazione da noi.Si sedeva al tavolo, consumava, dava la mancia e usciva.
Perché chiudere il bar ?Stavamo aspettando 100 turisti in arrivo da Milano per il pranzo e il locale era pieno di gente.
Io devo pensare al locale, pagare i dipendenti e poi forse la signora avrebbe preferito questa riservatezza».
Fonte : Il secoloXIX
Quindi, “the show must go on“.
Dal mio punto di vista, quando il valore del denaro prevale sulla vita umana, significa che non c’è più alcun rispetto per la persona altrui, ma contano solo i beni materiali.
Il declino avanza inesorabilmente per tutti noi, inclusi i fondamentali economici.
Parola di capitalista.
La mia sfiducia, per non dire avversione, nei confronti della medicina “ufficiale” iniziò proprio in quel periodo (settembre 1997).
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Niente di nuovo sotto il sole.
Un film già tristemente visto esattamente quasi 15 anni fa.
Diagnosi iniziale : forma tubercolare sospetta.
Diagnosi reale : tumore maligno (carcinoma) ai polmoni.
Operazione in urgenza all’ospedale S. Paolo di Milano.
Sulla carta, l’operazione è tecnicamente riuscita.
Tale operazione è stata talmente ben riuscita che il chirurgo, tale Maurizio Mezzetti, si è “sbagliato” a scrivere il referto di dimissione.
Il referto è stato corretto solo dopo un mese in forma privata (ed internamente da un suo collega tre settimane dopo).
Semplicemente, si era “dimenticato” di scrivere che erano presenti delle metastasi in espansione.
Non starò a descrivere le sofferenze che mia mamma ha dovuto subire nei mesi successivi.
Così come il triste epilogo della vicenda.
Purtroppo, per molti medici non siamo altro che carne da macello.
Le categorie più a rischio sono naturalmente gli anziani, perché non “producono“.
Ma in generale chiunque è a rischio.
Ecco perché non ho mai usufruito, né mai lo farò, di alcuna struttura pubblica.
Adesso non nutro alcuna fiducia nei confronti della cosiddetta medicina “tradizionale“.
Ormai è difficile ottenere rispetto nella vita di tutti i giorni.
Figuriamoci se lo possiamo ottenere da chi ha una professione basata sull’arrivismo e sul dio denaro.
Come purtroppo è diventato il mondo della medicina.